Il 3 novembre 2024, Godzilla festeggia il 70° anniversario di attività.
Dalla sua prima apparizione nell’omonimo film del 1954 (Gojira in originale) è stato incoronato come Re dei Mostri e da allora nessuno è riuscito a spodestarlo. C’è chi ci ha provato, ma con miseri risultati.
Ma a cosa è dovuto il successo di Godzilla? Ripercorrendo la sua storia cercheremo di capirlo insieme.
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ToggleChi è Godzilla?
Prima di ripercorrere la storia del re dobbiamo chiederci: chi è Godzilla?
Ebbene, Godzilla è un kaiju, un mostro gigante tipico della fantascienza giapponese. Il termine è diventato famoso in occidente grazie ai Kaiju Eiga – ovvero i film di mostri.
Nato a causa delle radiazioni dei test atomici e dei bombardamenti americani sul Giappone nel corso della seconda guerra mondiale, Godzilla incarna la disperazione verso una distruzione assoluta e inevitabile. Come è impossibile salvarsi da un’esplosione nucleare, è impossibile evitare anche la sua furia.
Il concetto che troviamo alla base della creazione di questa creatura è semplice: l’umanità ha liberato un potere che non può davvero controllare e la sua presunzione l’ha condotta alla rovina. La sua nascita è legata spiritualmente al pentimento di aver creato le armi nucleari, ma col tempo si è evoluto ed è cambiato più volte.
Il suo ruolo dal primo film a Godzilla Minus One
Colpita dall’impatto di due bombe atomiche, il Giappone si ritrovò a essere una nazione devastata dalla seconda guerra mondiale, il peggior conflitto globale che l’umanità ha avuto modo di sostenere. Le tragedie di Hiroshima e Nagasaki spinsero molte nazioni verso la corsa agli armamenti nucleari, mentre il paese del Sol Levante cercava di sopravvivere alle ferite riportate.
Negli anni ’50, mentre si preparava il primo film su Godzilla, gli Stati Uniti testavano nel Pacifico le prime bombe all’idrogeno; fu chiaro a tutti, all’epoca, che la guerra fredda tra U.S.A. e Unione Sovietica sarebbe diventata presto un conflitto combattuto con armi nucleari, anche se per fortuna non fu così.
Gojira, la creatura che dà il nome al primo di una lunga serie di film, altro non era che una creatura preistorica risvegliata a causa dei test nucleari. La distruzione e lo scopo della sua avanzata servivano come raffigurazione di una metafora contro il nucleare e punto di riflessione verso la scienza che, fuori controllo, minaccia l’esistenza stessa della specie umana.
Tuttavia, molto altro bolliva in pentola.
Una forza della natura
Oltre a ricoprire il ruolo di allarme verso il desiderio di possedere armi nucleari e di distruzione di massa, Godzilla ricopre anche un altro importante ruolo. Hiroshima e Nagasaki hanno risvegliato nel popolo nipponico nuove paure, ma prima ancora dell’attacco americano il popolo giapponese era terrorizzato dalla furia incontrollata della natura.
Secondo il professore Hidetoshi Chiba, impiegato alla facoltà digitale di cinema all’università digitale di Tokyo, come spiegato sulla BBC, il Giappone si trova tra la confluenza di tre placche tettoniche, in un punto con elevata attività sismica e vulcanica – uno dei maggiori del pianeta. Per secoli gli abitanti hanno dovuto fare i conti con attività vulcaniche, terremoti e tsunami, e la loro furia impossibile da evitare è stata reincarnata nella potenza del kaiju.
Chiba ha così spiegato:
“È un ibrido drago-dinosauro, non un essere umano e nemmeno una creatura con emozioni riconoscibili come lo è King Kong. C’è quindi una scintilla di divino in lui [da lì il “GOD” nel nome]; indifferente agli esseri umani simili a formiche che abitano questo pianeta, può facilmente diventare iracondo e condurci alla morte.”
Abbiamo dunque a che fare con un’entità che va ben oltre essere il protagonista lucertoloso di una serie di b-movie basati sulla distruzione, è la manifestazione stessa della paura verso forze che gli umani non possono contrastare e, anche per questo, è impossibile da uccidere.
