L’eredità di Viaggio in Occidente

Viaggio in Occidente è uno dei capolavori indiscussi della letteratura cinese del XVI secolo, che racconta (in chiave romanzata) l’epico viaggio del monaco buddhista Xuanzang. Questo straordinario romanzo offre una riflessione profonda sui principi del Buddhismo, del Taoismo e del Confucianesimo, esplorando l’influenza di queste filosofie sulla cultura e sulla spiritualità cinese.

Il viaggio stesso diventa una metafora del percorso di purificazione interiore dei protagonisti, ognuno dei quali affronta prove, ostacoli e trasformazioni che li condurranno, alla fine, all’illuminazione.

Accanto a opere come Il romanzo dei tre Regni di Luo Guanzhong, I briganti (conosciuto anche come I ribelli) di Liang Shan e Il sogno della camera rossa di Cao Xueqin, Viaggio in Occidente è uno dei “quattro grandi romanzi classici” della letteratura cinese, un gruppo di opere ritenute dai critici tra le più importanti e influenti dell’intera tradizione letteraria nazionale.

La figura di Sun Wukong, in particolare, è diventata un simbolo potente e un pilastro nella letteratura asiatica, influenzando numerosi altri racconti, opere e leggende nel corso dei secoli, lasciando un’impronta indelebile nella cultura letteraria dell’Estremo Oriente. Di recente, è stato anche protagonista di un videogioco che ne prosegue il viaggio: Black Myth Wukong.

 

L’influenza di Sun Wukong e Viaggio in Occidente

Viaggio in Occidente ha goduto di un’immensa popolarità e ha esercitato un impatto profondo sulla letteratura di tutta l’Asia, divenendo un pilastro culturale che ha ispirato generazioni di scrittori, artisti e lettori.

Il personaggio di Sun Wukong, il Re Scimmia, è senza dubbio uno dei protagonisti più iconici e amati della tradizione letteraria cinese. La sua popolarità duratura si spiega con una semplice verità: nonostante la sua natura giocosa e a tratti frivola, Sun Wukong incarna valori profondi e complessi, portando con sé messaggi filosofici che risuonano su più livelli. È un personaggio che rappresenta la forza, ma anche il dubbio esistenziale, la ricerca di significato e la crescita interiore.

La prima parte del romanzo, nota come Lo Scimmiotto, ci introduce alla scimmia di pietra, nata da un uovo di roccia, fecondata dal vento. Nei primi capitoli, interamente dedicati a lui, Sun Wukong conquista il titolo di Re delle scimmie grazie alla sua forza e determinazione. Tuttavia, nonostante sembri aver ottenuto tutto, si ritrova ad affrontare i primi dubbi esistenziali e, temendo che la sua felicità possa essere minacciata dalla morte, intraprende un viaggio alla ricerca dell’immortalità.

Il percorso di Sun Wukong diventa un modello narrativo che sarà ripreso e reinterpretato in vari contesti. La struttura del Viaggio in Occidente ha influenzato profondamente il genere Shonen nel manga giapponese, che si concentra sull’azione e sulla continua sfida del protagonista. Le storie Shonen si sviluppano solitamente attraverso una serie di prove, come duelli, gare sportive o sfide, in cui i protagonisti sono costantemente messi alla prova, con l’obiettivo di raggiungere un traguardo prefissato.

Il più noto esempio di questa influenza è Dragon Ball, che cita esplicitamente Viaggio in Occidente attraverso la figura di Son Goku, un personaggio chiaramente ispirato a Sun Wukong. L’evoluzione del giovane eroe, i suoi duelli e la continua ricerca di potere e miglioramento, riflettono perfettamente la struttura e le tematiche dell’opera cinese, consolidando ancora di più l’eredità di Sun Wukong nel panorama della cultura popolare.Viaggio in occidente Sun Wukong Dragon Ball

 

Nella sua versione giapponese, Son Goku rappresenta una delle incarnazioni più fedeli di Sun Wukong, almeno nella prima serie. Goku, privo di genitori e trovato dal nonno in un “strano uovo” tra le rocce, si presenta come un personaggio ingenuo, ma dotato di una forza straordinaria.

Insieme a Bulma, intraprende un viaggio alla ricerca delle Sfere del Drago, che esaudiscono i desideri. Il parallelo tra Goku, che parte con Bulma, e Sun Wukong, che intraprende il suo viaggio con il monaco Tripitaka, si ripropone lungo tutta l’opera. Con il tempo, Goku/Wukong si allena sotto la guida di un maestro saggio, incontra una divinità e, infine, viene sconfitto da un potere superiore.

Un ulteriore richiamo all’opera originale si trova nel film La battaglia degli Dei, in cui Goku raggiunge lo stadio del Super Saiyan God e viene sconfitto dal Dio della Distruzione, Beerus, un chiaro omaggio al percorso del protagonista nel Viaggio in Occidente.

