Salone del Libro di Torino: la più importante fiera editoriale di tutta Italia. E quest’anno NovaGulp ha potuto partecipare accreditata per la prima volta. Un piccolo passo importantissimo per la nostra realtà in crescita che ha come missione il proporvi solo articoli approfonditi e di qualità. Da Giovedì 9 a Lunedì 13 Maggio 2024 abbiamo fatto un SalTo in un mondo parallelo fatto di libri e storie, abbiamo partecipato a eventi, parlato con i piccoli editori, comprato tanti libri e fumetti, incontrato qualche autore e ottenuto un paio di anticipazioni succose di Sergio Bonelli Entertainment.
Fil rouge di questa edizione è stata la vita immaginaria declinata in ogni sua forma: dal fumetto alla narrativa, dal cinema al podcasting, dalla saggistica al romance. E dopo un po’ di meritato riposo, qualche lacrimuccia versata sugli scontrini e un paio di giorni passati come larva tra le coperte per riprendermi dal caos di gente che (fortunatamente) ha riempito la fiera, ecco una sorta di reportage e qualche riflessione finale riguardo l’esperienza al Lingotto Fiere di Torino.
Indice
ToggleUn SalTo nella Vita immaginaria
Vita immaginaria è stato il tema della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, da quest’anno sotto la nuova direzione editoriale di Annalena Benini. E proprio lei l’aveva anticipato dicendo che <<la vita immaginaria muove la vita creativa e a volte anticipa e indovina le vicende della vita reale. Riguarda quindi anche l’attesa di un futuro che possiamo costruire attraverso la letteratura, il cinema, l’arte, le parole scritte e le voci alle quali dedichiamo la nostra speciale attenzione. Questo Salone è allora l’omaggio alla vita immaginaria, in tutte le sue forme: al suo modo creativo, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale>>.
Il manifesto è stato illustrato dall’artista e fumettista Sara Colaone, che è riuscita a rappresentare la libertà di sguardo che dona l’immaginazione. <<La mia vuole essere un’immagine felice, consapevole del privilegio di poter abbandonare gli occhi e non smettere di guardare. L’immaginazione è un universo di grande valore, essenziale per l’individuo poiché ne avvia la capacità di adattamento e di invenzione, ma l’immaginazione con i personaggi che la popolano appartiene anche a una collettività. La Vita immaginaria, insomma, è un incontrollabile universo in espansione>>.
Sette sezioni e importanti tematiche sociali
Una delle novità centrali di questo Salone del Libro è stata la creazione di sette sezioni parallele alla programmazione generale, che hanno permesso ai visitatori di orientarsi facilmente tra i tantissimi appuntamenti. Arte (a cura di Melania G. Mazzucco), cinema (a cura di Francesco Piccolo), editoria (a cura di Teresa Cremisi), informazione (a cura di Francesco Costa), leggerezza (a cura di Luciana Littizzetto), romance (a cura di Erin Doom) e romanzo (a cura di Alessandro Piperno), hanno trovato voce e portato ospiti di rilievo nazionale e internazionale. In collaborazione con Netflix, Erin Doom è stata intervistata su Il fabbricante di lacrime e la sua trasposizione cinematografica, svelando anche alcuni retroscena.
Ma il Salone è stato attraversato anche da grandi tematiche sociali che hanno arricchito i dibattiti e i confronti. Si è parlato di femminismo e violenza di genere, da ricordare la riflessione del problema di genere in filosofia con Lorenzo Gasparrini e Edizioni Tlon. La mostra fotografica Non solo Signorine. Donne al lavoro dagli anni Dieci agli anni Settanta del ‘900, curata da Barbara Costa, ha ricordato il ruolo e lo spazio delle donne nella società e nel lavoro. Numerosi gli incontri in ricordo delle donne del nostro passato, tra le quali Michela Murgia. Ma è stato dato anche molto spazio alla guerra, alla pace e alle migrazioni, alla salute mentale, al lavoro, all’attivismo, al futuro e ai giovani, e alla sostenibilità.
Un Salone del Libro sostenibile e accessibile
Il Salone del Libro continua a muoversi in direzione di sostenibilità e accessibilità. Quest’anno molte conferenze sono state tradotte nella Lingua dei segni per permettere ai non udenti di partecipare attivamente agli appuntamenti. Per la prima volta si è sperimentato un percorso di accessibilità dedicato alle persone con disabilità tramite una procedura di pre-accredito online, e sono stati anche molto apprezzati due nuovi luoghi di calma e tranquillità chiamati Spazio di quiete. Le fontanelle sono passate dalle 9 dell’anno scorso a 16, ed è tornato il baby parking con personale specializzato, di cui oltre 150 famiglie hanno approfittato.
