Agatha All Along, la serie Marvel dove la magia prevale sui supereroi, esplora la figura della strega da ogni possibile angolazione. Folklore, storia, cultura pop, simbologia neopagana, mitologia e femminismo si mescolano nella Strada delle Streghe, tanto per intrattenere gli spettatori quanto per tentare di portarli in un viaggio alla scoperta dell’importanza della strega come simbolo di conoscenza, autodeterminazione e sorellanza.
Attenzione agli spoiler!
Indice
ToggleLe origini di Agatha Harkness
Dal fumetto a WandaVision
Agatha Harkness fa la sua prima comparsa nel 1970 nella serie a fumetti dedicata ai Fantastici Quattro creata per la Marvel da Stan Lee e Jack Kirby. Debutta come governante di Franklin Richards, figlio di Reed Richards e di Susan Storm e in seguito diventa mentore di Wanda Maximoff. Viene presentata fin da subito come una delle streghe più potenti dell‘universo Marvel, in vita dai tempi del processo alle streghe di Salem. Agatha è una figura misteriosa e complessa che negli anni si sviluppa come personaggio ambiguo e manipolatore.
In WandaVision viene introdotta come Agnes, inizialmente parodia delle sitcom degli anni ’50 e ’60 della vicina ficcanaso e invadente, che con il passare degli episodi si scopre essere una strega che si è infiltrata nell’Hex di Wanda per studiarne i poteri e rubarglieli. Mentre la Agatha dei fumetti non ha un chiaro allineamento, quella della serie, superati gli episodi iniziali, è chiaramente un’antagonista e rappresenta simbolicamente la classica “strega cattiva” alla ricerca di nuova fonte di potere magico.
Has been… Agatha All Along
Dopo essere stata presentata in WandaVision (2021), Agatha interpretata da Kathryn Hahn, torna nel 2024 con una serie tutta sua. In questo spinoff il suo personaggio viene approfondito, diventa più della semplice strega cattiva, si trasforma in un veicolo per esplorare temi legati alla magia e al rapporto tra magia e femminino; torna a essere quella figura ambigua, misteriosa e stratificata che non si riesce ad amare ma neppure a odiare.
Agatha ha tanti strati quanti una persona reale, e forse è stato questo approfondimento a far affezionare il pubblico al suo personaggio. Una donna che cammina e pratica la magia da secoli, dai tempi del processo alle streghe di Salem, che ha ormai una fama negativa conosciuta da ogni strega, nella convinzione che abbia venduto suo figlio a Mefisto in cambio di poteri magici. Ma la verità è ben altra.
La caccia alle streghe di Salem
La caccia alle streghe di Salem continua, a secoli di distanza, a influenzare enormemente la cultura popolare e a ispirare libri, film e opere teatrali. Ma gli eventi sollevano anche importanti riflessioni riguardo la giustizia, la discriminazione, l’abuso di potere, l’influenza che un pensiero religioso fanatico è in grado di esercitare sulle masse incolte e impaurite. Infatti, la caccia alle streghe si sviluppò in un contesto di tensione sociale, religiosa e politica.
La colonia di Salem, in Massachusetts, era una comunità puritana profondamente sospettosa di tutto ciò che poteva essere percepito come strano, estraneo o sovversivo rispetto alla loro normalità. Quando un gruppo di ragazze cominciò a comportarsi in maniera bizzarra e a manifestare comportamenti convulsivi si scatenò il panico, le autorità non riuscirono a spiegare gli avvenimenti in altro modo se non attribuendoli alla stregoneria.
L’isteria collettiva portò quasi 150 persone a essere accusate, principalmente donne. Le accuse più comuni consistevano nel possedere marchi del diavolo sulla pelle, avere la capacità di volare e compiere malefici, o di avere animali famigli diabolici. Di tutte le persone accusate di stregonerie ne vennero giustiziate 19, impiccate, arse vive o strangolate, ma molte altre decine morirono in prigione a seguito delle torture inferte durante gli interrogatori.
La reputazione di Agatha
Il simbolismo del patto col diavolo
Agatha è conosciuta anche per aver sacrificato suo figlio a Mefisto in cambio del Darkhold, tuttavia nel corso della serie scopriamo che le cose non sono andate esattamente così, ma che per Agatha stessa è più facile essere temuta per una bugia piuttosto che raccontare e ricordare la verità. Il Mefisto della Marvel è chiaramente un rimando al Mefistofele del mito di Faust, che altro non è che una delle tante rappresentazioni del diavolo. Il patto con il diavolo, soprattutto di una donna che sacrifica il proprio figlio in cambio di poteri magici, è un tema ricorrente in molte storie di folklore e profondamente radicato nella tradizione popolare cristiana.