Le varie incarnazioni di Godzilla
Nel corso della sua lunga carriera il kaiju è apparso in diverse incarnazioni: ha sempre dimostrato una furia distruttiva, ma in base alla sceneggiatura e al target si tendeva più a renderlo una furia della natura o una forza campanello d’allarme per gli studi sull’energia nucleare.
Evolutosi nel tempo, il mostro ha rivestito però numerose volte il ruolo dell’eroe protettore del mondo. Vediamo insieme tutte le sue “forme”; ovviamente, non contempleremo quelle come Kiryu (il Mechagodzilla costruito con lo scheletro di Gojira), Space Godzilla e Biollante, oltre a tener fuori alcune versioni videoludiche e quelle fumettistiche.
Gojira
La prima incarnazione del re dei mostri risale al 1954, nel film omonimo diretto da Ishiro Honda.
Il primo design era più simile a quello di una creatura marina nelle bozze originali; si era pensato a un polpo/umanoide la cui forma ricordasse quella di un fungo atomico, per distinguerlo molto di più dalla lucertola vista nel film The Beast from 20,000 Fathoms del 1953 di Ray Harryhausen.
Il produttore Tomoyuki Tanaka, il direttore Ishiro Honda e il direttore degli effetti speciali Eiji Tsuburuya iniziarono a lavorare a varie bozze per capire a cosa la creatura dovesse assomigliare. Alla fine si pensò di creare un ibrido che avesse peculiarità di vari dinosauri: Tirannosauro, Stegosauro e Ignanodonte, ma con la pelle completamente ricoperta da cicatrice cheloidali simili a quelle dei sopravvissuti agli attacchi atomici su Hiroshima e Nagasaki. Queste cicatrici sono andate perse nel corso dei nuovi design, ma una loro nuova forma appare anche nel reboot ufficiale Godzilla Minus One, in uscita in Italia e in Giappone nel Dicembre 2023.
In questa incarnazione, Godzilla è una forza distruttiva il cui unico scopo è avanzare cibandosi di radiazioni, e distrugge tutto ciò che trova sul suo cammino.
Verrà fermato dalla bomba Oxygen Destroyer dello scienziato Serizawa, che si toglierà la vita prima di rivelare la formula dell’arma a chiunque altro per evitare che venga usata per scopi malefici, come avvenuto per la bomba atomica.
Godzilla Showa (1954-1975)
Dopo l’uscita del primo film, la Toho iniziò a produrre molti film su Godzilla. La prima serie prende il nome di periodo Showa in Giappone, poiché i film furono prodotti prima della morte dell’imperatore Hirohito nel 1989. L’ultima pellicola di quest’era è “Il Contrattacco di Mechagodzilla“, tradotto in Italia come “Distruggete Kong! La terra è in pericolo!“… crediamo che la cosa si commenti da sola, quindi andiamo avanti.
Questo periodo ha trasformato Godzilla in un personaggio più eroico, in quanto il filone di questi film è pensato per un pubblico molto più giovane. Il re dei mostri è ora una creatura territoriale, che estende il suo dominio su tutta la Terra e la protegge da invasori spaziali e mostri impazzati; conserva tutte le abilità del Gojira visto nel primo lungometraggio, ma il suo aspetto cambia di film in film in molti dettagli – come dentatura e narici.
Nel corso di questa era lo abbiamo visto ballare, colpire i nemici con possenti drop-kick e volare sfruttando la potenza del suo getto atomico.
Godzilla Heisei (1984-1995)
Il Contrattacco di Mechagodzilla fu un disastro al botteghino e la Toho prese un intervallo di 9 anni prima di girare Il Ritorno di Godzilla nel 1984, iniziando così il suo periodo Heisei, e ignorando completamente tutto ciò che era avvenuto nei film precedenti – il film dell’84 è infatti sequel diretto di quello del ’54.
Oltre a presentare una continuità più marcata da un film all’altro, Godzilla riveste il suo ruolo di terribile creatura distruttiva, il ruolo di antagonista in alcuni film (come in Godzilla contro Mothra del 1992), e ci si focalizza con maggiore attenzione sugli aspetti morali della genetica.
