La figura di Dracula ha da sempre riscosso grande successo, sin dai tempi del cinema muto. Molti registi si sono confrontati con il romanzo di Bram Stoker, tra questi anche Mel Brooks, in una versione tutta da ridere. Andiamo a scoprire qualcosa di più sulla genesi del film.
Mel Brooks
Mel Brooks è senza dubbio un’icona della comicità americana, con alle spalle una lunga carriera cinematografica, cominciata nel lontano 1968 con Per favore, non toccate le vecchiette. Nonostante lo scarso successo al botteghino, il film si aggiudica il premio Oscar alla migliore sceneggiatura. Dopo un inizio di carriera un po’ in sordina, la svolta avviene nel 1973 con il film Mezzogiorno e mezzo di fuoco, una divertentissima presa in giro del genere western americano, che ottiene un eccellente riscontro di pubblico.
Da quel momento la parodia diventa un marchio di fabbrica della carriera di Brooks, trovando in essa il modo migliore per sviluppare la sua comicità. E così nel 1974 Brooks firma il suo capolavoro: Frankenstein Junior è una pellicola ricca di personaggi e gag rimaste nella storia, in poche parole un classico. Dopo questo grande successo, il regista ha in mente di rivisitare un altro classico della letteratura horror, ovvero Dracula; purtroppo per vari motivi la pellicola non ottiene il via libera, ma Brooks non abbandonerà mai l’idea.
Il ritorno di Dracula
Nel 1992 Francis Ford Coppola riporta in auge la figura del principe delle tenebre con Dracula di Bram Stoker. Il film ottenne il plauso di pubblico e critica, grazie anche all’interpretazione di Gary Oldman nei panni del protagonista; la pellicola è elogiata anche per la qualità tecnica della regia, e il comparto artistico di assoluto livello. Il rinnovato interesse intorno alla figura del Conte Dracula spinge Mel Brooks a riprendere in mano il suo vecchio progetto, dopo quasi vent’anni dal suo concepimento iniziale.
Alle radici del mito
Nella creazione del film Brooks si è ispirato al Dracula del 1932, di Todd Browning. Questa è la pellicola che ha imposto il re dei vampiri nell’immaginario cinematografico; gran parte di quel successo deriva dall’elegante – e allo stesso tempo inquietante – interpretazione di Bela Lugosi. Una performance talmente iconica da legare per sempre Lugosi a Dracula. Il successo dell’adattamento di Browning fa da apripista al celebre ciclo dei mostri della Universal, una serie che comprende film come Frankenstein e L’uomo invisibile.
In Dracula morto e contento – questo il titolo scelto dal regista – è invece il mitico Leslie Nielsen a interpretare il celebre vampiro, e il suo look si rifà proprio a quello di Lugosi. In quegli anni l’attore comico era in auge grazie alla trilogia Una pallottola spuntata, ma è qui che collabora per la prima volta con il pioniere delle parodie. Il cast vede tra i protagonisti lo stesso Brooks nei panni del professor Van Helsing; nel ruolo di Renfield, il viscido servitore di Dracula, troviamo Peter MacNicol, mentre Amy Yasbeck (che aveva lavorato per Brooks in Robin Hood: Uomo in calzamaglia) interpreta Mina Seward.
Dracula morto e contento viene spesso considerato tra i film minori di Mel Brooks, ma si tratta comunque di un’opera divertente e ben realizzata. L’elemento forte è senza dubbio il protagonista: sdoganato come attore comico dai fratelli Zucker (ve ne abbiamo parlato qui: Quelli della pallottola spuntata ), Leslie Nielsen interpreta un Dracula serio e composto nonostante le varie situazioni assurde intorno a lui, ed è questo corto circuito comico, tipico del suo stile, che genera le risate più genuine.
Tra le varie scene divertenti la più memorabile è quella in cui Jonathan Harker (Steven Weber), con l’aiuto del professor Van Helsing, impala la povera Lucy, con esiti tragicomici.
Il film conclude la lunga carriera registica di Mel Brooks in maniera agrodolce. Il film è stato un insuccesso finanziario, incassando poco più di 10 milioni di dollari in tutto il mondo, contro un budget di di 30 milioni. Il motivo dell’insuccesso risiede nel fatto che negli anni ’90 la figura di Brooks aveva perso la popolarità di un tempo, e la sua comicità non era più in sintonia con il pubblico contemporaneo.
Nonostante siano lontani i fasti delle sue opere migliori, Dracula morto e contento resta una valida pellicola di intrattenimento ottimamente recitata. Una degna conclusione per un maestro della comicità, che sicuramente non deluderà i suoi fan.