Il diavolo rappresenta la tentazione e il male, e stringere un patto con lui è metafora di perdita di umanità in cambio di un desiderio egoistico di potere. Quando è una donna a farlo il patto è aggravato dal pensiero secondo il quale una madre che rinuncia al proprio figlio, simbolo di innocenza e purezza, in cambio di qualcosa che corrompe l’anima, la conoscenza, inverta l’ordine naturale delle cose. Per la donna essere madre deve essere il desiderio più alto, il compimento della propria identità, e voler mettere al primo posto se stessa, il sapere, la libertà, è qualcosa che devia dal proprio ruolo naturale.
Morale delle conseguenze del patto
Un patto con il diavolo non è mai privo di conseguenze, vadano esse a scavare nella tradizione popolare religiosa che fa del desiderio di conoscenza un qualcosa di pericoloso – soprattutto quando si parla di donne – o siano puramente simboliche di un arco di trasformazione psicologico. Quanto una persona è disposta a dare, a sacrificare, pur di ottenere ciò che vuole?
Tralasciando la tradizione cristiana, moralmente il patto con il diavolo simboleggia l’uccisione dell’innocenza e della purezza della persona stessa che lo effettua e quel sacrificio serve a ricordare che il potere, la libertà, il sapere e la magia hanno un caro prezzo da pagare che modificherà per sempre il proprio io interiore. Seppur non abbia sacrificato il suo Nick, la sua morte equivale alla morte del “cuore” di Agatha, creando un parallelismo con il sacrificio di Wanda nell’ultima puntata di WandaVision.
Nel finale di stagione di Agatha All Along scopriamo anche l’origine della canzone della Ballata della Strada delle Streghe e dell’inizio della truffa di Agatha. La morte del figlio simboleggia quindi la morte della “madre” e la nascita della “strega”, alla quale non resta altro che accumulare potere e conoscenza per vendetta e dolore, ma, sotto sotto, nella speranza di poter riportare in vita quello che non ha mai smesso di essere per lei il tesoro più importante.
Madre o Strega: il dualismo della donna (secondo gli uomini)
Il sacrificio di un figlio è spesso utilizzato anche per interrogarsi sulla natura del desiderio femminile ed esplorare il confine tra bene e male. Nella tradizione di molte religioni e mitologie, la donna è tanto figura pura, amorevole e materna quanto veicolo di peccato e corruzione. Un dualismo che ci trasciniamo dietro tutt’oggi. La maternità è ancora vista come il centro dell’identità di una donna e, quando essa manca, la società lo fa pesare additandola come incompleta e sovversiva verso ciò che è il suo ruolo naturale.
Il volere altro, il desiderio di restare noi in quel centro e fare della maternità un qualcosa di eventuale e di aggiuntivo rispetto al sentirci complete come esseri umani, il volerci sentire realizzate prima come persone e poi, forse, come madri, è visto come un rifiuto della natura, come una corruzione al limite della stregoneria. Nel momento in cui una donna sceglie di vivere per la realizzazione di se stessa e non per quella degli altri compie il passo verso il male, verso l’accesso a un potere fatto di conoscenza e indipendenza che va contro ciò che la società patriarcale desidera per lei.
Il ciondolo di Agatha
Dalla Persia alla Triplice Dea passando per Ecate
Il termine magia deriva dal greco che a sua volta deriva dal termine persiano utilizzato per indicare una casta sacerdotale della religione zoroastriana, i magi, composta da studiosi che univano pensiero scientifico e religioso. Ma uomini, perché quel tipo di conoscenza era vietata alle donne. Il termine strega deriva dal latino strix, un rapace notturno che in antichità si credeva si nutrisse del sangue delle capre. Infatti, le prime figure a essere associate alle streghe erano ibride con la figura del vampiro, è solo dal medioevo che la parola inizia ad assumere il significato moderno. Ecco per quale motivo nella nostra cultura popolare i maghi hanno per lo più un’accezione positiva, mentre la stregoneria è vista come qualcosa di negativo.
Una delle divinità maggiormente legata alla magia nell’immaginario collettivo contemporaneo e neopagano è Ecate, probabilmente è lei raffigurata sul ciondolo di Agatha. Ecate è una delle figure più complesse della mitologia greca. Protettrice degli incroci e dei luoghi di confini, della famiglia, dea psicopompa (non è una parolaccia, indica la capacità di viaggiare dal regno dei vivi a quello dei morti), guida per le anime e guardiana delle porte degli Inferi, associata alla trasformazione. Insieme ad Artemide e Selene formava il trio della personificazione della luna, e lei stessa era raffigurata in triplice forma per le sfaccettature del suo potere divino: Dea della Luna, Dea della Terra e Dea degli Inferi.
Maiden, Mother, Crone
Eccoci giunti alla raffigurazione trina della donna, e no, non è un tentativo femminista di riscrivere la Trinità Cristiana. Anzi, ha origini ben più radicate e sebbene la Triplice Dea sia un concetto legato alle religioni neopagane, è derivato dalle tre divinità lunari Ecate, Artemide e Selene. Lo sappiamo tutti che la donna è associata alla luna, giusto? Non perché “siamo lunatiche”, ma perché il nostro ciclo mestruale dura più o meno quanto un ciclo lunare completo. Niente a che vedere con la notte, con i balli intorno al fuoco, con il diavolo o la stregoneria, è sempre stato così semplice e privo di malizia.
E in modo altrettanto semplice si è iniziato ad associare ogni fase della luna, e di conseguenza ognuna delle tre divinità, a una fase specifica del ciclo vitale della donna. Artemide, la dea vergine della caccia personificazione della luna crescente è diventata la Fanciulla, la fase di scoperta, sperimentazione e libertà. Selene, la titanide personificazione della luna piena, figlia del titano del Sole e della titanide della Terra, è diventata la Madre, intesa come la fase della donna nel suo pieno potenziale di creazione e protezione. Infine, Ecate, personificazione della luna calante, è diventata la Crona, la fase della saggezza, dell’introspezione, della trasformazione finale, della morte vista come parte di un ciclo naturale.
Gli strumenti delle streghe
La scopa
Prendiamoci un momento di silenzio per le battute infelici e torniamo seri per capire quanto non ci sia nulla da ridere. Avete mai fatto una passeggiata tra gli scaffali dei giochi? Nel reparto dedicato ai maschietti ci sono armi, strumenti da lavoro, dinosauri, macchine, scienza. Nel reparto dedicato alle femmine ci sono aspirapolvere giocattolo, culle e bambolotti, trucchi e gioielli. Veniamo subdolamente addestrate a pensare che quello sia il nostro ruolo naturale. Essere belle, accudire la famiglia, tenere casa pulita. Mentre ai bambini viene insegnato il ragionamento, la manualità, l’indipendenza, alle bambine viene inculcata la tradizione patriarcale che siamo ciò che valiamo per gli altri.
La scopa è un simbolo. Lo strumento che ci viene dato coattamente viene sovvertito, diventando mezzo per una transizione verso la libertà di volare lontane dalle limitazioni che ci vengono imposte dalla società. A cavallo della scopa la strega compie un viaggio verso la riappropriazione della figura della donna libera di essere se stessa per se stessa. Il potere di una strega deriva da quanto la donna crede nelle proprie capacità intellettuali e magiche. Quell’Intenzione di cui Jennifer ci dà dimostrazione nella penultima puntata di Agatha All Along, e che è ingrediente fondamentale per la pratica della magia, è la consapevolezza di essere completa senza bisogno di approvazione altrui.
Il grimorio
Il Darkhold e il taccuino di Billy altro non sono che due facce dello stesso strumento: il grimorio. Il Darkhold fa la sua prima apparizione in WandaVision, lo ritroviamo poi in Doctor Strange nel Multiverso della Follia e viene citato in Agatha All Along. Sappiamo che è fonte di una conoscenza proibita che corrompe l’animo e conduce alla follia. Il libro è ispirato al Necronomicon, un libro fittizio creato da H.P. Lovecraft, descritto come un antico e misterioso grimorio di conoscenze arcane, occulte e proibite.
Nella tradizione magica e neopagana, il grimorio è un libro che racchiude tutta la conoscenza di una strega, è uno strumento di potere spirituale e magico così come di trasmissione del sapere da una generazione all’altra. Spesso sono anche considerati dei diari spirituali nei quali vengono annotati pensieri, visioni e riflessioni sul cammino intrapreso per apprendere la magia e diventare strega. Questo è ciò che il suo taccuino è per Billy, tanto un supporto quanto una rappresentazione del suo viaggio verso la consapevolezza del suo potere.
Il canto
Per tutte le volte che alla donna viene imposto il silenzio, la strega canta. Una delle forme di magia è quella del verbo, ancora una volta l’etimologia può venire in soccorso per comprendere la profondità e il simbolismo del termine. Verbo è sinonimo di parola, ma volendo scavare nel suo significato in realtà indica un pensiero o concetto in quanto parola della mente, oppure quella parte del discorso che indica un’azione, uno stato o un divenire. Non è un caso, quindi, che la magia abbia bisogno del verbo per compiersi.
