Bentornati alla nostra rubrica che esplora la cronologia di alcune delle saghe più famose e sgangherate della cultura pop. E bentornati nella Wasteland, figli della guerra! Perché oggi ci occupiamo di un franchise caldissimo, cromato e scintillante: l’uscita nelle sale di Furiosa: A Mad Max Saga ci dà l’occasione di stabilire una volta per tutte come diamine sia strutturata la pazza storia del matto Max, creata da quel folle visionario di George Miller. Allacciate le cinture e puntiamo dritti verso il Valhalla!
In questo nuovo appuntamento ricordo le solite premesse, ovvero che elucubrazioni mentali del sottoscritto o teorie elaborate dai fan sono sempre enunciate come tali, mentre informazioni e dati certi sono in prima linea e supportati da dichiarazioni dirette di chi ha realizzato queste opere. Inoltre la guida è rivolta a tutti, anche e soprattutto a chi non ha mai messo piede nelle terre desolate, perciò non temete spoiler o anticipazioni sgradite.
Il mondo di Mad Max
“Il mio nome è Max. Il mio mondo è fuoco e sangue. Un tempo ero un poliziotto, un guerriero di strada in cerca di una giusta causa. Mentre il mondo crollava, ognuno di noi a modo suo era a pezzi. Difficile capire chi fosse più folle: io o gli altri.”
45 anni fa un giovane medico australiano appassionatosi al cinema decise di voler dirigere il suo primo lungometraggio. Ispirandosi alla crisi energetica scoppiata nei primi anni ’70, ideò una storia distopica in cui la carenza di petrolio ebbe conseguenze ben più radicali sul mondo. Con un budget infimo e una troupe ridotta all’osso ma pronta a tutto – persino a bloccare strade cittadine senza regolari permessi – questo provetto regista trasformò la periferia di Melbourne e dintorni in una terra senza Dio e in rovina.
Il nome di questo signore è George Miller, e il suo mondo è fuoco e sangue, come il protagonista della sua saga, introdotto in quel primissimo film del 1979, Mad Max (Interceptor in Italia). Come molti sanno, il sequel Mad Max 2 (Interceptor – Il guerriero della strada) è l’opera che di fatto ha plasmato l’incarnazione moderna del sottogenere post-apocalittico, ma i modi e i tempi in cui il mondo è effettivamente collassato in queste pellicole non sono chiarissimi e ben definiti.
Per capire come muoversi in questi racconti bisogna stabilire innanzitutto qual è il canone ufficiale. La saga di Mad Max è formata attualmente da cinque film, tutti quanti diretti da Miller, ai quali si aggiungono alcuni fumetti e un paio di videogiochi. L’approccio dell’autore australiano è in linea con la filosofia che George Lucas applicava a Star Wars: le opere principali sono quelle in cui lui è coinvolto direttamente, tutto il resto è da considerarsi “universo espanso”, avendo quindi un “canone di 1° livello” e uno secondario.
Anche così però non è facile individuare una solida cronologia, perché Miller si comporta anche come un altro George (qui la guida sugli zombie-movie di Romero) e non è interessato a creare un ordinato e preciso mosaico narrativo. Questo fa sì che anche se vi limitate a seguire unicamente le disavventure cinematografiche di Max, la logica temporale si piegherà parecchie volte per farle rientrare tutte nella stessa ambientazione. Vediamo quindi quali percorsi si possono seguire per sfrecciare sulla Fury Road.
Canone principale – I film
Le storie principali del mondo di Mad Max si sviluppano nel corso dei seguenti lungometraggi cinematografici:
1) Mad Max (1979)
2) Mad Max 2 (1981)
3) Mad Max Beyond Thunderdome (1985)
4) Mad Max: Fury Road (2015)
5) Furiosa: A Mad Max Saga (2024)
L’origine è ovviamente Mad Max del ’79: un revenge movie su un poliziotto, Max Rockatansky (Mel Gibson 23enne fresco fresco di debutto), che tenta di mantenere l’ordine in una terra che sta abbandonando ogni segno di civiltà, a bordo di una roboante Ford Falcon XB con motore V8, ovvero l’iconica Interceptor. I violenti scontri con gang di biker fuori controllo degenerano e nella mente di Max, finito nel mirino di una di queste bande assieme a sua moglie e suo figlio, qualcosa si spezza. Sconosciuto per diversi anni, questo B-movie indipendente è stato riscoperto come riflesso della fama acquisita dal seguito, ma già di per sé era un esordio folgorante.
Per molti spettatori il battesimo di fuoco con la saga è stato appunto Mad Max 2. Ignari di come Max fosse diventato “mad”, in tanti sono rimasti ammaliati dal fascino di questo guerriero della strada senza passato, e il film traccia il solco che avrebbero seguito anche i capitoli successivi: il protagonista è ormai un antieroe solitario, le trame ruotano attorno al suo tentativo di sopravvivere, in tutti i modi e con tutti i mezzi, all’ostilità della Wasteland (le “terre desolate”, pre e post-guerra nucleare), e allo stuolo di gente più pazza di lui che puntualmente va a rompergli le uova nel paniere.
Mad Max Beyond Thunderdome (Mad Max oltre la sfera del tuono) arriva qualche anno dopo e mostra una parvenza di ricostruzione della società …con in mezzo giochi da gladiatori, comunità selvagge di bambini e altri inseguimenti a rotta di collo. Sembra essere arrivata la fine della saga, perché tra Thunderdome e una possibile continuazione si frappongono vari ostacoli, tra cui i vari e diversissimi progetti a cui Miller si dedica, i guai personali di Gibson, l’11 Settembre, e così via. Finché, alla soglia dei settant’anni, il regista australiano decide che rimetterà Max in carreggiata, costi quel che costi.
Mad Max: Fury Road riporta sul grande schermo il guerriero della strada dopo 30 anni, con un nuovo volto (Tom Hardy), una co-protagonista (Imperator Furiosa, interpretata da Charlize Theron) e un nuovo mattissimo villain (Immortan Joe, impersonato dallo stesso attore che fu il cattivo nel primo film della serie). Un lungo, pirotecnico, inseguimento mozzafiato di 120 minuti, con un tripudio di veicoli ancora più strambi e un worldbuilding ancora più delirante. Il film diventa un nuovo caposaldo del genere e getta solide basi per la prosecuzione del franchise.
Infine, flashforward di 9 anni, e siamo oggi al cospetto di Furiosa: A Mad Max Saga (di cui la nostra Daniela ha parlato approfonditamente qui). Il personaggio della Theron, che rubava la scena persino a Max nella pellicola precedente, si prende il primo spin-off della saga. Il film racconta le origini di questa tenace valchiria, da sopravvissuta indifesa a riluttante soldatessa del tirannico Immortan Joe, prima che decidesse di tradirlo e le sue strade si incrociassero con un sempre più disumanizzato Max.
A queste pellicole se ne dovrebbe aggiungere almeno un’altra, Mad Max: The Wasteland. Il film, originariamente ambientato dopo gli eventi di Fury Road, è stato annunciato da Miller anni fa, ribadendo di recente che è ancora nei piani. In alcune interviste il regista ha accennato che ora invece la storia dovrebbe mostrare cosa succedeva a Max un anno prima di Fury Road; ad ogni modo, viste le tempistiche estremamente dilatate tra una pellicola e l’altra, sarà il caso di riparlarne a tempo debito.
Canone secondario – Fumetti e videogame
Prima del 2015 l’universo espanso di Mad Max era costituito dalle trasposizioni a romanzo dei primi tre film e da un videogioco per Nintendo del 1990. I primi, seppur con qualche scena extra, non aggiungono niente di rilevante alla mitologia, mentre il gioco era un discutibile e anonimo adattamento del secondo film. Vien da sé che possiamo evitare di considerarli parte integrante della saga, a differenza di quello che è venuto dopo.
Con la produzione di Fury Road in corso si erano riaccese dopo tre decenni le fucine del franchise, e Warner Bros. aveva bisogno di prodotti freschi al lancio per promuovere il nuovo film in arrivo. George Miller aveva accolto piacevolmente la proposta, e così nel 2015 sono usciti il videogame Mad Max, sviluppato da Avalanche Studios per Playstation 4 e Xbox One, e la miniserie a fumetti Mad Max: Fury Road pubblicata da DC Comics e così suddivisa:
- Mad Max: Fury Road – Nux & Immortan Joe
- Mad Max: Fury Road – Furiosa
- Mad Max: Fury Road – Max #1
- Mad Max: Fury Road – Max #2
- Mad Max: Fury Road – The War Rig
Col senno di poi la canonicità di queste opere è stata messa in discussione più volte, motivo che rende difficile riconoscergli la stessa validità dei film. Il videogioco di Avalanche evidenzia queste criticità: bozzetti, note varie e storyboard forniti dal regista (in cui era delineata buona parte dei personaggi, degli eventi e delle ambientazioni dei futuri film) sono stati riversati nell’opera ma senza una sua diretta consulenza. Questo perché il prodotto è nato dalle ceneri del vero tie-in del film, al quale Miller stava lavorando assieme a Cory Barlog (game director del rilancio di God of War), ma che purtroppo si arenò in fase di pre-produzione.
Questo “altro” Mad Max è uscito puntuale su console, e non era difficile farlo passare per un prequel ufficiale di Fury Road: sebbene la storia presenti determinate incongruenze – perlopiù visive – con quanto si vedrà nel film, per sommicapi lo si poteva incastrare come antefatto. Le magagne risaltavano però nel confronto diretto coi fumetti DC Comics: in particolare i due numeri dedicati a Max raccontavano la stessa storia del gioco, ma con notevoli differenze in alcuni snodi narrativi e nel design di certi personaggi; il soggetto della miniserie era accreditato proprio al regista, mentre ai testi figurava il co-sceneggiatore del film (Nico Lathouris), a conferma che era stato riutilizzato lo stesso materiale ma col contributo diretto di Miller.
Proprio in questi giorni il regista ha espresso le sue perplessità in merito al gioco: «Non è venuto bene quanto avrei voluto. Non era una cosa che veniva da noi, abbiamo dato tutto quel materiale a chi lo ha realizzato. Ma sapete, sono una di quelle persone che preferirebbero non fare qualcosa se non la si può fare ai massimi livelli». Personalmente ho sempre trovato il videogame molto divertente e abbastanza rispettoso dello spirito e del tono dei film, per cui mi sento di consigliarlo ugualmente ai patiti, purché si tenga presente la sua natura apocrifa rispetto alla saga.
Per quanto riguarda i fumetti, secondo molti la supervisione di Miller basta e avanza a rendere questi albi elementi del canone primario. Eppure anche qui alcuni dettagli stridono, primo tra tutti la datazione della guerra nucleare che ha distrutto il mondo: come spiegherò dopo, nei vecchi film i bombardamenti avvengono dopo gli eventi del secondo capitolo, ma in uno degli albi questo avvenimento viene riportato come antecedente a Mad Max 2. Questa retcon sarebbe opera dell’altro sceneggiatore accreditato, Mark Sexton, ma in assenza di dichiarazioni sul punto da parte di Miller la miniserie potrebbe scivolare nel canone gerarchicamente inferiore.
Ad ogni modo, come suggeriscono i titoli dei fumetti, si tratta di brevi storie ambientate prima di Fury Road, in un arco di tempo che va da decine di anni prima (The War Rig, Nux & Immortan Joe) alla notte immediatamente precedente (Furiosa). Chi ha già visto il film del 2015 potrà leggere in queste pagine come Immortan Joe è diventato il tiranno della Cittadella, o come sono stati assemblati i veicoli più distintivi visti sullo schermo; purtroppo è sempre più difficile trovarne copie in circolazione, e anche l’edizione italiana è fuori catalogo da tempo.
