Conosciamo tutti le Tartarughe Ninja, i quattro fratelli adolescenti e mutanti che proteggono New York da criminali, ninja malvagi e alieni.
Ma quanti di voi conoscono davvero la storia delle loro origini?
Dopo Venom, ripercorriamo insieme le origini degli eroi dei fumetti scoprendo insieme la storia delle tartarughe più famose della storia.
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ToggleKevin Eastman e Peter Laird, i papà delle Tartarughe Ninja
Le origini delle Tartarughe Ninja sono davvero umili.
Erano i primi anni ’80 e Kevin Eastman e Peter Laird muovevano i primi passi nel mondo dei fumetti.
Accomunati dalla passione per il disegno e per i supereroi, i due vengono messi in contatto per caso. Eastman ha sempre cercato di sfondare nel campo dell’editoria – con scarsi risultati – Laird invece tirava avanti disegnando sotto commissione vignette, cartoline d’auguri e immagini pubblicitarie.
La loro amicizia si consolidò talmente tanto da andare a vivere insieme e formare la Mirage Studios. Essa era composta da Eastman e Laird, e la sede era il loro appartamento.
Una sera, mentre lavoravano su di un personaggio inedito di nome Fugitoid, Eastman disegnò una grottesca parodia di un ninja. Si trattava di un goffa tartaruga che si atteggiava a combattente.
Laird iniziò a ridere e apportò alcune modifiche a quella bozza. Eastman rielaborò quest’ultima e ne disegnò quattro, armate e in posa. Le chiamò Ninja Turtles / Tartarughe Ninja. Quando Laird riprese in mano il disegno completò il titolo: Teenage Mutant Ninja Turtles.
La prima storia
Innamorati della loro creazione venne scritta la prima storia.
Quando un bambino fu quasi travolto dallo sbandamento di un camion trasportante rifiuti radioattivi, questo colò via e cadde in parte nelle fogne. Qui contaminò un ratto e quattro tartarughe, tramutandoli in mutanti.
La nota a piè di pagina più divertente della vicenda è che il bambino perse la vista a causa dello stesso liquido. I suoi sensi migliorarono e crescendo divenne avvocato di giorno e vigilante di notte. Stiamo parlando di Matt Murdock / Daredevil.
Sia Eastman che Laird erano cresciuti con il Daredevil di Gene Colan. A lui si sono ispirati per i toni cupi delle vicende e per la violenza degli scontri.
Il duo racimolò quasi duemila dollari, fonte dei loro risparmi e in parte prestati dallo zio di Eastman, e stampò tremila copia di Teenage Mutant Ninja Turtles nel 1984.
Furono distribuiti alle fumetteria della zona, scoprendo che piacque ai lettori. Le quattro tartarughe ninja, uscite dalle fogne per vendicare la morte del loro maestro, erano state adorate.
Decisero così di stamparne altre seimila copie, per poi lavorare a nuove uscite. Il successo delle TMNT crebbe rapidamente, tanto da ricevere offerte dalla stessa Marvel Comics per l’acquisto dei personaggi; ci fu la possibilità di portare sulle pagine della Marvel Leonardo, Michelangelo, Donatello e Raffaello, su albi a colori dalle grandi tirature, ma rifiutarono.
Eastman e Laird mantennero i loro fumetti come una pubblicazione indipendente, modesta, ma sotto il loro completo controllo.
Esplode la mania delle Tartarughe Ninja
Non sempre ai fumettisti veniva concesso il diritto di firmare il personaggio che avevano creato. Ottenevano uno stipendio sul lavoro, ma non la proprietà intellettuale di ciò a cui avevano dato forma. Per contratto il diritto apparteneva all’editore, e loro non ottenevano neanche profitto esterno dallo stesso.
Per questo motivo Eastman e Laird preferirono resistere. La Mirage Studios era diventata un simbolo per i pubblicatori indipendenti. Erano, del resto, gli anni in cui scoppiava la guerra sul diritto d’autore.
Questa piccola casa editrice del fumetto indipendente, che si opponeva alle regole imposte dalle grandi case editrice, stava però crescendo. Molti artisti andarono a bussare alla porta della Mirage in cerca di lavoro, e non potevano rifiutare un tale aiuto perché la mania delle Tartarughe Ninja stava spopolando.
Eastman e Laird non erano solo fumettisti, ma anche editori. Cercavano in tutti i modi di combattere il sistema all’epoca, provando a riconoscere a ogni autore la giusta parte di profitto. In genere tenendo conto alla parte di realizzazione di ogni pagina di ogni albo ogniqualvolta veniva ristampato.
Non fu facile e qualcuno rimase scontento, ma non si fermarono qui. Sempre più richieste arrivavano alla Mirage Studios per creare linee di abbigliamento e giochi sulle Tartarughe Ninja. Eastman e Laird concessero i permessi, ma furono recalcitranti: non volevano perdere i diritti su ciò che avevano creato.
Per loro fortuna, nel 1986, arrivò il produttore Mark Freedman a bussare alla porta della Mirage.
I cartoni animati e i giocattoli delle Tartarughe Ninja
Mark Freedman era per Eastman e Laird solo uno dei tanti agenti che bussò alla loro porta, ma gli concessero trenta giorni per “farsi convincere”. Allo scadere del termine, Freedman li mise in contatto con la Playmates Toys.
La Playmates Toys era l’azienda fondata a Hong Kong nel 1966 da Sam Chan (inizialmente con il nome di Playmates Industrial) e si occupava di produzione di bambole per conto di terze parti. Non aveva mai realizzato action figure per ragazzi, ma al contrario di Mattel e Hasbro aveva un asso vincente nella manica: voleva investire nel progetto senza detronizzare i creatori.