La magia è legata all’espressione, all’intenzione con la quale si formula la frase, alla musicalità del verso. Il verbo, il ritmo e il canto diventano manifestazione della propria volontà, un mezzo per influenzare la realtà, evocare forze naturali e soprannaturali e trasformare il mondo interiore ed esteriore. Le parole hanno un significato, questo significato le carica di un peso, di un potere intrinseco, così anche il modo in cui quella parola viene pronunciata e il motivo. Il canto è la massima espressione della magia del verbo, un atto di liberazione e di comunione.
La Strada delle Streghe
Il cammino di mattoni gialli
La Strada delle Streghe di Agatha All Along è costellata di citazioni e riferimenti a Il meraviglioso mago di Oz, giungendo al culmine nel settimo episodio nel quale vediamo Agatha nei panni della malvagia Strega dell’Ovest e Lilia in quelli della Strega buona Glinda. La serie di romanzi di L. Frank Baum, di cui il primo libro fu pubblicato per la prima volta nel 1900, è ricca di simbologia e metafore – oltre a offrire letture in chiave politica – e a sua volta ha influenzato la figura della strega popolare contemporanea. Nel 1939 Victor Fleming diresse un adattamento cinematografico ad oggi considerato un classico della storia del cinema, è quindi comprensibile che Billy si sia fatto influenzare inconsapevolmente da questo.
Tornando alla settima puntata, Agatha incarna le forze distruttive della Strega dell’Ovest, una magia legata alla vendetta e alla manipolazione, mentre Lilia è una figura quasi fatata come la Strega del Nord, una magia legata alla compassione e alla saggezza. Ma è interessante come le due non entrino in scena l’una contro l’altra per simboleggiare la lotta del bene contro il male. Nella realtà, così come in Agatha All Along, le persone, tanto quanto le streghe e la magia, sono fatte di grigi. Il bene e il male assoluto non esistono, tutto dipende dall’intenzione con la quale si formula il verbo.
Wherever it may bend / I’ll see you at the end
Ne Il mago di Oz i quattro personaggi che compiono il cammino di mattoni gialli sono Dorothy, lo Spaventapasseri, l’Uomo di latta e il Leone codardo. Ognuno di loro si mette in viaggio per chiedere al potente mago ciò di cui sente la mancanza: Dorothy vuole tornare a casa, lo Spaventapasseri vuole un cervello, l’Uomo di latta desidera un cuore e il Leone il coraggio. Ma una volta giunti a destinazione si rendono conto che ciò che cercavano è sempre stato con loro e il cammino è servito unicamente per prenderne consapevolezza.
Similmente, la Strada delle Streghe altro non è che un cammino alla scoperta del proprio potere interiore. Se analizziamo bene tutta la serie e i personaggi possiamo renderci conto di come ognuno di loro mostri somiglianza con i personaggi de Il mago di Oz: Jennifer vuole tornare ad avere il suo potere, Lilia vuole ritrovare la linearità dei suoi ricordi, Agatha ha perso il proprio cuore che ha seppellito insieme a Nicky, ad Alice manca il coraggio. E tutte loro (ri)scoprono in se stesse ciò che speravano di trovare alla fine della strada.
La strega come simbolo
In un mondo che ci mostra quotidianamente la costante brama di limitare non solo la libertà ma i fondamentali diritti umani della donna, la figura della strega è un potentissimo simbolo di autodeterminazione. Che il motivo lo si voglia andare a ricercare nella mitologia, nella storia o nel neopaganesimo, la Strega incarna indipendenza, saggezza, connessione generazionale, la rivendicazione del diritto di scegliere come vivere secondo il proprio desiderio, la forza dell’unione di tante singole voci che in una congrega acquistano maggiore forza per imporsi e ribellarsi contro ogni forma di oppressione.
Forse, il motivo per il quale Agatha All Along non è piaciuta ad alcuni esponenti del pubblico maschile è perché non è un prodotto pensato a loro immagine e somiglianza, ma è stato scritto, diretto e interpretato per parlare a chi non si sente rappresentat*, a chi si sente esclus*, a chi si sente incastrat*. Al di là di quanto possa essere piaciuta o meno (personalmente la trovo una serie con tanti alti e tanti bassi), è da ammirare ciò che ha tentato di raccontare nel suo sottotesto, e per questo motivo andrebbe vista almeno una volta. Voi tenetevi Capitan America e Iron Man, io li scambio volentieri per la Strada delle Streghe.