Ordine cronologico
Il primo ordine suggerito per gustarsi questa saga sarebbe banalmente quello di produzione. Ignorando momentaneamente opere secondarie, la visione dei soli film nell’ordine di uscita al cinema coincide in gran parte con quello che dovrebbe essere l’ordine cronologico interno. Una possibile variazione riguarda il posizionamento di Furiosa: chi guarda la saga per la prima volta può collocarlo prima di Fury Road e avrà comunque un’ottima introduzione agli eventi che seguiranno; in quanto prequel però può essere visionato anche per ultimo, poiché conoscere già alcuni personaggi ne enfatizza l’impatto.
- Mad Max
- Mad Max 2
- Mad Max Beyond Thunderdome
- Furiosa: A Mad Max Saga
- Mad Max: Fury Road
Una volta arrivati a Fury Road subentra un grosso elefante nella stanza, ma fatemi indugiare ancora un po’ prima di illustrare il perché. Vediamo come si collocano le opere derivate.
Ordine integrativo
Se aggiungiamo all’elenco i fumetti, questa dovrebbe essere la direzione da seguire:
- Mad Max
- Mad Max 2
- Mad Max: Fury Road – The War Rig
- Mad Max: Fury Road – Nux & Immortan Joe
- Mad Max Beyond Thunderdome
- Furiosa: A Mad Max Saga
- Mad Max: Fury Road – Max #1-2
- Mad Max: Fury Road – Furiosa
- Mad Max: Fury Road
Quest’ordine richiede già un’elevata elasticità narrativa, poiché gli eventi dalla terza alla sesta posizione avvengono in vari stadi della timeline. Il fumetto The War Rig come dicevo prima narra la costruzione della “blindocisterna” e dell’armata mobile di Immortan Joe, ma parte dai primissimi giorni dopo il bombardamento nucleare per arrivare a ridosso degli anni pre-Fury Road. 15 anni prima di quest’ultimo si svolgono gli eventi principali del film Furiosa, ma anche in questo caso scorrono gli anni dall’infanzia della protagonista alla sua vita adulta.
Se, in barba alle parole di Miller, qualcuno volesse aggiungere il videogame alla ricetta, bisogna necessariamente rimuovere qualcosa (e aggiungere un bonus):
- Mad Max
- Mad Max 2
- Mad Max: Fury Road – The War Rig
- Mad Max: Fury Road – Nux & Immortan Joe
- Mad Max Beyond Thunderdome
- Furiosa: A Mad Max Saga
- Mad Max – Motion comic Parte 1 / Parte 2
- Mad Max (videogame)
- Mad Max: Fury Road – Furiosa
- Mad Max: Fury Road
Il motion comic è un prequel animato del videogame, che trovate su youtube ai link sopra. Il gioco, come già spiegato, sovrascriverebbe il fumetto incentrato su Max, posizionandosi verso la fine.
Ora, chi vorrà provare a guardare, leggere e giocare tutto comincerà a capire che diverse cose non quadrano. Pertanto rompiamo gli indugi e diciamo le cose come stanno.
Ordine finale
Il primo Mad Max è ambientato “alcuni anni da ora” come recita la didascalia iniziale. Alcuni fugaci indizi visibili nel film suggeriscono il 1984. Mad Max 2 secondo i documenti di produzione avviene 3 anni dopo. In questa mitologia il mondo si trova in ginocchio a causa di una Guerra del Golfo Persico e della crisi del petrolio che ne consegue, ma ancora non c’è stata un’apocalisse vera e propria: quest’ultima viene menzionata per la prima volta nel terzo film, che descrive una gigantesca guerra nucleare, cominciata da alcune nazioni in un’ultima escalation per contendersi le poche risorse petrolifere rimaste.
George Miller in un’intervista chiarì la questione: «Penso che i due film ricadano nella categoria della narrativa post-apocalittica, ma non sono post-nucleari. Quando abbiamo discusso il tipo di eventi che potrebbero aver condotto a questo mondo primitivo che rappresentiamo, inclusa la guerra globale a cui allude il Narratore (una voce narrante ricorrente nei primi due capitoli), la questione nucleare è stata evitata accuratamente.»
