La leggenda di Al, John e Jack è il quarto film diretto e interpretato da Aldo, Giovanni e Giacomo insieme a Massimo Venier, storico collaboratore del trio. Nonostante un ottimo incasso al box office, la pellicola fu accolta freddamente da critica e pubblico segnando uno spartiacque nella loro carriera. L’articolo contiene spoiler!
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ToggleIl grande successo
Dopo aver avuto un grande successo sia al teatro che in tv, nel 1997 il trio debutta al cinema con l’ormai cult Tre uomini e una gamba. In modo sorprendente il film si impone ai vertici del box office nonostante la concorrenza di titoli come La vita è bella. Il successo viene confermato nel 1998 con Così è la vita, e nel 2000 con Chiedimi se sono felice rendendoli mattatori assoluti del cinema italiano.
Per la loro seguente avventura cinematografica Aldo, Giovanni e Giacomo riprendono in mano un’idea tenuta nel cassetto per molto tempo: dedicare un intero film ad Al, John e Jack, i gangster visti all’inizio di Tre uomini e una gamba e di Così è la vita. Tenendo molto a questo progetto i tre attori decidono di fare le cose in grande.
Un progetto ambizioso
Al, John e Jack sono tre maldestri gangster che dopo aver combinato l’ennesimo guaio sono costretti a nascondersi per evitare che il boss li uccida. A complicare le cose, Al fa un incidente in seguito al quale perde la memoria ogni qual volta si addormenti. Per salvarsi la vita i tre architettano un piano, ma le cose saranno più complicate del previsto.
La produzione de La leggenda di Al, John e Jack ha pochi precedenti nella storia del cinema italiano per qualità complessiva e ambizione. Il desiderio dei tre attori di realizzare un film in America diventa finalmente realtà, effettuando gran parte delle riprese a New York. La pellicola mette in mostra un reparto artistico eccellente, in cui tutto è curato nei minimi dettagli. La fotografia di Arnaldo Catinari riesce a esaltare l’ambientazione statunitense dando al film un respiro internazionale. Grande attenzione è stata data anche alle scenografie, curate da Eleonora Ponzoni, e ai costumi che ricostruiscono perfettamente lo stile newyorkese degli anni ’50.
La regia del fedelissimo Massimo Venier si dimostra all’altezza di una produzione di questo calibro. Pur giocando con gli stereotipi del genere gangster, non vuole essere una parodia ma una commedia con venature noir e thriller. Un altro aspetto da sottolineare riguarda l’animo citazionista del trio: a inizio film nel drive-in viene proiettato Vertigo (La donna che visse due volte) di Alfred Hitchcock, che fornisce un’indicazione sulla dualità del ruolo di Al nel film.
Punto di rottura
L’entusiasmo per la nuova fatica del trio era molto alto, tanto da renderlo uno dei film più attesi dell’anno. La pellicola uscì durante il periodo natalizio del 2002 diventando uno dei successi della stagione: incassò 22,262,559 € e divenne il terzo miglior risultato per Aldo, Giovanni e Giacomo. Nonostante ciò l’accoglienza da parte della critica e del pubblico fu negativa.
La maggior parte delle recensioni sottolineavano l’indecisione del film tra l’essere una parodia e un film serio. Un altro aspetto riguarda l’interpretazione del trio: se nei precedenti tre film rappresentavano loro stessi in situazioni verosimili, qui giocavano su un terreno completamente diverso, la caratterizzazione dei tre gangster limita l’interpretazione sacrificando la spontaneità e rendendo la recitazione un po’ macchinosa. Per questi motivi La leggenda di Al, John e Jack rappresentò il primo passo falso cinematografico di Aldo, Giovanni e Giacomo chiudendo l’epoca d’oro del trio. Altro punto di rottura col passato è stata l’assenza della figura femminile di Marina Massironi, personaggio importante nei precedenti lavori, cosa che contribuì a scontentare anche i fan più fedeli.
Il canto del cigno del trio
A distanza di tanti anni possiamo affermare con certezza che La leggenda di Al, John e Jack è senza dubbio uno dei loro migliori lavori. Nel corso del tempo ha subito una lenta, ma costante rivalutazione aumentando sempre più la schiera dei suoi fan. Nonostante la scrittura in alcuni momenti sia debole, la storia si segue con interesse per tutta la durata, dimostrandosi molto più articolata di quanto ci si potrebbe aspettare
La trama che inizialmente si sviluppa in maniera abbastanza lineare, riesce a sorprendere lo spettatore con un colpo di scena inaspettato ma efficace, che ribaltando tutta la storia dimostra come le apparenze possano ingannare.
Lo sforzo di raccontare qualcosa di più ricercato, rischiando di sbagliare piuttosto che fare qualcosa di piatto e banale, va decisamente apprezzato. Il film regala molti momenti entrati a pieno titolo tra i più memorabili della carriera del trio, come la scena dei regali per il compleanno di Jack. Come tradizione per ogni loro film, le citazioni si sprecano, da Quattro e tre otto, che botta di culo a Ti sembro scontento Johnny? Minchia, Carabbaggio.
Il cast è di ottimo livello a cominciare dai tre protagonisti principali ancora in grande forma, intenti a dare vita ai tre gangster in modo convincente. Il migliore dei tre è senza dubbio Giacomo nei panni di Jack, gangster combinaguai in preda alle anfetamine, vero protagonista delle scene più divertenti. Anche il resto del cast si conferma su ottimi livelli e ricco di caratteristi, come Giovanni Esposito nei panni del povero barbiere Frank, e Antonio Catania nei panni dello chef. Il ruolo del boss Sam Genovese è interpretato in modo convincente da Aldo Maccione – protagonista di una delle battute più divertenti – qui in uno dei personaggi più celebri della sua carriera.
Conclusioni
Nonostante i suoi difetti La leggenda di Al, John e Jack è una preziosa testimonianza della creatività del trio andando a chiudere il loro periodo di massimo successo. Dopo le critiche negative ricevute da questa pellicola Aldo, Giovanni e Giacomo metteranno da parte le proprie ambizioni tornando alle atmosfere dei loro primi tre film, quasi segnando un passo indietro… nonostante in seguito abbiano provato a sperimentare nuove formule (con il film a episodi Il cosmo sul comò, e Fuga da Reuma Park) non hanno mai raggiunto le vette dei loro primi 4 lavori.
La leggenda di Al, John e Jack è consigliato sia ai fan del trio sia a chi vuole farsi due risate e apprezzare uno dei lavori più ambiziosi mai prodotti dal cinema italiano.