In questa incarnazione veniamo a sapere della sua origine, ovvero un Gojirosauro mutato a causa delle scorie atomiche. Qui è più grosso, più cattivo e molto più radioattivo, tanto che nell’ultimo film, Godzilla Contro Destoroyah, supererà una soglia di calore tale da esplodere.
Godzilla Millennium (1999-2004)
Nel Periodo Millenium, iniziato con Godzilla 2000, l’obiettivo è focalizzato sul figlio di Godzilla. Nutrito dalle radiazioni dell’esplosione del padre, il Godzilla Jr. che abbiamo imparato a conoscere in Godzilla contro Destoroyah è ora più grande e forte di come il padre non sia mai stato, e anche se lo vediamo attaccare le centrali nucleari per impedire lo sviluppo di questa tecnologia non lo si può considerare davvero cattivo. Nonostante il legame tra questa incarnazione e Godzilla Jr. sia palese a tutti i fan della serie, è considerato dai produttori semplicemente un altro Gojira diverso da quello del primo film.
Tra le incarnazioni di Godzilla, forse questa è la versione più pacifica, distruzioni di città a parte. L’era Millennium viene trattata come una serie antologica in cui, salvo l’eccezione Tokyo S.O.S., ogni film si svolge nella sua propria continuità e come sequel dell’originale del ’54, anche se alcune volte vengono fatti riferimenti a film precedenti.
Godzilla GMK
Nel film Godzilla, Mothra and King Ghidora: Giant monsters all-out attack, troviamo una delle incarnazioni del Kaiju più furiose di tutte.
Questa versione del re dei mostri è una forma non-morta dell’originale Gojira del 1954, abbattuto dalla Bomba Oxygen Destroyer, ma tornato in vita grazie all’odio delle anime delle vittime dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Spinto dalla loro rabbia per essere stati dimenticati da una nazione, il Giappone, che sembrava essere andata avanti troppo facilmente, ha un unico scopo: Il totale annientamento della razza umana.
Pare mostrare segni di empatia verso pentimenti sinceri, ma nulla è riuscito a distoglierlo dal suo scopo. Se non sapete da dove iniziare per vedere i film di Godzilla, questo potrebbe essere un buon punto di partenza.
Zilla
Zilla è il protagonista del film Godzilla della Tristar Pictures del 1998 e che funge da reboot americano del Gojira del 1954. La qualità della pellicola non è in discussione, ma se interessati vi basta sapere che vinse due premi nei Golden Raspberry Awards del 1999 per peggior remake/sequel e per la peggior attrice non protagonista, oltre a essere nominato per il peggior film, il peggior regista e la peggior sceneggiatura.
In questa incarnazione, Zilla è un’iguana cresciuta a causa delle radiazioni atomiche dei test nucleari nella Polinesia Francese e giunge a New York in cerca di pesce per i suoi piccoli. Oltre che nell’aspetto, anche le sue capacità differiscono di gran lunga con la versione nipponica, tanto da venir deriso più volte nei film giapponesi successivi. Nonostante l’insuccesso, è stato anche protagonista di una serie animata.
Avrà l’occasione di scontrarsi contro l’originale Godzilla nel 2004, ma verrà eliminato dopo pochi secondi.
Godzilla Ultima
Questa incarnazione del re dei mostri arriva direttamente dalla serie animata targata Netflix Godzilla Singular Point.
Il Kaiju qui si presenta in quattro diverse forme: Acquatiis, Amphibia, Terrestris e Ultima; quest’ultima in particolare ricorda molto la sua versione dell’era Showa, con bianche scaglie dorsali e una colorazione più scura.
Il suo ruolo passa da antico dinosauro risvegliato a causa delle radiazione a creatura mistica dal passato sconosciuto, capace di controllare la materia. Trattandosi di un punto di singolarità nell’esistenza stessa, Godzilla Ultima ha la capacità di manipolare il suo DNA per evolvere ogni volta ne ha bisogno e la sua presenza è radicata nel passato e nel futuro.
Parlando di comportamento, benché sia tra le incarnazioni più singolari, il Kaiju ha un comportamento animalesco e territoriale. Il suo scopo principale è quello di terraformare il pianeta per adattarlo alla propria sopravvivenza e non si preoccupa di distruggere tutto ciò che tenta di ostacolarlo.
Godzilla Earth
Questa incarnazione del Kaiju la vediamo nella trilogia animata Netflix Godzilla: Planet of Monsters. Il re dei mostri qui assume un ruolo simbiotico con la Terra dopo aver vissuto sul nostro pianeta per ben 20,000 anni.
A causa del suo legame simbiotico con la natura, pare abbia assunto tratti vegetali oltre che animali, tanto da avere delle pinne dorsali più simili a foglie, con tanto di venature, rispetto la sua consueta cresta. Per dar vita al design di questo gigantesco Kaiju, i creatori di Planet of Monsters si sono ispirati a vari aspetti di tutte le incarnazioni precedenti, compresa quella della Legendary Picture, che approfondiremo più avanti.
Il suo scopo principale è quello di proteggere il mondo dalle interferenze esterne che minacciano l’ecosistema naturale, arrivando a sterminare la razza umana quando ha iniziato a non prendersi più cura del proprio pianeta; divenne estremamente mite e passivo una volta che la maggior parte dell’umanità come civiltà avanzata fu spazzata via e la maggior parte delle minacce dei mostri fu eliminata.
Shin Godzilla
Questa incarnazione del Kaiju nasce dalla collaborazione di Hideaki Anno e Shinji Higuchi, due degli sceneggiatori di Neon Genesis Evangelion.
Anche se il film funge da Reboot del primo lungometraggio del 1954, la creatura conosciuta come Shin Godzilla è l’incarnazione che più si allontana da quella che abbiamo imparato a conoscere del re dei mostri.
Sin dall’inizio del film ci viene detto che questa “creatura misteriosa” è un organismo capace di evolvere molto in fretta, riuscendo ad assumere, in breve tempo, lo stesso stadio della forma di vita più evoluta del pianeta. Assumendo aspetto e capacità simili a quelle di Gojira, viene così rinominato anche dagli scienziati chiamati a studiarlo e combattere.
Già per questa prima spiegazione, molti dei fan di lunga data di Godzilla non lo considerano tale, il film è infatti più apprezzato dai fan di Evangelion che dai fan di Godzilla, a causa delle numerose citazioni, ma alla fine della pellicola la vera natura del mostro si rivela. Una volta che Shin viene sconfitto dall’umanità, poco prima di venir congelato per sempre, scinde le sue cellule assumendo la forma degli esseri che in quel momento si sono dimostrati migliori, iniziando a dividersi in piccoli ibridi Umani/Kaiju.
Nella prima sceneggiatura originale proposta alla produzione da Anno e Higuchi, di cui potete trovare le bozze su internet, Shin era composto da “Angeli”, scesi sulla terra per distruggere l’umanità. Secondo alcune voci di corridoio trapelato (che prenderemo con le pinze), alla fine del film a Godzilla spuntavano le ali e volava al centro dell’universo per inglobare a se tutto quanto e diventare un unico e senziente agglomerato di vita. Non abbiamo conferma questo fosse il vero finale, ma in caso siamo contenti che i due sceneggiatori siano stati fermati.
Questa sceneggiatura ci ha fatto considerare “i pessimi registi” come alcuni dei peggiori nemici di Godzilla.
Godzilla Legendary Picture
Nell’universo narrativo creato dalla Legendary Pitcure, anche conosciuto come MonsterVerse – iniziato con Godzilla del 2014 e proseguito con film come King of the Monstes, Kong Skull Island e la serie Monarch – il nostro amato re dei mostri assume un ruolo più poetico nell’ecosistema.
Qui il Kaiju viene raffigurato come un predatore alfa proveniente da un’era passata, in cui la radioattività sulla terra era a un livello molto più elevato dei nostri giorni; a causa del diminuire delle radiazione Godzilla si è ritirato in letargo nei meandri dell’Oceano Pacifico, fino al suo risveglio negli anni ’50, causato dai test nucleari degli U.S.A.
