Alla fine Final Fantasy VII Rebirth, il secondo capitolo del grandioso progetto dedicato al Final Fantasy più amato di sempre, è finalmente giunto nelle case dei fan.
Annunciato nel 2022 in esclusiva PS5 dopo il successo di Final Fantasy VII Remake (primo capitolo della già confermata trilogia, uscito nel 2020) Rebirth prosegue le avventure verso l’ignoto di Cloud al di fuori di Midgar e sulle tracce di Sephiroth, che cerca di manovrare il destino del mondo con lo scopo di portarlo alla distruzione.
Le vicende dei nostri protagonisti si dipanano attraverso un immenso open world tutto da scoprire, costellato di attività, minigiochi, missioni secondarie ed esplorazioni in ogni angolo di Gaia e interrompendosi, come già annunciato dagli sviluppatori Square Enix, alla parte finale del primo disco originale ovvero la Capitale Dimenticata.
Ma quali sono i pregi e i difetti di questo attesissimo titolo? Siete curiosi di sapere il nostro parere? Allora non perdiamoci in chiacchiere e buttiamoci subito nella recensione di Final Fantasy VII Rebirth!
Indice
ToggleFinal Fantasy VII Rebirth, la trama
Dopo la rocambolesca fuga da Midgar, l’avventura di Cloud e i suoi amici prosegue nella tranquilla cittadina di Kalm, dove il first class SOLDIER racconta cosa successe cinque anni prima nella sua cittadina natale, Nibelheim. Attraverso i suoi ricordi, la minaccia di Sephiroth si fa sempre più tangibile e il gruppo è determinato a fermarlo a qualsiasi costo.
Intanto Rufus Shinra, ormai a capo della compagnia dopo la morte di suo padre, cerca in tutti i modi di affermare il suo potere proseguendo la ricerca della cosiddetta Terra Promessa, luogo mitico di cui cantano i Cetra, ovvero gli antichi abitanti del pianeta. Anche per lui, tuttavia, la situazione si fa più complicata quando un fantasma del passato della Shinra si presenta davanti ai suoi occhi, mettendogli i bastoni tra le ruote.
Con l’aggiunta di nuovi membri al gruppo, tutti con un passato legato a doppio filo con la Shinra, Cloud e i suoi compagni viaggiano con lo scopo di salvare il mondo, ma non sarà facile e la separazione dalle persone care sarà un sacrificio necessario per fermare la sete distruttiva di Sephiroth.
Personaggi e ambientazioni
La storia di Rebirth approfondisce molto i nostri protagonisti, in parte già ben caratterizzati nel titolo precedente, presentando sfaccettature inedite per ognuno di loro. Molta attenzione viene data al rapporto tra Cloud, Tifa e Aerith costellando l’intera storia di momenti in cui avranno modo di interagire profondamente e rafforzare ancora di più i loro sentimenti, anche rispetto al gioco originale. Muovendosi all’interno del mondo oltre Midgar, ognuno dei personaggi presenti avrà molto spazio dedicato, spesso utilizzando espedienti narrativi diversi dal titolo originale, ma che non snaturano l’opera.
Essenziale in questo è sicuramente il materiale presente nei due romanzi dedicati all’opera, ovvero Final Fantasy VII: On the Way to a Smile e Final Fantasy VII Remake: Traces of Two Pasts, quest’ultimo dedicato in particolare proprio a Tifa e Aerith. Tramite le missioni secondarie che ci verranno affidate, si scopriranno sempre più dettagli delle loro vite regalando piccole chicche che i fan sapranno sicuramente apprezzare.
Dal punto di vista ambientale, Rebirth sfoggia paesaggi mozzafiato interamente da esplorare, sebbene sia presente qualche sbavatura data dall’effetto “pop up” di piante e alberi man mano che si cammina in mezzo alla natura. Tuttavia la cura nei dettagli delle ambientazioni, da Junon a Corel, fino ad arrivare allo spettacolare Gold Saucer, rendono più impattanti le regioni visitate grazie alla bellezza dei colori e dei suoni ambientali stessi.
La direzione artistica, affidata alle sapienti mani di Tetsuya Nomura (storico volto di Square Enix e character disigner originale di Final Fantasy VII) mostra profonda consapevolezza dell’uso di elementi naturali e architettonici, dando un’impronta industrial e cyberpunk al titolo, che riesce nell’intento di rendere estremamente articolata ogni zona visitabile.
Final Fantasy VII Rebirth perciò si dimostra divertente e vario, pieno di elementi che caratterizzano ogni angolo della mappa di gioco.
Gameplay
Con nuove aggiunte assolutamente azzeccate, il gameplay di Final Fantasy VII Rebirth risulta nettamente superiore al suo predecessore, dimostrando un grandioso salto in avanti nella gestione delle battaglie, dalle più semplici alle più ostiche. Le abilità sinergiche, grande novità portata nel titolo, dimostra la cura degli sviluppatori nel rendere più interattivi tra di loro i personaggi del party, senza tuttavia snaturare i combattimenti, ma combinando elementi strategici a quelli puramente action; queste abilità sono sbloccabili tramite un sistema di livellamento che ricorda molto quello presente in Final Fantasy X, così come anche le abilità individuali di ogni personaggio, risultando intuitivo e ottimale.
Nota di merito va sicuramente alla grande attenzione rivolta ai vari minigiochi presenti che, sebbene spesso spezzino la narrazione principale, non risultano monotoni. Tra gare di chocobo, tornei di carte (probabilmente l’attività più apprezzata dai giocatori) su lussuose navi da crociera e sfide proposte dagli onnipresenti Moguri, le attività secondarie di Final Fantasy VII Rebirth intrattengono nella giusta misura.
In ultimo, una novità rispetto a Final Fantasy VII Remake sono le missioni di caccia proposte da Chadley, il ragazzino prodigio che anche questa volta ci aiuterà nello sviluppo di materie sempre più interessanti: esse sono un’occasione buona per mettere alla prova diversi schermi strategici, permettendo anche di esplorare ogni zona del mondo di Gaia.
No Promises to Keep
La colonna sonora originale a opera di Nobuo Uematsu (storico compositore di Final Fantasy) è nota per essere una delle più iconiche della saga ed è stata qui riarrangiata e modernizzata in maniera eccelsa. I pezzi storici sono stati rinfrescati e accompagnano il giocatore per tutta la durata della trama principale in modo vibrante e coinvolgente. Non da meno i nuovi pezzi aggiunti per l’occasione, che si armonizzano perfettamente al gioco, dando più risalto ad alcuni dei momenti più intensi della storia.
Degna di nota è l’inclusione di The Promised Land, tema portante del film in CGI del 2006 Final Fantasy VII Advent Children e utilizzato anche in Remake. Questo pezzo, profondamente emozionante e inserito in uno dei punti nevralgici della storia, crea un’atmosfera più immersiva e nostalgica, dimostrando anche in questo caso una grande attenzione alla componente musicale da parte degli sviluppatori.
Di grande impatto è sicuramente il tema musicale presentato nel trailer rivelazione di Final Fantasy VII Rebirth dei The Game Awards l’8 dicembre dello scorso anno: No Promises to Keep, composta da Uematsu e interpretata dalla cantante americana Loren Allred lascia senza fiato, in una intensa interpretazione che riuscirà ad ammaliare lo spettatore fino a commuoverlo. I rapporti tra i personaggi riescono ad assumere ancora più profondità grazie al testo significativo e alla musicalità fortemente coinvolgente.
Conclusioni
Nonostante qualche sbavatura, Final Fantasy VII Rebirth rappresenta il perfetto connubio tra passato e presente, presentandosi come un prodotto nuovo ma senza “tradire” la base originale. Le aggiunte a livello di trama rendono il titolo altamente attraente riuscendo a divertire ed emozionare sia un pubblico più giovane che i veterani della saga. Assolutamente da non perdere!