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Dragon Ball DAIMA: Recensione dell’ultimo lavoro di Toriyama

Goku mini (Dragon Ball DAIMA)

Dopo ben sei anni dalla sua ultima apparizione sul piccolo schermo, Dragon Ball DAIMA rappresenta il grande ritorno del franchise in questa sua forma più tradizionale. L’importanza di tale lavoro risulta poi più evidente se si pensa che la sua creazione, legata alla celebrazione del 40° anniversario di Dragon Ball, è l’ultima opera a cui il Maestro Akira Toriyama si è dedicato prima di venire a mancare.

Tuttavia, fin dal suo annuncio, il progetto è stato circondato da dissenso e pregiudizio, per tutta una serie di motivazioni; e dunque sorge spontanea la domanda: Dragon Ball DAIMA è all’altezza del nome che porta? O ha infine dato ragione ai più scettici?

ATTEZIONE: Prima di proseguire con la lettura, mi preme avvertire i lettori della presenza di spoiler nell’articolo.

 

 

Key Visual di Dragon Ball DAIMA
Key Visual di “Dragon Ball DAIMA”

Recensione Episodio 1 e 2 – La Cospirazione; Glorio

Valutare la riuscita di un progetto dai primi episodi è sempre una scelta quantomeno affrettata, e fare ciò anche con Dragon Ball DAIMA non è da meno, a prescindere che le sensazioni trasmesse siano positive o negative.
Ciò detto, se l’anime dovesse mantenere la qualità generale di questa partenza, ci potremmo ritrovare davanti ad un nuova perla: l’esordio è infatti notevole sotto ogni punto di vista, riuscendo da una parte a deliziare con la tecnica e l’omaggio, e dall’altra a porre e sviluppare già ora le basi non solo per la storia che andrà raccontata, ma anche per un’espansione della mitologia del brand, e di alcuni personaggi.

Insomma, sia grazie a una sapiente gestione dei vari elementi, sia grazie a una giusta ispirazione e a un rimaneggiamento dai precedenti prodotti – tra cui spiccano la prima serie e Dragon Ball GT – ci troviamo davanti a due primi episodi capaci di intrattenere e far sorridere come Dragon Ball non riusciva da tempo.

 

 

Goku in “Dragon Ball” e “Dragon Ball Z”

 

Una missione non facile

Come detto in apertura, questo nuovo anime si propone di celebrare i 40 anni del nome di cui si fa carico, e nel farlo sceglie una strada coraggiosa: allontanarsi dall’epicità più classica impressa nella mente dei fan, che Dragon Ball Z , Dragon Ball Super e Dragon Ball GT hanno contribuito ad instaurare, e virare piuttosto verso atmosfere più fantastiche e spensierate, avvicinandosi come non mai alla prima serie, e richiamando i tratti più avventurosi di GT.

Da questo punto di vista, questi primi episodi cercano di far comprendere in modo chiaro il tono che assumerà l’anime, rafforzato ulteriormente nel secondo episodio, ricco di gag tra i vari protagonisti riportati bambini, in uno stile molto più buffo e simpatico rispetto a quanto mostrato da GT.

 

Piccolo (Mini) e Vegeta (Mini)

 

Sicuramente l’opera non sarà privo di scene action più intense, mai assenti dalla creazione del manga, e probabilmente posizionate in prossimità degli scontri con i nemici principali, ma se uno spettatore si approcciasse a questo prodotto desideroso di vedere una prevalenza di questi frangenti, indubbiamente potrebbe rimanere scontento.

Con l’introduzione dell’avventura, in ogni caso, viene anche già posta una serie di mattoni che non solo funge da base per la storia che andrà raccontata, ma fornisce un’ulteriore espansione del già vasto mondo di Dragon Ball, in un processo che, se verrà gestito con successo, potrebbe costituire una delle migliori manovre per Dragon Ball degli ultimi anni.

 

Un’espansione demoniaca, e non solo

 

Dragon Shenron

 

Prima importante novità che si porta dietro la serie è la rappresentazione ufficiale del “Reame Demoniaco“, finora relegato ad opere non canoniche e alle guide formatesi dalle interviste di Toriyama, e che, a giudicare dai trailer e dagli obiettivi che intendono raggiungere gli eroi e nemici, potrà vedere un ulteriore sviluppo nel corso della serie; questa grande aggiunta ha già adesso costituito l’appiglio perfetto per indagare sui retroscena di alcuni personaggi, come Babidi, Darbula (il cui titolo “Re dei Demoni” è stato ora chiarito), Majin Buu, a cui sono stati attribuiti nuovi poteri, Kaioshin, dotato ora di due fratelli e la cui storia potrebbe subire altri approfondimenti, e tutta una serie di cambiamenti e aggiunte che meritano di essere discusse separatamente in futuro.