 

L’impatto sull’animazione giapponese

Un’altra opera che, come Dragon Ball, rielabora il viaggio di Wukong e Tripitaka è Saiyuki. Questo manga, scritto e illustrato da Kazuya Minekura, è stato pubblicato sulla rivista Monthly GFantasy e riprende chiaramente le tematiche e i personaggi di Viaggio in Occidente. Nella sua versione, un monaco, accompagnato da un ragazzo-scimmia nato da una roccia fecondata dal vento, un demone fluviale (un Kappa) e un demone maiale, si avventura alla ricerca di sacri sutra buddhisti, proprio come nel racconto originale.

Saiyuki ha dato vita a una serie di adattamenti, tra cui ulteriori manga, una serie animata televisiva, OAV e film d’animazione, ampliando così la sua influenza sulla cultura popolare.

Un aspetto interessante di Saiyuki è che uno dei kanji utilizzati per scrivere il titolo (最遊記) è diverso da quello presente nel titolo di Viaggio in Occidente (西遊記). Giocando con i kanji di Saiyuki, si possono ottenere traduzioni che evocano significati come “La leggenda del demone dell’illusione“, “La scimmia è intelligente” o “Cronache del viaggio per eccellenza“, suggerendo una profonda connessione con la tradizione, ma anche una reinterpretazione originale del mito.

Prima ancora di Saiyuki e Dragon Ball, tuttavia, Viaggio in Occidente aveva già ispirato due trasposizioni anime. La prima, The Monkey, è una serie animata composta da 39 episodi prodotta nel 1967 da Osamu Tezuka, una delle figure più iconiche nel panorama dell’animazione giapponese, che ha ulteriormente contribuito a diffondere la leggenda di Wukong e dei suoi compagni al di fuori dei confini della Cina.

viaggio in occidente the monkey osamu tezuka

L’altra serie è Science Fiction Saiyuki Starzinger, che riscrive in chiave fantascientifica il Viaggio in Occidente, prodotta da Toei Animation e scritta da Leiji Matsumoto (il papà di Capitan Harlock). La serie è andata in onda a cavallo tra il 1978 ed il 1979 ed è composta da due parti: la prima di 64 episodi e la seconda da 9.

Oltre alle opere già menzionate, esistono numerosi anime e manga che reinterpretano Viaggio in Occidente e i suoi personaggi, ma in alcuni casi si limitano a fare semplici riferimenti, richiamando il protagonista o i nemici senza riprendere l’intera trama. Questa influenza è visibile in numerosi lavori moderni, che attingono ai “poteri” di Sun Wukong per caratterizzare i propri protagonisti, conferendo loro abilità straordinarie o peculiarità che rimandano al leggendario Re Scimmia.

Prendiamo, ad esempio, Naruto. Una delle prime tecniche che il giovane ninja apprende – al di là della trasformazione in sé – è la tecnica suprema della moltiplicazione del corpo, uno dei poteri più iconici di Sun Wukong. Il Re Scimmia, infatti, è celebre per la sua abilità di creare cloni di sé stesso a partire da un singolo capello, una capacità che diventa centrale nelle sue avventure. La tecnica di moltiplicazione in Naruto riprende, quindi, una delle caratteristiche più distintive del personaggio di Wukong.

Un altro parallelismo interessante riguarda la modalità eremitica di Naruto, che ricorda la connessione tra il Re Scimmia e l’ambiente circostante. Come Wukong ottiene il KI dalla terra che lo nutre e gli conferisce forza, anche Naruto, nella sua modalità eremitica, acquisisce Chakra dall’ambiente, stabilendo così un legame diretto con il mondo naturale che potenzia le sue abilità.

In modo simile, One Piece offre una chiara citazione al Re Scimmia attraverso il protagonista Monkey D. Luffy. Sebbene non sia un riferimento diretto a Wukong, Luffy, come il Re Scimmia, trae potere da capacità uniche e in continua evoluzione. Le sue trasformazioni, che gli permettono di evolversi e acquisire nuovi poteri, sono in qualche modo parallele alle gesta del leggendario Wukong, che non smette mai di superare i propri limiti e scoprire nuove potenzialità.

In questo modo, Wukong continua a vivere non solo attraverso le opere che direttamente riprendono Viaggio in Occidente, ma anche attraverso le strutture narrative e i temi che i creatori di anime e manga moderni continuano a esplorare, creando personaggi che riflettono la sua immagine e i suoi poteri in modi nuovi e affascinanti.

 

I lungometraggi dedicati al Viaggio in Occidente

Ancora prima che Viaggio in Occidente lasciasse un’impronta profonda sui manga giapponesi, nel 1941 fu realizzato un lungometraggio cinese intitolato La principessa dal ventaglio di ferro. Il film, che trae ispirazione da una parte del celebre romanzo, ruota attorno alla figura della principessa, protagonista di una storia che vede il leggendario Sun Wukong affrontarla in un epico duello. Un elemento centrale della trama è il ventaglio della principessa, usato per spegnere le fiamme che minacciano un villaggio di contadini, aggiungendo così un intrigante mix di azione e magia.

Rimanendo nel contesto dei lungometraggi animati, anche la serie Doraemon di Fujiko Fujio ha dedicato un film a questa tematica. Il nono della serie, intitolato Doraemon: Nobita no Parallel Saiyūki, racconta di come il giovane Nobita cerchi di convincere i suoi amici dell’esistenza del leggendario Monkey King. Per aiutarlo, Doraemon li riporta indietro nel tempo, visitando il tempio dove Tripitaka intraprese il suo viaggio. Qui, Nobita e i suoi amici si cimentano in un gioco chiamato “Saiyuki” tramite una console speciale, ma quando tornano al presente, Doraemon dimentica di spegnere la console. Il mondo che trovano non è più come lo conoscevano, ma è governato dai demoni.

Sarà necessario usare i poteri di Sun Wukong e dei suoi compagni per salvare la situazione, creando un’avventura che mescola elementi storici e fantastici con il tocco distintivo della serie.

Doraemon: Nobita no parallel Saiyūki Viaggio in occidente Sun Wukong

Una trasposizione animata del romanzo spingerà un famoso autore ad avvicinarsi al mondo dell’animazione. Nel 1960, infatti, arriva il film Le 13 fatiche di Ercolino, prodotto da Toei Doga e diretto da Taiji Yabushita e Daisaku Shirakawa. Il film è basato sul manga Boku no Son Goku di Osamu Tezuka, pubblicato nel 1952. Sebbene il nome di Tezuka comparisse nei titoli di testa e fosse accreditato come co-regista, lo stesso Tezuka dichiarò successivamente di aver partecipato allo studio solo per alcune foto promozionali, precisando che il suo contributo reale si limitava al soggetto.

C’è da dire che la sua esperienza come consulente nell’adattamento del suo stesso manga e il suo coinvolgimento nella promozione del film stimolarono in lui un crescente interesse per l’animazione.

Nel luglio dell’anno successivo, il film venne distribuito in America con il titolo Alakazam the Great!, diventando uno dei primi lungometraggi d’animazione giapponesi a essere esportato negli Stati Uniti. Tuttavia, la versione americana subì pesanti modifiche: tutti i riferimenti al manga e alle tradizioni orientali furono rimossi, mentre la colonna sonora originale di Ryoichi Hattori fu sostituita da una nuova composizione a cura di Les Baxter. Questa versione fu poi distribuita anche in altre nazioni occidentali.

A differenza delle trasposizioni animate, i film live-action ispirati a Viaggio in Occidente non subirono simili alterazioni. Nel 2008, ad esempio, uscì Il regno proibito (The Forbidden Kingdom), diretto da Rob Minkoff, un film in cui Jet Li e Jackie Chan partono insieme a un ragazzo del futuro per riportare il leggendario “randello a piacere vostro” (il bastone magico) a un Sun Wukong imprigionato con l’inganno, nel tentativo di liberarlo.  La visione è consigliata a tutti, anche se non è tra i film più belli di Jackie Chan.

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La fine del viaggio

Viaggio in Occidente è un romanzo che non ha nulla da invidiare a nessun altro racconto epico, e la sua capacità di affascinare milioni di lettori in tutto il mondo ne è la prova. La sua trama avvincente intreccia legami di amicizia, umorismo di ogni tipo, battaglie epiche, intrighi e tradimenti, e sul fronte cavalleresco non è seconda a nessun grande poema classico.

Da quasi cinque secoli, le avventure di Sun Wukong, Tripitaka e dei loro compagni continuano a ispirare lettori e a influenzare la letteratura globale, come ogni grande opera innovativa dovrebbe fare. Le sue tracce si trovano ancora oggi in innumerevoli citazioni letterarie, e l’influenza di quest’opera secolare è tangibile anche nel nostro Paese.

Un esempio della sua lunga ombra creativa è il fumetto Lo Scimmiotto, scritto da Silverio Pisu e disegnato da Milo Manara, pubblicato nel 1976. Questo fumetto rappresenta una reinterpretazione, seppur molto libera, della prima parte della storia di Viaggio in Occidente. La trama inizia con la nascita di Sun Wukong e si conclude con l’imprigionamento del Re delle Scimmie sotto la Montagna dei Cinque Elementi, ad opera del Tathàgata Buddha. Un omaggio vivace e originale a un capolavoro della letteratura cinese.

Se non avete mai letto Viaggio in Occidente non perdete questa occasione. Chissà che il viaggio di Wukong non ispiri voi, come ha ispirato tutti gli autori che hanno letto il capolavoro della letteratura cinese.