La Melevisione è stata, e continua a essere, il simbolo di una generazione. Parlo soprattutto della generazione cresciuta con le prime stagioni, quelle con il nostro amico Tonio Cartonio del Fantabosco, con i cartoni intervallati dalle pubblicità, le puntate che aspettavamo ogni giorno dopo pranzo sintonizzandoci sulla Rai dal nostro divano di casa. Non esistevano smart tv, non esistevano i binge watching, non esistevano i social network.
La Melevisione è il simbolo di quella che ci piace definire Hobbit Generation: ci sono state promesse ricchezza e sicurezza e ci siamo ritrovati con le ceneri di Mordor. Forse è per questo motivo che siamo ancora così attaccati alle nostre infanzie, ricordi di un passato ben più felice e spensierato del presente che ci siamo ritrovati a vivere; troppo “giovani” per il vecchio mondo, troppo “vecchi” per il nuovo (sì, siamo vecchi gente: Google è nato dopo di noi, nel 1998). Una generazione sospesa a metà, una generazione di bambini che ancora ricorda perfettamente cosa stava facendo quel famoso 11 Settembre che ha cambiato la (nostra) storia.
“Scrivile, scemo, un finale migliore per quella puntata della Melevisione interrotta da torri che andarono in fiamme e bimbi che facevano domande.” (Scrivile scemo, Pinguini Tattici Nucleari)
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ToggleUna televisione che va a mele… una Melevisione!
Salto nel tempo: 18 Gennaio 1999, ore 15:00. Stai apparecchiando la tavola per i compiti: fuori dalla cartella pesante (la mia era rossa della Onyx) libri dalle pagine colorate interamente con gli evidenziatori solo per portare un po’ di gioia alla matematica, e quaderni e astucci dalle stampe improbabili. La televisione è accesa su Rai Tre e improvvisamente senti una sigla che, anche se in quel momento ancora non lo sai, resterà nelle tue orecchie fino all’età adulta. È Tonio Cartonio che dal Fantabosco inizierà a riempire i tuoi pomeriggi da bambino.
“Varcando la Soglia di Fiaba, mi addentravo in un mondo a me ancora sconosciuto: il Fantabosco. Dopo aver attraversato la Valle degli Gnomi, costeggiando le Terre di Re Quercia, arrivai in una bellissima radura. E lì, nascosta tra i cespugli, trovai una vecchia televisione degli umani in disuso. Pensai che dandole della sana frutta, forse avrebbe ripreso a funzionare trasmettendo buone store per i bambini. E così fu.” (Tonio Cartonio – Danilo Bertazzi)
La Melevisione e le sue storie
Per chi di voi non sapesse di cosa sto parlando (o non ricordasse, shame on you), la Melevisione è stata una trasmissione per bambini che ha iniziato la sua programmazione su Rai Tre come programma contenitore di cartoni animati (Bear nella grande casa blu, Bob Aggiustatutto, Papà castoro, Tre gemelle e una strega). Ogni puntata era incentrata sulle avventure di folletti, gnomi, principi, principesse, re, streghe, fate, lupi, maghi, geni, orchi, giganti…
E poi ci chiedete per quale motivo continuiamo a restare ancorati a tutto ciò che ci ricorda l’infanzia. Lo abbiamo visto e vissuto, il regno fiabesco popolato da personaggi fantastici. Erano nostri amici. E qualcuna (ogni riferimento a me è puramente non casuale) si è anche convinta di essere una strega per aver fatto venire la diarrea alla sua insegnante di matematica grazie a una formula magica del libro di Strega Salamandra.
Negli anni la Melevisione è diventata un cult e ha riempito i pomeriggi dei bambini di tutta Italia, mutando coi tempi. Tonio Cartonio (Danilo Bertazzi) ci ha accompagnati per otto stagioni e dopo di lui è arrivato Milo Cotogno (Lorenzo Branchetti) che ci ha portati fino all’ultima puntata andata in onda su Rai Yoyo il 2 Maggio 2015. Per noi che ci siamo cresciuti è stata un rifugio, un appuntamento sul quale potevamo contare. Tutto il mondo del Fantabosco, i suoi cinquanta abitanti fantastici, le colorate tiramisuper, scivolizia, blumele e tutte le altre bibite che Tonio Cartonio prima e Milo Cotogno dopo preparavano nel loro Chiosco… fa tutto ancora parte di noi.
Sì, ma… come finiva la puntata dell’11 Settembre 2001?
La domanda esistenziale che ha unito un’intera generazione. Non il domandarsi sul senso della vita, sul perché la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto è 42. No. Come finiva la puntata della festa di compleanno di Principessa Odessa?
Da bambini siamo rimasti in sospeso per l’edizione straordinaria del Tg che annunciava l’attentato alle Torri Gemelle. Nel frattempo siamo diventati adolescenti con questo dubbio, ci siamo laureati, abbiamo iniziato a lavorare, ci siamo sposati, qualcuno ha anche avuto dei figli, e siamo arrivati a Maggio 2024 per avere la risposta. Proprio da lui, proprio da Tonio Cartonio. In un video comparso sulla home di TikTok. Alla fine della puntata, Strega Salamadra e Fata Gaia cantavano per Principessa Odessa Tanti auguri a te.
Danilo Bertazzi ci fa tornare nel Fantabosco
“Nel 2004 Re Quercia mi affidò un incarico importantissimo: tornare nel mondo degli umani a raccontare storie ai bambini per far sì che la fiamma della Fiabola Magica non smettesse di ardere. È una missione che continuo a compiere con gioia.” (Danilo Bertazzi)
Sul suo TikTok Danilo Bertazzi sta riunendo tutti noi e ci sta riportando indietro nel tempo rispondendo alle nostre domande, scoprendo qualche dietro le quinte, confidandosi con noi proprio come quando vestiva di verde e arancione. Spiegandoci come mai ha lasciato il Fantabosco, come mai a un certo punto della sua vita la presenza di Tonio aveva iniziato ad appesantirlo e di come tutte le bufale sulla sua morte per overdose siano state difficili da gestire.
“Stavo perdendo Danilo. Tonio stava prendendo il sopravvento sulla mia vita, sulla mia persona.” Una motivazione che, forse, solo oggi da adulti possiamo veramente comprendere. È facile perdersi in un ruolo, soprattutto se quel ruolo è parte di te. Ma proprio come ogni puntata della Melevisione che finiva “in allegria e in amicizia“, con un lieto fine degno delle Fiabe Sonore, anche Danilo ha trovato il suo lieto… continuo, sposando a Luglio 2024 colui che lo sostiene ogni giorno dal 2012.
La forza delle fiabe
La forza della Melevisione è la forza del fascino di un mondo parallelo che richiama temi attuali, emergenze, valori. Una narrazione che rende i bambini consapevoli del bene e del male che esiste tanto nel Fantabosco quanto fuori, trattando anche tematiche importanti come la separazione dei genitori, le disabilità e diversità, l’integrazione, gli abusi sui minori. Il tutto senza mai mascherare nulla, ma traducendo nel linguaggio dei piccoli. Trasformandoli magicamente in fiaba.
“Il 7 Gennaio del 2004 Milo Cotogno per la prima volta indossò i suoi nuovi abiti da folletto. