Silent Hill è una delle saghe di videogiochi più amate in ambito Horror. Questo franchise targato Konami ha appassionato tantissimi giocatori, me compreso, per la sua atmosfera inquietante e al contempo affascinante, per la psicologia dei personaggi, le tematiche trattate e la colonna sonora di Akira Yamaoka che reputo il miglior compositore in ambito videoludico. Oggi parlerò di quelli che, a mio parere, sono i 5 migliori giochi della saga, che mi hanno coinvolto e affascinato di più.
5 – SILENT HILL: DOWNPOUR
Silent Hill: Downpour, uscito nel 2012 per PS3 e XBOX 360, è stato un capitolo estremamente coinvolgente. Il titolo riprende tanti elementi da quelli che lo hanno preceduto: il backtracking (il tornare in un punto già visitato della mappa per risolvere un enigma grazie a un oggetto appena trovato), le risorse limitate, gli enigmi (come detto prima davvero ben studiati) e una storia con tematiche attuali. La trama inizia con il prigioniero Murphy Pendleton addentrarsi a Silent Hill in seguito un incidente fatto dall’autobus che lo doveva scortare, con alle calcagna una poliziotta desiderosa di vendetta e alcune creature terrificanti. Peccato per un comparto tecnico non al passo coi tempi e per la poca varietà dei mostri presenti (vi sono solo tre o quattro tipologie di creature). Nel complesso rimane comunque un bellissimo gioco, con i suoi pregi e difetti. Nota di merito a Daniel Licht, compositore sia della serie TV Dexter che della saga di videogiochi Dishonored e purtroppo scomparso nel 2017, che ha fatto un ottimo lavoro con la colonna sonora.
4 – SILENT HILL 3
Silent Hill 3, uscito nel 2003 per PlayStation 2, è il seguito diretto del primo capitolo. Si caratterizza per una trama disturbante a causa dei suoi momenti cruenti, ma al contempo molto toccante riuscendo a commuovere il giocatore grazie a colpi di scena scioccanti e intrisi di tristezza. In questo gioco noi impersoniamo la figlia adottiva del vecchio protagonista Harry Mason, Heather, che dovrà compiere un viaggio nella città di Silent Hill per cercare risposte, il tutto si ricollega ad un culto. Seppur simile ai suoi predecessori dal punto di vista di gameplay (backtracking, gli enigmi e il sistema di combattimento), questo terzo capitolo è molto coinvolgente; Heather Mason (tra miei personaggi dell’intera saga) riesce a far affezionare il giocatore grazie alla sua personalità piena di sfaccettature: che sia impulsiva, scherzosa, triste o coraggiosa. Una conclusione riuscitissima dell’arco narrativo visto nel primo Silent Hill.
3 – SILENT HILL 4: THE ROOM
Il quarto capitolo è stato l’ultimo sviluppato dallo smantellato Team Silent, uscito nel 2004 su PlayStation 2. Ai tempi accolto abbastanza bene dalla critica, ma reputato leggermente inferiore ai suoi predecessori a causa probabilmente dell’esplorazione più limitata, un combat system non al passo coi tempi e per il cambio di ambientazione (qui, infatti, siamo a South Ashfield confinante con la città di Silent Hill). Recuperato dal sottoscritto solo nel 2021, in un periodo di retrogaming, sale sul podio dei migliori horror psicologici mai scritti: la storia di Walter Sullivan, antagonista del titolo abbandonato dai genitori e cresciuto dal culto, è disturbante e tragica. Il gameplay offre delle novità interessanti come il baule in cui inserire oggetti e risorse, la stanza del protagonista Henry Townshend è un luogo sicuro dove poter salvare i dati di gioco (un po’ come avviene nei vari Resident Evil), inoltre vi sono nuovi mostri e non mancano luoghi differenti da raggiungere attraverso un buco nel muro. Un titolo molto sottovalutato ma che merita una rispolverata dagli appassionati del genere.
2 – SILENT HILL
Il primo capitolo sviluppato dal Team Silent, prodotto da Konami e uscito per la prima PlayStation, cambiò per sempre la storia dei videogiochi Horror. Il protagonista è un civile inesperto, i mostri non sono zombie o creature da laboratorio ma vere e proprie creature soprannaturali, gli enigmi davvero complessi (menzione d’onore per quello in cui bisogna suonare i tasti giusti di un pianoforte per ottenere una chiave). Altissimo il grado di coinvolgimento nel sentirsi in pericolo anche davanti ai nemici più deboli tra cani, mostri volanti e persino infermiere possedute.
1 – SILENT HILL 2
Il secondo capitolo, uscito nel 2001 su PlayStation 2, è il titolo vincente di questa lista per i motivi seguenti: le vicende di James Sunderland (che si reca a Silent Hill per cercare la moglie deceduta) si trasformano in un complesso viaggio psicologico, la colonna sonora iconica e orecchiabile tra le più riuscite nella storia dei videogiochi, i vari finali tutti da definirsi canonici ognuno con la propria simbologia, personaggi ben caratterizzati e tematiche forti come la morte, la malattia e la depressione. Un capolavoro che tutt’ora può essere rigiocato con molto piacere. Vedremo cosa ci proporrà il Remake al momento in lavorazione da parte di Bloober Team.
Conclusioni
In conclusione, questa saga riesce ad affascinare attraverso il lato psicologico e filosofico, per la Lore, e le bellissime musiche.
Giocare a Silent Hill può essere d’ispirazione per spingere alla lettura di libri con temi simili come quelli di autori famosi del calibro di Stephen King, Howard Philips Lovecraft, Clive Barker e altri ancora, allo scopo quindi di ritrovare le stesse atmosfere del brand Konami in questi capolavori della letteratura dell’orrore.
Dopo diversi anni di pausa, Konami sta pian piano tornando a regalarci nuovi capitoli. Aspettiamo con molta curiosità i prossimi progetti inerenti al franchise, non solo il Remake di Silent Hill 2 ma anche i misteriosi Silent Hill: Townfall e Silent Hill f.
Gabriele Facchini