Noragami: Recensione del manga

Noragami è stato uno dei più grandi successi degli ultimi anni. Nel mese di luglio Planet Manga ha pubblicato il tanto atteso ultimo volume, chiudendo così uno dei manga più popolari a livello mondiale.

Uscito in Giappone per la prima volta nel 2011 sulla rivista Monthly Shōnen Magazine di Kōdansha, Noragami si è subito rivelato molto apprezzato dal pubblico, grazie a personaggi carismatici e all’eleganza del tratto del duo di mangaka Adachitoka. Nel corso degli anni ha subito diverse pause che comunque non ne hanno intaccato la qualità della storia, portandola avanti fino alla sua naturale conclusione con il 27° volume.

La prima edizione italiana è stata a cura dal 2012 dalla defunta GP Publishing, ma dopo la sospensione della pubblicazione la Panini Comics ha ereditato il titolo, proponendolo nuovamente dal 2017 e portandolo fino alla fine.

Dato il grande successo del manga, nel 2014 è stato prodotto un anime dallo Studio Bones, composto da due stagioni di 12 episodi ciascuna (la seconda con il sottotitolo di Aragoto); entrambe sono arrivate in Italia sottotitolate e rese disponibili sul canale streaming VVVVID.

 

 

Noragami

 

Vediamo insieme le caratteristiche che hanno reso Noragami così popolare anche in Italia in questa nuova recensione!

 

 

La trama

Hyori Iki è una giovane studentessa delle medie alle prese con la sua quotidianità. La sua vita cambia quando è vittima di un incidente stradale mentre cercava di salvare quella di Yato, un ragazzo conosciuto in quel momento. La sua esistenza cambia radicalmente: a causa dell’incidente Hyori ha sempre sonno, ma scopre anche che la sua anima può lasciare il suo corpo diventando uno spettro.

Terrorizzata da questa sua condizione, chiede aiuto proprio a Yato, che rivela alla ragazza di essere una divinità il cui obiettivo è quello di avere un tempio e un culto tutto per sé; per farlo ha bisogno di aiutare gli esseri umani al pagamento di soli 5 yen. Ma la missione di Yato non è così semplice e molti ostacoli si metteranno tra lui e Hyori per realizzare i loro scopi.

 

I personaggi

Si può dire che tutti i personaggi di Noragami siano ben caratterizzati. Molti di loro appartengono al pantheon divino dello shintō, ovvero la religione autoctona del Giappone che ne rivisita le caratteristiche in maniera originale, ma senza snaturare le loro peculiarità.

Yato appare come un ragazzo poco più grande di Hyori, dal carattere energico e grintoso. Vuole aiutare il prossimo per poter avere il suo tempio personale come le grandi divinità, ma non è facile e le difficoltà saranno tante. Tuttavia, dietro il suo sorriso si celano traumi provenienti dal suo passato, che renderanno la sua sopravvivenza e quella dei suoi amici costantemente precaria.

 

Yato

 

Hyori è una ragazza normale, presa dalla scuola e dai primi amori. Con l’incidente che la trasforma in uno spettro, il suo percorso cambia radicalmente e si legherà a Yato in maniera profonda. L’ombra che grava su Yato in realtà si estende anche su di lei, ma non si perde d’animo e affronta ogni pericolo con la dovuta grinta.

Yukine è probabilmente il più amato dalle autrici, percepibile dal grande spazio che egli occupa all’interno della storia. Spettro trovato da Yato e trasformato in un’arma per combattere gli Akashi, ovvero demoni oscuri che minacciano gli esseri umani, diviene la spalla su cui Yato e Hyori potranno sempre contare, ma i traumi dovuti alla perdita della memoria minacciano l’equilibrio del trio, portandoli spesso a discutere tra di loro. Forse un po’ troppo predominante rispetto a quella dello stesso Yato, la storia di Yukine è fatta di momenti di rabbia e perdono, forza e redenzione, in quella che sfocia nella più pura delle amicizie.

 

 

Tra fantasia e mito

Come anticipato in precedenza, la cosa che rende più interessante Noragami è il modo in cui interseca le vicende dei protagonisti a quelle del pantheon shintō. Amaterasu, Izanami, Tenshin, Kofuku: sono solo alcune delle divinità rappresentate all’interno della storia, ognuna di esse reinterpretate in modo moderno e originale.

Tra le figure divine più interessanti ricordiamo Bishamonten, dea guerriera dal carattere difficile, ma dall’animo gentile (tanto da essere chiamata affettuosamente Vina dai suoi sottoposti). Di origine indiana e acquisita dai giapponesi con l’introduzione del buddhismo, Bishamonten in realtà è uno dei quattro Shitennō, ovvero i guardiani celesti con il compito di difendere il Buddha, a cui sono dedicati diversi templi.

 

Noragami

 

Una trama che si dipana tra il mondo umano e quello divino, costantemente vessato dai nemici che vogliono sovvertire quell’equilibrio che non andrebbe mai messo in pericolo. Oltre alla tematica del divino, anche la tematica della morte è molto presente, affrontata sempre in maniera delicata ed empatica.

 

Conclusione

Uno shōnen che intrattiene senza troppe pretese e con un ottimo mix di azione, avventura e mistero: Noragami si conferma uno dei manga più interessanti degli ultimi anni, con una conclusione forse un po’ frettolosa, ma che tutto sommato riesce a rendere giustizia a tutti i personaggi della storia. Consigliato se amate le storie che includono una buona dose di azione e sentimento!

Ti sei perso la mia ultima recensione? Leggila qui!