Come far conoscere ad ancor più persone dunque le Tartarughe Ninja per vendere più giocattoli? La prima serie di action figure avrebbe avuto una pubblicità efficace e accattivante: una serie animata di cinque episodi.
Non erano nuove queste manovre commerciali. Alcune delle più famose serie animate dell’epoca, come He-Man and the Masters of the Universe, venivano pianificate appositamente per introdurre nuovi personaggi, gadget e veicoli da comprare.
I set delle Tartarughe Ninja erano unici nel loro genere. I protagonisti erano quattro adolescenti mutanti, non modelli a là He-Man e She-Ra. Erano grotteschi e i loro gadget erano orride accozzaglie di spazzatura. I bambini persero la testa.
La serie televisiva, uscita nell’87 (da noi spopolava nei primi anni ’90), fu però arrotondata un po’, per attirare ogni fascia di pubblico. Il primo target pensato fu quello dei bambini tra i quattro e gli otto anni; per fortuna si arrivò a un compromesso. In un istante distrussero la concorrenza e nel 1990 arrivò il loro primo film live-action, che costò tredici milioni e mezzo di dollari ma triplicò la cifra in guadagni solo negli Stati Uniti.
La fine di un’era
Le Tartarughe Ninja costruirono un impero per Eastman e Laird, che gli fruttò decine di milioni di dollari all’anno per molti anni. A causa di questo dovettero fare i conti con parenti e gente sconosciuta che ne voleva una fetta e pretendeva soldi e case. Per non parlare di ex-collaboratori che pretendevano risarcimenti non dovuti.
Questi piccoli intoppi non poterono fermare il successo ottenuto e le Teenage Mutant Ninja Turtles dominarono la scena fino agli inizi del 2000.
Purtroppo la fama iniziò a calare in quegli anni e Eastman e Laird smisero di lavorare insieme. Eastman vendette la sua quota del franchise a Laird nel 2000 e nel 2003 4Kids ha avviò una nuova serie animata durata sette stagioni. Arrivò un film in CGI nel 2007 e nel 2009 la conclusione della serie 4Kids sotto forma di un film: Turtles Forever.
Ci furono quindi nuove serie animate, videogame e fumetti, ma la novità significativa arrivò nel 2009. Quell’anno il franchise fu acquistato da Viacom, ora conosciuta come Paramount Global: Viacom ha commissionato una nuova serie a fumetti, due nuovi film live-action e una nuova serie animata. Ma è arrivato molto di più.
Vale la pena guardare o leggere le Tartarughe Ninja oggi?
Nel 2014 esce il film live-action prodotto da Platinum Dunes, Nickelodeon Movies e Paramount Pictures, diretto da Jonathan Liebesman e prodotto da Michael Bay. Fu un successo al botteghino, anche se criticato, e questo spinse i produttori a realizzare un sequel: nel 2016 viene distribuito Out of the shadows, diretto da Dave Green (Earth to Echo). Si prendeva meno sul serio e per questo fu più apprezzato, a fronte però di incassi inferiori al primo.
Anche se le Tartarughe Ninja tornavano al cinema, ottenevano parti in videogiochi come Smite, Brawlhalla e Injustice 2, e nuove serie targate Nickelodeon, qualcosa non andava. Il tutto appariva come un tentativo di riportare in auge un franchise ormai morente. Eppure, la fiamma della speranza ardeva ancora.
Nel 2011 IDW Publishing ha acquisito la licenza per pubblicare nuove raccolte di storie della Mirage e una nuova serie è ancora in corso. Questa serie, che vede Tom Waltz ai testi, Dan Duncan ai disegni, e lo stesso Kevin Eastman come co-creatore e co-disegnatore, ha riconquistato il pubblico.
Nell’agosto 2017 è stato pubblicato il settantatreesimo numero del fumetto, rendendolo la serie di comics più longeva nella storia del franchise. A dicembre 2019 è stato pubblicato il centesimo numero che conclude l’arco in otto parti della saga “City at War“. A partire dal numero 101, la scrittrice e artista della serie Sophie Campbell ha assunto il ruolo di unica scrittrice principale.
Non sono mancati spin-off e storie alternative, oltre a crossover bizzarri come quello con Batman. Le serie che hanno riportato alla ribalta le Tartarughe Ninja le trovate nella nuova collection a forma di scatola della Pizza! Questo nuovo ciclo ricalca i temi scuri e profondi della primissima serie, con atmosfere e nemici grotteschi, ma con il tipico umorismo che ha contraddistinto il franchise nella sua epoca d’oro.
Ma se a livello di fumetti troviamo una rinascita, cosa troviamo come animazione?
Per chi vuole approcciarsi a questo mondo è disponibile Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles – Il destino delle Tartarughe Ninja in italiano. Sviluppata e prodotta da Andy Suriano e Ant Ward, la serie è stata presentata in anteprima su Nickelodeon il 20 luglio 2018
Composta (attualmente) da due stagioni, è terminata con un lungometraggio disponibile su Netflix.
La serie riscrive le origini e i personaggi strizzando l’occhio agli anime preferiti degli autori. La prima fonte d’ispirazione della serie è Sfondamento dei cieli Gurren Lagann.
L’opera è piena di richiami alla cultura pop e colorata, frenetica, e non sa prendersi sempre sul serio. Quando la fa, è superlativa. Una spassosa alternativa che può far appassionare anche i puristi della serie.
Quindi, è consigliato recuperare serie animata e fumetti attuali sulle Tartarughe Ninja? Ovvio! Mi chiedo perché abbiate aspettato il mio consiglio!