Inoltre, quest’anno è stato inaugurato un quarto padiglione, uno spazio temporaneo costruito all’esterno per migliorare la fruibilità generale e dare maggiore visibilità alla programmazione del Bookstock. Questo PAD4 è stato un luogo di formazione, sperimentazione e scambio tra generazioni, una “casa” per bambini, bambine, giovani e famiglie che hanno condiviso e fatto scorrere l’immaginazione.
Il Bosco degli Scrittori di Aboca
Parlando di luoghi e di quiete, tra tutti i numerosissimi stand va assolutamente ricordato quello di Aboca Edizioni che dopo il successo ottenuto lo scorso anno ha replicato l’iniziativa del Bosco degli Scrittori. Uno spazio realizzato in modo completamente ecosostenibile, dalle sedute fino ai pavimenti, in collaborazione con il National Biodiversity Future Center.
Il Salone del Libro ha ospitato un vero e proprio ecosistema naturale che ha donato ai visitatori la meraviglia di immergersi in un bosco, circondati dal profumo e dal fresco degli alberi (e dall’allergia), per portare la riflessione sulla biodiversità all’interno del mondo dell’editoria e per capire come sul nostro pianeta sia tutto interconnesso. Gli incontri che hanno animato il Bosco di Aboca hanno coperto tematiche ambientali di particolare urgenza, dal riscaldamento climatico alle piccole azioni individuali che possono aiutare a contrastarlo. Oggi, le piante che ci hanno meravigliato hanno lasciato l’Oval del Lingotto e continueranno a vivere piantate presso aree pubbliche a servizio di giardini e parchi urbani.
Il fumetto come linguaggio
Il fumetto è stato tra i protagonisti indiscussi di questa edizione del Salone del Libro, che continua la sua missione di ridefinizione identitaria della nona arte: raccontare il fumetto come un linguaggio e non come un genere. Il fumetto è un contenitore, un modo di raccontare viaggi fantascientifici, storie immaginarie quanto reali, d’amore, di coppia, di crisi esistenziale. Può essere uno strumento di divulgazione e anche un mezzo per approfondire la realtà attraverso inchieste e reportage… persino una nuova forma di giornalismo!
Da Leo Ortolani, Zerocalcare con il suo nuovo Quando muori resta a me e Paolo Barbieri che ha presentato Storie di Unicorni, al ricordo di Akira Toriyama, il papà di Dragon Ball recentemente scomparso, con un evento organizzato da Star Comics che ne ha ripercorso la produzione artistica, passando per i festeggiamenti dei novant’anni di Paperino e dei sessanta di Mafalda.
Sergio Bonelli Entertainment
Dalle pagine di un fumetto agli schermi. Sergio Bonelli Editore ha presentato il suo futuro multimediale con un panel dedicato durante il quale il doppiatore e youtuber Maurizio Merluzzo (voce di Drakul Mihawk nel live action One Piece) ha intervistato il Direttore Editoriale Michele Masiero e il Direttore Sviluppo Vincenzo Sarno. Hanno ripercorso i primi primi passi della casa editrice di fumetti nel mondo audiovisivo, partendo da Dampyr (2022), il film apripista della nuova divisione Bonelli Entertainment, che sta continuando a riscuotere successo sulle piattaforme, dopo essere stato in Top Netflix America e Corea ora sta conquistando anche il Vietnam.
Hanno poi ricordato Dragonero (2022), la serie animata realizzata in collaborazione con Rai Fiction ispirata ai fumetti Dragonero Adventures. Ne è stata annunciata la seconda stagione e sono stati mostrati alcuni character design… tra cui potremmo ritrovare qualcosa a cura di Paolo Barbieri, presente alla conferenza.
Per quanto riguarda nuovi progetti, a Lucca Comics & Games 2023 era stata annunciata la serie animata tratta da Martin Mystère che vedremo nel 2025, ma in occasione del Salone la Bonelli ha voluto regalare due anticipazioni: è in sviluppo una nuova serie animata su Legs Weaver, primo personaggio femminile ad avere una propria storia fumettistica come spin-off di Nathan Never; in ultimo, è stato annunciato sottovoce un live action di Dylan Dog con, parrebbe, James Wan alla regia, ma i direttori non hanno lasciato trapelare altro se non che, forse, potremmo vederlo “in forme diverse dal film“.