Nonostante alcuni enti governativi siano a conoscenza della presenza del mostro, questo non verrà rivelato al mondo fin quando non apparirà per affrontare i MUTO, una coppia di Kaiju Parassiti che minacciano il mondo. Si rivelerà così il ruolo di questa incarnazione, ovvero quello di “Anticorpo” del pianeta, mosso a protezione della Terra quando l’ecosistema rischia di essere compromesso, l’arrivo di King Ghidora ha rappresentato una delle minacce peggiori.
Nonostante sia mal visto dagli eserciti e dai politici, Godzilla è considerato un protettore dalla maggior parte della popolazione mondiale.
Super Godzilla
Questa incarnazione, apparsa nell’omonimo videogioco per Super Nintendo, è forse una di quelle più fantasiose, e l’abbiamo voluta inserire proprio per la sua originalità.
Dopo uno scontro con King Ghidora, e subito dopo con Mecha King Ghidora, Godzilla uscirà mal concio e bisognoso di cure. Purtroppo, il re dei mostri non avrà possibilità di riposo, perché la terra verrà minacciata nuovamente dagli invasori alieni. È così costretto ad accumulare energia rapidamente per riprendersi in fretta, ma questo lo cambierà radicalmente.
Come nella sua forma Burning Godzilla, anche il Super necessita di energia atomica per potenziarsi; quando accumula abbastanza energia il suo corpo cresce e si potenzia esponenzialmente. I muscoli si espandono, ottiene spuntoni sulle spalle e una cresta a forma di corona – rimossa nella versione europea e americana del titolo.
Godzilla Final Wars
Siamo giunti all’incarnazione finale di Godzilla. Con finale però non intendiamo l’ultima vista, ma quella definitiva.
Sequel diretto del Gojira del 1954, questa rappresentazione è diversa nell’aspetto, ma è lo stesso identico Kaiju che ha attaccato il Giappone negli anni ’50. Non venendo ucciso dalla bomba del dottor Serisawa, si è deciso di limitare la sua distruttiva avanzata ibernandolo in Antartide. Qui è rimasto dormiente, mentre l’umanità ha preparato altre forme di difesa alternative contro gli altri Kaiju che, nel corso degli anni, hanno attacco città e popolazioni.
Quando l’umanità sembra aver raggiunto finalmente un avanzamento tecnologico tale da permettergli di gestire gli altri Kaiju, una nuova razza aliena si prepara a minacciarla. Controllando i Kaiju e formando un mostruoso esercito contro il quale nessuno può nulla, la razza umana viene decimata e soggiogata nel giro di pochi giorni e gli ultimi sopravvissuti si vedranno costretti a liberare Godzilla nella speranza che questi respinga i conquistatori spaziali.
Lo scopo del re dei mostri non cambierà dopo la liberazione, mantenendo il desiderio di liberare il pianeta dalla razza umana che stava conducendo il mondo al collasso e giocando con forze che non poteva controllare, incarnando così sia tematiche atomiche che forze della natura.
Distruggere i Kaiju e gli alieni che si pareranno sul suo cammino è un impiego temporaneo a cui non dirà di no. Qui lo vediamo affrontare quasi tutti i mostri affrontati in passato dalle sue incarnazioni e distruggerli con estrema facilità rimarcando la superiorità contro tutte le altre versioni.
Una volta eliminate le altre minacce, Godzilla si preparerà a eliminare gli ultimi superstiti umani, ma il coraggio di un bambino lo farà desistere offrendo una nuova possibilità alle generazioni future.
Il coraggio di saper ridere di se stessi
Il successo dei film di Godzilla arriva anche dal coraggio di saper ridere di se stessi con l’avanzare dell’età. Nonostante il Kaiju abbia sempre mantenuto il ruolo di distruttore che incarnava la paura della scienza fuori controllo e della natura che si ribella, ha avuto momenti davvero iconici.
Uno dei primi passi che lo ha condotto verso il ruolo di star che ricopre oggi è sicuramente dovuto al modo in cui le pellicole venivano girate.