Il primo dubbio si scioglie qui, perché è opinione diffusa che il disastro nucleare fosse avvenuto prima di Mad Max 2, giustificando così la definitiva caduta della civiltà (che nel primo capitolo, anche se a stento, resisteva). Proseguendo, abbiamo con Mad Max: Beyond Thunderdome un salto di ben 15 anni, secondo quanto dichiarava il co-sceneggiatore Terry Hayes, trovandoci quindi nell’anno 2000 o poco dopo, e con un Max ormai quarantenne. Ed ecco che casca l’asino, nel momento in cui si passa al capitolo successivo.
Mad Max: Fury Road comincia letteralmente con un evento simile a quanto già visto in Mad Max 2, per poi proseguire divergendo su nuovi sviluppi. Non solo sarebbe poco credibile che Max nel film abbia all’incirca la stessa età di prima (se fosse ambientato dopo Beyond Thunderdome dovrebbe essere abbondantemente sopra i cinquanta), ma è evidente che la pellicola sta raccontando un’altra versione della storia. Fury Road non è quindi un sequel a tutti gli effetti, ma un reboot.
Un rilancio che funge anche da pseudo-remake – o “reimagining” come dicono gli americani – del secondo film originale, e dà inizio a un nuovo ciclo. Non sto scoprendo certo l’acqua calda, per molti la questione era già chiara, ma ho voluto mettere assieme tutti i pezzi del puzzle per illustrare meglio la situazione a chi di questa saga conosce poco o nulla.
Appurato che abbiamo a che fare con due timeline diverse quindi, un ciclo originale e una nuova era di Mad Max, un ultimo interrogativo ronza in testa. Come detto prima, la guerra nucleare nella seconda saga è collocata nel periodo antecedente al film Fury Road, anche se non è specificato l’anno esatto; se volessimo dargli una datazione, un indizio potrebbe essere il tatuaggio che i figli della guerra di Immortan Joe fanno a Max a inizio film (“12045 days”, quindi sono passati circa 33 anni dopo “la caduta”?), ma questo striderebbe con Furiosa: A Mad Max Saga, che come annunciato dai trailer prende il via 45 anni dopo il disastro…
Se non vi è venuto il mal di testa e avete capito l’antifona, direi che si può concludere questa guida con una certezza. Ricollegandomi a quanto dicevo all’inzio, questo franchise non è mai stato un rigoroso puzzle a incastro, non c’è una vera e propria continuity che lega con precisione ogni capitolo al precedente o al successivo. Nelle sue varie incarnazioni, il protagonista e le sue storie sono più simili a leggende che vengono raccontate attorno a un fuoco, da qualche parte nelle terre desolate.
Quando Miller presentò Fury Road al Festival di Cannes gli fu chiesto come si collegava agli altri film, e la risposta che diede chiarì una volta per tutte il suo punto di vista:
«Tutti i film non hanno una rigida cronologia. Probabilmente dopo Thunderdome, ma è un “episodio” nella vita di Max e di questo mondo. È in sostanza un episodio, noi che rivisitiamo quel mondo. Non ho mai scritto la storia – nessuna delle storie – con una connessione cronologica.»
La più semplice, e più efficace, esperienza per godersi la saga di Mad Max quindi non può che essere questa:
Timeline originale
- Mad Max
- Mad Max 2
- Mad Max Beyond Thunderdome
Nuova timeline
- Furiosa: A Mad Max Saga
- Mad Max: Fury Road
- Mad Max: The Wasteland (?)
Due versioni della storia, due versioni di Max (i primi 4 film li potete recuperare a buon prezzo con gli ottimi cofanetti blu-ray e 4K), alle quali volendo potete aggiungere gli altri tasselli di cui abbiamo parlato prima per arricchire e diversificare la sua mitologia. E chissà quante altre ce ne sono ancora là fuori da raccontare. Non ci resta che ammirare questa pazza epopea, in attesa che il maestro George ci porti ancora una volta a spasso nel suo folle mondo.