…ma il Fantasy dov’è?
Un reading di Harry Potter a cura di Francesco Pannofino e uno di Massimo Popolizio de Il Signore degli Anelli in collaborazione con Audible. Mi sento però di aprire una piccola parentesi polemica sulla quasi assenza del fantasy negli incontri. Così come il fumetto sta ottenendo l’attenzione e la rivalutazione che si merita, e anche il romance viene portato all’attenzione dei visitatori con numerosi panel dedicati, altrettanto lavoro dovrebbe essere fatto con questo genere letterario.
Proprio come il fumetto, il fantastico è un modo di raccontare la realtà, a suo modo anch’esso un linguaggio. Si usano mondi immaginari per orientare la lente d’attenzione di lettrici e lettori a problematiche che affliggono la realtà personale e sociale. Di editori che si occupano di fantasy ne abbiamo incontrati molti al Salone del Libro, ma continua ad esserci poca attenzione per quanto riguarda le conferenze.
L’anno scorso il tema del Salone era “Attraverso lo specchio”, omaggio al mondo di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, quest’anno è una “Vita immaginaria” che invita alla creatività e all’immaginazione. Mi sembra che si continui a prendere dal fantastico l’ispirazione che fa comodo e lasciarlo poi nelle retrovie, non sarebbe ora di una ridefinizione anche per lui?
Salone del Libro di Torino: tiriamo le somme
L’appuntamento per la prossima edizione del Salone del Libro di Torino è dal 15 al 19 Maggio 2025. Quest’anno sono stati 222.000 visitatori, e per la prima volta la giornata più visitata dopo il Sabato è stata il Venerdì, che ha superato le visite della Domenica di qualche centinaio. Oltre 800 stand distribuiti in quattro padiglioni e l’Oval, 51 sale, 180 laboratori e oltre 2.000 eventi. Giovedì, Venerdì e Lunedì sono state le giornate più frequentate dalle scolaresche di ogni età.
Come accade in molti eventi di tipologia simile le code non sempre sono gestite al meglio e non vi è nessuna traccia di posti a sedere, a meno di non infilarsi in qualche posto vuoto durante le conferenze. E non parliamo del caos, della gente che cammina lentamente guardando il soffitto, del caldo che fa nei padiglioni…
Ma quindi, ne vale la pena?
Sì! Se il mondo dell’editoria, delle pagine e delle storie fa parte di voi, il Salone del Libro di Torino è un’esperienza che dovete fare. Certo, con qualche accortezza per evitare di esaurire le vostre batterie sociali per tutto il resto dell’anno… ma organizzandosi bene e prendendola con filosofia è un’occasione imperdibile per partecipare a conferenze interessanti, conoscere i piccoli editori e incontrare autori e autrici emergenti.
Vi direi di lasciar stare gli stand degli editori che potete trovare facilmente e quotidianamente in qualsiasi libreria, dedicate la vostra attenzione alle realtà piccole, che spesso propongono delle chicche imperdibili, e approfittatene per parlare con chi quelle storie le crea e le pubblica. Forse è questo il valore più grande di questi eventi, quello di poter entrare veramente in contatto con le persone dietro i nomi e le copertine e farci raccontare da loro la loro storia.
Vita immaginaria, qual è la tua?
“E tuttavia in qualche momento abbiamo pensato che, se non avessimo avuto una vita immaginaria, non avremmo forse trovato le strade della vita creativa, o non ci sarebbe venuto in mente di cercarle.” (Natalia Ginzburg, Vita immaginaria)
Il tema di questa edizione è diventato una mappa possibile del futuro per tutta la comunità del libro, un territorio sorprendente e misterioso che noi visitatori abbiamo potuto esplorare attraverso infinite possibilità. La XXXVI edizione del Salone del Libro di Torino ha fatto incontrare tutte e tutti tra pagine e parole, sperimentando nuovi linguaggi insieme alle grandi pagine della letteratura, per scoprire e raccontare le vite immaginarie che esistono e che verranno.
Le storie sono sempre state il fuoco dell’umanità, il calore, la comunità, una scusa per riunirsi, un modo per tramandare di generazione in generazione, un grido per farsi ascoltare. Una voce che ha la capacità di raggiungere milioni di menti e diventare un’eco, che sia essa di carta, d’immagine o di parole. La libertà di immaginare, creare e, soprattutto, di esprimersi. Questa è la mia vita immaginaria, qual è la tua?