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Godzilla: Ecco 5 film da vedere se vi piace il Re dei mostri

Vi siete mai chiesti quali film su Godzilla vedere per conoscere meglio il Re dei mostri? Molte persone che vogliono affacciarsi al mondo dei kaijū chiedono agli appassionati come me cosa dovrebbero iniziare a vedere per entrare nel mondo dei mostroni giganti.

Solitamente quando devo farla breve consiglio qualche gioco da tavolo, i film di Gamera o determinati videogiochi, ma il primo consiglio è sempre quello di vedere qualche film di Godzilla. Anche se molti titoli sul Re dei mostri possono essere visti e goduti in ordine sparso c’è chi, per entrare nel tecnico, mi chiede quali film potrebbe vedere per avere un’ottica migliore sul lucertolone radioattivo.

Quali pellicole dunque riescono a cogliere meglio l’anima del Kaijū? Senza contare il primo, magnifico lungometraggio del 1954, ecco 5 film da vedere se volete avvicinarvi a Godzilla.

Godzilla contro King Ghidorah (1991)

King Ghidorah, il drago a tre teste che lancia fulmini e saette dalle fauci, è stato l’antagonista del nostro eroe lucertoloso per decenni. Alcune volte la sua storia di origine è stata modificata e qui ne abbiamo un esempio: questo film trae ispirazione dalla trilogia di Ritorno al Futuro e tratta le tematica delle conseguenze dei viaggi del tempo in modo davvero fantascientifico ed assurdo.

Per impedire che Godzilla in futuro distrugga la Terra, arriva dal 2204 un gruppo di viaggiatori del tempo che avverte del pericolo lo stato giapponese. Questi viaggiatori partono per il 1944 con l’intento di fermare l’esemplare di Godzillasauro, prima che subisca la mutazione a causa delle radiazioni delle bombe atomiche sganciate dall’America durante la Seconda Guerra Mondiale. Per evitare che ciò avvenga teletrasportano il dinosauro nel mare di Bering dove resterà ibernato.

Godzilla contro King Ghidorah

Tornando negli anni ’90 si scoprirà che i viaggiatori del tempo avevano orchestrato tutto questo teatrino per far mutare al posto di Godzilla delle creature provenienti dal futuro: in questo modo daranno vita a King Ghidorah, il nuovo dominatore del pianeta. Purtroppo per loro però il Godzillasauro intrappolato nel mare di Bering si risveglierà più carico di radiazioni che mai, e cibandosi delle testate dei vecchi sottomarini nucleari affondati tornerà più grosso e violento per calare palate atomiche a Ghidorah uccidendolo.

Per cercare di fermare il nuovo e incontrollabile Godzilla si userà la macchina del tempo per andare nel futuro, utilizzare i resti del King Ghidorah sconfitto nel presente e costruire un Cyborg kaijū che sia abbastanza forte da fermare l’altro. Il Mecha-King Ghidorah basterà a ottenere la vittoria? Vedete il film per scoprirlo.

Godzilla II: King of the Monsters (2018)

Il primo film di Godzilla del 2014 non mi piacque molto, ma la Legendary Pictures ha saputo fare il suo lavoro con il sequel. E paradossalmente è un buon punto per iniziare a conoscere il lucertolone. Godzilla II: King of the Monsters prende a piene mani l’essenza del nostro kaijū preferito visto in più di 60 anni di film (che rielabora in chiave moderna).

I kaijū sono reali, e la nostra società umana deve convivere con queste mostruose creature. Purtroppo, se esistono gruppi come la Monarch che vogliono convivere con i “titani”, esistono anche degli ambientalisti estremisti che vogliono riportare il mondo al suo antico splendore, liberando tutte le creature.

Il problema è che per fermare Godzilla gli estremisti liberano King Ghidorah (eh sì, sempre lui), che qui ricopre la sua veste originaria di dominatore dell’universo. Sebbene fosse visto da qualcuno come un simbolo della minaccia posta dalla Cina – che all’epoca della creazione di Ghidorah aveva appena sviluppato le sue armi nucleari – il regista Ishirō Honda negò il collegamento, dichiarando che il personaggio fosse semplicemente una versione moderna del drago Yamata no Orochi (un drago ad otto teste appartenente alla mitologia shintoista giapponese).

Un versione di Orochi che viaggia di pianeta in pianeta per conto di extraterrestri conquistatori di mondi, e mira a distruggere ogni forma di vita ostile alle sue azioni di annichilimento. Sul suo cammino non c’è mai stato nessuno abbastanza potente da fermarlo, ma sulla Terra ha incontrato Godzilla: nonostante avesse perso il suo regno per mano di un falso re, anche questa volta è pronto a dare battaglia al mostro a tre teste. Se non avete ancora visto questa pellicola vi consiglio l’ottimo blu-ray per dare voi stessi un parere sull’ultimo film.

Godzilla against Mechagodzilla (2002) / Godzilla: Tokyo SOS (2003)

Questi due film della serie Millennium, prodotti dalla Toho, sono uno il sequel diretto dell’altro e se visti insieme, oltre a dare una visione migliore del complesso narrativo, risultano più godibili e sensati.

La trama è semplice: per far fronte alla minaccia del lucertolone radioattivo l’esercito giapponese decide di creare un enorme mecha a forma del kaijū, utilizzando le cellule spinali estratte dallo scheletro del Godzilla che attaccò la nazione nel 1954 (ucciso dalla bomba Oxigen Destroyer).