Ma l’ultima, non per importanza, nuova espansione è paragonabile a ciò che il Maestro fece già con i Saiyan, utilizzando alcuni agganci già introdotti nel manga di Dragon Ball Super: usare una retcon per stravolgere la concezione che lo spettatore ha di un elemento, ovvero i namecciani, per sorprendere e avere l’occasione di tessere una serie di nuove storie; alcuni di questi inserimenti potrebbero certamente portare in futuro a delle incongruenze, ma solo il proseguimento dell’opera permetterà di valutare la loro riuscita.

 

Il namecciano Neva

 

Una prima schiera di nuovi personaggi

 

Dr. Arinsu, Degesu e King Gomah.

 

Nell’arco di due episodi sono state numerose le aggiunte all’incredibile universo di Dragon Ball, anche dal lato dei personaggi, tutti con un character design ispirato a qualcosa di già visto in passato, ma ognuno dei quali pronto a dire qualcosa di nuovo. Al centro di tutto vi sono i tre nuovi antagonisti:  Degesu, Dr. Anisu e Gomah, nuovo Re dei Demoni, su cui è possibile osservare il tratto più caratteristico di Toriyama, ovvero la rappresentazione in chiave spiccatamente comica di personaggi facili da sottovalutare, ma che covano dentro grande potere e malvagità.

Aggiunte più di contorno sono il demone Glorio e il namecciano Neva, i cui orientamenti sembrano ancora dover essere definiti al meglio, visto l’alone di ambiguità che entrambi portano; menzione ad honorem anche per Arbula, padre di Darbula, apparso velocemente all’interno della nuova “ending”, ovvero la sequenza musicale conclusiva dell’anime.

 

Degesu, King Gomah, Dr. Arinsu, Darbula, Arbula

 

Un inchino a Toriyama

A tal proposito, per diverse ragioni è possibile considerare l’esordio di Dragon Ball DAIMA sia come un omaggio da Toriyama alla sua più grande creazione, e agli spettatori che l’hanno supportata nel tempo, sia come un tributo allo stesso mangaka: nel corso dei primi due episodi, infatti, viene presentato il percorso compiuto dall’iconico Goku durante tutta la serie di Dragon Ball e Dragon Ball Z, soffermandosi in particolare sulla “Saga di Majin Buu”.

Con un comparto tecnico splendido, caratterizzato da tratti e disegni che rappresentano la via di mezzo perfetta tra la muscolarità di Dragon Ball Z e la snellezza di Dragon Ball Super, è stata ripresa al meglio l’essenza presente nel manga, messa in scena con una fluidità delle animazioni che rendono il tutto un puro spettacolo per gli occhi.

 

Comparazione tra il manga di “Dragon Ball” e “Dragon Ball DAIMA”

 

Dall’altra parte, anche l’opera stessa è ricca di dediche al Maestro Toriyama, individuabili soprattutto nel corso della ending prima menzionata, in cui sono state inserite citazioni testuali e grafiche all’autore, simboleggiando tutto il lascito che ha lasciato a generazioni di spettatori.

 

 

Tributo ad Akira Toriyama

 

“Jaka Jaan”: un’opening destinata a diventare cult

Oltre alla realizzazione di una nuova ending, ogni anime prevede anche una nuova “opening“, ovvero la sequenza musicale di apertura dell’episodio. È qui che entra in gioco “Jaka Jaan“, sigla che, grazie ai colori, alle immagini e ovviamente alla canzone, è in grado in grado di far piombare lo spettatore immediatamente in tutto il clima avventuroso e spensierato che l’opera intende proporre, giungendo a un mix perfetto tra le sensazioni suscitate da Dragon Ball e Dragon Ball GT.

Questi prodotti non sono citati a caso dato che, esattamente come per la struttura dell’anime, anche “Jaka Jaan” presenta una serie di riferimenti a tutto quello che è stato Dragon Ball, rimodulando il tutto opportunamente per costituire sia una sequenza fresca per chi non si accorgesse di ciò, sia un omaggio che scalda il cuore per chi individuasse tali rimandi.

 

Confronto tra la ending di “Dragon Ball Super” e di “Dragon Ball DAIMA”
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