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Fleabag: un manifesto femminista

Fleabag è una delle serie più acclamate degli ultimi anni. In solo due stagioni Phoebe Waller-Bridge autrice ed interprete ci racconta a che punto è arrivato il femminismo oggi e di quanta strada ancora ci sia da fare.

Sacco di pulci

La serie non ci presenta uno stereotipo, né cerca di rappresentare un personaggio iconico o inusuale. Ci dà invece la visione più vera e sincera di una donna. Protagonista dell’opera è Fleabag, a cui non ci si riferisce mai per nome, sia perché più volte rompe la quarta parete rendendo la visione una sorta di esperienza catartica, sia per sottolinearne le contraddizioni e il caos che la contraddistingue definendosi “sacco di pulci”. È tutto tranne che perfetta: compie un errore dietro l’altro, sa dire la frase sbagliata al momento sbagliato ed è decisamente impulsiva; alla continua ricerca di se stessa e cosa c’è di più vero di questo?

Phoebe Waller-Bridge Fleabag

A-Contraddittoria

Fleabag è una giovane donna che cerca di allontanarsi dagli standard che le vengono imposti. Innanzitutto dal padre, che cerca di rendere sia lei che sua sorella Claire le perfette femministe, ed è incapace di una maturità emotiva e quindi di aiutarle ad affrontare la morte prematura della madre.

Più volte vengono mostrati i convegni femministi a cui quest’ultimo le iscrive, emblematica è la scena in cui l’oratrice chiede alla platea quali di loro sarebbero disposte a dare 5 anni della loro vita per 5 chili in meno e soltanto le 2 sopracitate alzano la mano, per poi riabbassarla imbarazzate. Per quanto infatti una donna cerchi di scappare dagli standard che le vengono imposti, una parte di lei cercherà sempre di rientrarvici, perché cresciuta ed educata con questa idea. È proprio per questo che Fleabag può essere ritenuto un manifesto femminista, poiché ci mostra la contraddittorietà sincera della femminista moderna.

La stessa Claire nonostante sia una donna professionalmente realizzata, non riesce comunque a sentirsi abbastanza, e ne è la prova il fatto che sia affetta da un DCA, che neppure lei stessa riconosce. La stessa legge, se così si può definire, della sorellanza femminile dalla protagonista non è rispettata. Boo è infatti non solo l’amica più sincera, ma anche forse l’unica su cui questa può contare. Con lei apre la caffetteria, con lei vive la sua quotidianità, ma è proprio a lei che farà il torto più grande, che risulterà nella morte (seppur quasi casuale) di quest’ultima. Fleabag è infatti tormentata dal senso di colpa per aver tradito l’amica e ancora una volta si dimostra “non- femminista”.

Fleabag e Boo

Emancipazione

Bellissima è la rappresentazione della sessualità femminile intesa sia come desiderio sessuale, ancora troppo spesso visto come un qualcosa di prettamente maschile, sia per la sessualità intesa biologicamente come ad esempio la rappresentazione delle mestruazioni. Quest’ultimo elemento ci viene mostrato come se fosse una vera e propria opera d’arte, nella scena che trovate qui al link.

“Le donne, a differenza degli uomini, nascono col dolore”, dice nella serie la vincitrice di un non desiderato premio alla carriera in quota rosa. La menopausa è la vera liberazione. Non si soffre per il ciclo, non si soffre per il parto, non si soffre. La libertà sta nell’assenza del corpo. Fleabag è una donna carnale che vuole vivere la sua sessualità consapevole, senza vergognarsene (proprio come fa un uomo). Lei vuole innamorarsi di un prete, senza preoccuparsi della scorrettezza di questo desiderio; lo desidera, lo vive e affronta il dolore che ne conviene (per il rifiuto).

Ironia: motore dell’opera

L’emancipazione vera, sessuale e non, nasce dall’ ironia. I personaggi sono autoironici, sono veri, sfacciati, politicamente scorretti. Martin, il marito di Claire, non è altro che la rappresentazione del patriarcato, con la P maiuscola. Sbaglia continuamente, dice battute fuori luogo, tenta addirittura di baciare la protagonista, nonostante sia sposato con sua sorella, alla quale non riesce neppure a fare un regalo, perché in realtà non la conosce affatto. Non commette forse un errore dietro l’altro come Fleabag stessa? Assolutamente si;  ma con l’unica differenza che lui può, perché appunto è un lui.

Martin, marito di Claire

Nella serie c’è tanto cervello, c’è una mistione tra il tipico humour inglese e riflessioni profonde e sincere. C’è un alternarsi di scene ironiche, ma che nascondono il cosiddetto “umorismo nero”. Fleabag è un manifesto femminista per tutti i motivi già elencati, ma soprattutto perché mette sul grande schermo per la prima volta un anti-eroina dignitosa, una donna sincera, che permette alle spettatrici di non sentirsi sbagliate anche se non perfette femministe, ma semplicemente reali.

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