Il robot è ribattezzato Kiryu e viene dotato delle migliori armi di cui dispone l’umanità (come un cannone che spara raggi congelanti di zero assoluto), e quando fronteggia Godzilla sembra avere la meglio. Solo che dopo aver sentito il ruggito del “fratello”, si risvegliano in lui i ricordi della furia che scatenò il mostro nel ’54, e si scaglia lui stesso contro l’umanità per annientarla.

Una volta terminata la carica energetica i tecnici lo aggiornano e lo scagliano contro il Re dei mostri per un’epica battaglia finale. Kiryu riesce a ferire e respingere Godzilla, ma nel sequel quest’ultimo è pronto a vendicarsi per ciò che l’esercito ha fatto.

Godzilla tuttavia non è il solo a non aver apprezzato il giochetto dell’umanità: a risvegliarsi per fermare Kiryu arriva anche Mothra, la falena protettrice del pianeta Terra. Mothra cerca di fermare sia il lucertolone radioattivo che quello meccanico, per evitare i possibili danni collaterali di uno scontro mortale.

Il ritorno dei kaijū a Tokyo nasce dall’arroganza dell’umanità per aver giocato con la natura, utilizzando i resti del primo Godzilla a scopi militari. La critica sociale è sempre attenta in questi due film di cui si consiglia la visione.

Godzilla, Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack (2001)

Questo film, diretto da Shūsuke Kaneko e prodotto e distribuito da Toho, è il 26° film del franchise Godzilla e il terzo dell’era Millennium, ma anche la 25° pellicola su Godzilla prodotto da Toho.

Esso è un sequel diretto dell’originale del 1954 in cui, oltre a sbeffeggiare il remake americano del 1998 dichiarando ufficialmente che il mostro apparso a New York non fosse Godzilla, si reinterpreta tutto il mondo del lucertolone radioattivo.

Godzilla qui ritrova nuova vita dalla rabbia e dall’angoscia delle anime vittime di Hiroshima e Nagasaki, ed è intenzionato a sterminare l’umanità per aver avuto la presunzione di giocare con energie così pericolose come quelle atomiche. Il kaijū qui infatti è feroce, implacabile e ci viene mostrato come uno spirito vendicativo più che guardiano.

Al contrario, a proteggere l’umanità troviamo davvero tre guardiani: Baragon, Mothra e King Ghidorah (qui riscritto come incarnazione benefica dello Yamato no Orochi).

Godzilla di solito è visto come una forza della natura, e la sua carica distruttrice è legata alla rinascita. In questo lungometraggio – non collegato a nessun altro film se non a quello del ’54 – il Re dei mostri è principalmente distruzione. Pur essendo un fan del buon vecchio Godzilla che prende a Dropkick i nemici dell’umanità, ho apprezzato molto il cambio di rotta di quest’opera, e la consiglio a fan e non (la potete trovare in blu-ray sottotitolato).

Da vedere soprattutto se vi interessano film impegnati. Perché sì, si tratta di una pellicola con persone in costume e mostri giganti che combattono, ma oltre a ciò troviamo: un bellissimo cast di personaggi umani che rimarca lo scontro di due generazioni, un conflitto che fa avanzare la trama in modo sempre coerente, una storia che ricorda anche l’importanza di non ripetere gli errori del passato fatti da noi o dai nostri predecessori, siano essi genitori o antenati.

Godzilla Final Wars (2004)

La cosa più ignorante che abbia mai visto! E lo dico in senso buono! Questo film ha tutto, soprattutto il più potente fra tutti i Godzilla visti al cinema e non solo.

Qui il Re dei mostri è stato sconfitto da un comandante americano il cui aspetto è ispirato a Stalin (e già così, per me il film ha vinto), e a differenza degli altri titoli dell’era Millennium quest’ultimo episodio annulla gli avvenimenti del film originale. Il Godzilla di Final Wars è infatti proprio quello del 1954, che non morendo a causa dell’Oxygen Destroyer viene congelato in Antartide.

Sembra Stalin o no?

Con l’assenza del kaijū dominante però gli alieni invadono la Terra e sfruttano il controllo sugli altri mostri giganti per soggiogare l’umanità. Shinichi Ozaki (il protagonista umano) e il capitano Douglas Gordon (li vedete raffigurati nella foto qui sopra) avranno il compito di salvare il mondo. Ma come fermare l’invasione aliena e la sua mostruosa armata? Semplice, si risveglia Godzilla in malo modo – per farlo incazzare come un maniscalco ubriaco vichingo che scopre che la moglie lo tradisce – e lo si manda contro gli altri mostri.

Per un’intera ora si vede Godzilla che pesta a sangue quasi tutti i kaijū che lo hanno accompagnato in cinquanta anni di cinema. Questa pellicola infatti – uscita nel 2004 e diretta da Ryūhei Kitamura – è stata creata in omaggio al cinquantesimo anniversario del primissimo lungometraggio, e anche per questo sono presenti tutti questi mostri.

Oltre a mantenere sempre la tematica anti-nucleare, nel film si toccano temi come il razzismo e la presunzione umana, e vette di trash che neanche in tutti gli Sharknado messi insieme.

Se volete divertirvi con Godzilla, non potete assolutamente perdervi Godzilla Final Wars. In più gran parte della colonna sonora è stata realizzata e composta da Keith Emerson, rock star leader degli Emerson, Lake & Palmer, e la canzone principale We’re all to blame (siamo tutti da biasimare) è scritta dai Sum 41! Che si può volere di più di mazzate tra kaijū e rock n’ roll?

Ora correte a vedere i film consigliati e tornate a dirci la vostra nei commenti!

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