Barbie … chi avrebbe mai detto che ci saremo trovati a parlare proprio di un film così?
Quando ci siamo avventurati per vederlo al cinema lo abbiamo preso molto sottogamba, andando vestiti comunque di rosa, ma con le aspettative davvero basse.
Eppure, il film ha saputo colpirci al punto che abbiamo deciso di condividere le nostre impressioni con questa recensione, aspettando il tempo tecnico di pensarci su!
Se non lo avete ancora visto, non vi preoccupate perché non ci saranno spoiler – tuttavia consigliamo comunque la lettura successiva alla visione.
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ToggleIl coraggio di non prendersi sul serio
Non appena il film è iniziato, catapultando lo spettatore in una parodistica citazione di 2001 Odissea nello Spazio, ci siamo resi conto di una cosa: il film non si sarebbe preso sul serio.
Dai trailer e dalle clip si era capito che la pellicola volgeva verso temi ridicoli, ma la commedia che ci siamo trovati di fronte aveva una natura ilare così stratificata che in più occasioni ci siamo ritrovati a ridere pensando alle battute su più livelli.
Non a caso, nonostante la sala fosse piena, ci siamo ritrovati a ridere alcune volte completamente da soli.
Sarà stata una cosa voluta? Sicuramente, se si trattasse solo di un caso, dobbiamo rendere omaggio alla fortuna di Greta Gerwig e Noah Baumbach che, lavorando alla sceneggiatura, si sono ritrovati tra le mani un prodotto di satira che sa far riflettere, ma senza il bisogno impellente di far anche indignare e arrabbiare lo spettatore.
Siamo concordi sul fatto che la satira debba scuotere, toccare nervi scoperti e infierire su ferite ancora aperte, nonostante tutto però la visione di Barbie è stata come passare una piuma su di un ematoma e questo ci ha permesso di godercelo dall’inizio alla fine.
E non è stato facile, visto l’incipit iniziale.
Barbie Land e la manifestazione delle proprie insicurezze
Nei primi minuti assistiamo a scene ridicole al limite dell’assurdo e dialoghi che sembrano scritti da una bambina di 8 anni. Normalmente avremmo provato imbarazzo per chi ha proposto un prodotto così, ma poi ci siamo resi conto di non guardare un colossal, non l’ultima stagione del Trono di Spade, ma Barbie, deve essere così! Anzi la narrazione portata avanti con un linguaggio fanciullesco per un film su una bambola è un tocco di stile concettuale non da poco.
Quindi tutto quello che succede alla nostra protagonista, e alle sue versioni alternative, ha un apparente basso livello di scrittura perché è la rappresentazione di un gruppo di bambine che giocano con le bambole!
I guai a Barbie Land arrivano quando i pensieri degli adulti, oscurati dal peso delle responsabilità, intaccano quel mondo perfetto colmo di innocenza.
Questo scombussolamento spingerà Barbie e Ken a intraprendere un viaggio verso il mondo reale e questo cambierà radicalmente la vita di tutti nel mondo idilliaco che ci viene presentato nei primi cinque minuti di film. Cosa che poi si evolverà gradualmente.
Il contatto con la realtà
Il motivo principale per cui abbiamo molto apprezzato questa pellicola e consigliamo la visione a tutti, è la costruzione dei personaggi.
Il cinema di oggi offre una visione preconfezionata del concetto di eroina che, nascondendosi dietro il barlume di redenzione della figura della donna nel mondo cinematografico, in realtà prende in giro le spettatrici.
Le donne nei film moderni non sono più persone, sono dee che sanno già fare tutto o imparano comunque a farlo meglio degli uomini. Sono le più talentuose, esperte, e in quasi tutti i casi il loro unico ostacolo al successo è l’uomo cattivo che cerca di limitarle – basti pensare a Captain Marvel o Rey dell’ultima trilogia di Star Wars.
Le Barbie invece sono stereotipi, tutte, e quando la più Barbie di tutte viene messe a contatto con la realtà il mondo fittizio costruito intorno alla falsità crolla.
Vedere come sia inutile una certa idea di donna legata a una bambola nel mondo reale scuote la nostra protagonista ed ha effetti anche sullo spettatore.
Bugie e sogni
Giunti nel nostro mondo la coppia si rende conto che gli uomini, al contrario di Ken, non sono solo accessori per le donne e, anzi, in tantissimi ambienti dominano. La donna deve lavorare di più per avere comunque meno rispetto e gratificazione di un uomo.
In un susseguirsi di battute rapide, anche noi spettatori siamo messi a contatto con tante bugie e visioni falsate della realtà che viviamo ogni giorno. Barbie è ora una donna oggetto, che viene vista solo per come appare e non viene presa sul serio, ma per questo motivo viene anche scagionata facilmente dalla polizia che non vuole incriminare una donna così bella.
Ken è un idiota ignorante, ma è un uomo e si trova in America, con le giuste competenze potrebbe tranquillamente scalare la gerarchia di ogni posto di lavoro. Rimane però attratto dal patriarcato e dai cavalli (che crede correlati) e la sua visione distorta dalle cose complicherà notevolmente la situazione.
Continui affondi diretti
L’umorismo proposto nel film, sapientemente gestito dalla scelta di mettere Margot Robbie e Ryan Gosling nei ruoli dei protagonisti, non è forte come sarebbe potuto essere.
La pellicola è leggera, godibile, ma sa essere tagliente quando serve. Potremmo quasi definirla una “Spada di Vetro“, letale ma fragile. Fragile come gli stereotipi che si mostrano nel lungometraggio che si ridicolizzano e dissacrano, questa è la chiave di lettura che ci viene proposta: prendere uno stereotipo e riderci su.
Entrare in contatto con la realtà può insegnarci che siamo persone, nient’altro, con pregi e difetti e capaci di realizzare grandi cose solo se ci rimbocchiamo le mani e decidiamo di lavorare sodo.
Riuscirà anche Barbie a capirlo nel film? Vedetelo per scoprirlo!
Conclusioni su Barbie
Non è stato facile parlare di Barbie senza poter fare spoiler, ma alla fine ci siamo riusciti.
Per concludere, il film ci è molto piaciuto e se non fosse stato per Renfield – dove Nicolas Cage interpreta Dracula – sarebbe stata la pellicola che ci ha fatto più divertire quest’anno al cinema.
È un film destinato a rivoluzionare il mondo del cinema o il mondo in generale? Certo che no, ma è comunque bello vedere che qualcuno ha ancora il coraggio di prendersi in giro in una società che inizia a prendersi troppo sul serio.
Barbie è il film che serve ad Hollywood per imparare a ridere più di se stessi.
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