La Suit-Motion
Il primo film doveva essere girato in Stop Motion come la pellicola di Harryhausen, ma visto l’elevato costo si pensò di dar vita a una tecnica meno conosciuta: la Suit-Motion. Nel complesso consisteva nel ricreare in miniatura le location del film e farle distruggere da un uomo in costume.
Per arricchire l’animazione di questa tecnica di riprese si sfruttarono effetti speciali aggiunti da fuori l’angolatura della ripresa e piccole esplosioni sparse qua e là, riprese in piccole porzioni di scena.
I tratti antropomorfi, insieme ai suoi movimenti, lo resero simpatico agli occhi del pubblico giapponese, malgrado la sua natura furiosa. Non fu però sempre facile agire al meglio; Haruo Nakajima e Katsumi Tezuka, gli interpreti di Godzilla, dovettero fare i conti con un costume di 90 Kg. Alla fine delle riprese i due uscirono distrutti e persero peso. Per fortuna, con l’avanzare del tempo, il costume variò arrivando a pesare circa 60 Kg.
Benché la tecnica della Suit-Motion possa essere considerata oggi una tecnica obsoleta, grazie alle nuove tecnologie, i movimenti naturali della creatura, a differenza di quelli animati in Stop Motion, traumatizzarono gli spettatori. Il pubblico fu così impressionato che nella scena del film in cui Gojira distrugge il Nichigeki Nippon Theater le persone all’interno dello stesso scappando terrorizzate e pensando di essere davvero attaccati mentre guardavano il film.
Il Godzilla Kenpo e le arti marziali
Benché il Godzilla che vediamo nei nuovi film americani abbia uno stile di combattimento molto animalesco, la versione nipponica del Kaiju è un esperto di arti marziali, tanto che ha un suo personale stile. Ma da dove arriva?
L’interprete Nakajima era una cintura nera di Judo, e utilizzò le sue capacità per coreografare molte scene di battaglia. Kenpachiro Satsuma, che indossò il costume del re dei mostri dal 1984 al 1995, ispirato dai movimenti del suo predecessore, inventò il cosiddetto “Godzilla Kenpo” per la sua raffigurazione, che unì i movimenti del Kaiju con quelli del Karate tradizionale giapponese.
I colpi più coreografici fanno parte quindi del suo personale stile di combattimento.
Godzilla: eroe cult o star dei b-movie?
L’incredibile sinergia tra attivismo sociale e trash ha dato vita a un filone unico che può essere tranquillamente racchiuso nella satira sociale.
Benché faccia ridere vedere il re dei mostri alle prese con comportamenti umani, come il voler allevare un figlio incapace o sfidare a colpi di karate gli avversari, è innegabile l’importanza storica che questo filone cinematografico ha avuto su tutta l’industria del cinema.
La fama di Godzilla è cresciuta nel tempo perché ha saputo ridere di sé e dei suoi personaggi nonostante le forti tematiche che si portavano dietro, riuscendo a conquistare il cuore di spettatori con gusti molto differenti e creando un nuovo genere. Godzilla ricevette così numerose onorificenze come l’MTV Lifetime Achievement Award nel ’96 e nel 2004, dopo Final Wars, gli fu concessa una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Il suo impatto sulla cultura popolare ha generato numerose parodie e tributi, come per esempio il corto Bambi Meets Godzilla, considerato uno dei migliori cortometraggi animati mai creati da The 50 Greatest Cartoons: As Selected by 1,000 Animation Professionals, il libro scritto dallo storico del cinema e dell’animazione Jerry Beck, è stato protagonista di serie animate come Godzilla Power Hour di Hanna-Barbara, di videogiochi, di giochi da tavolo come Godzilla: Tokyo Clash e di numerosi fumetti. Si è trovato molte volte a dover competere con eroi già rodati alle minacce, come gli Avengers o la Justice League, ma è il protagonista di diverse mini serie davvero interessanti, tra queste consigliamo la lettura di Godzilla all’inferno, un’avventura surreale ispirata alla Divina Commedia di Dante.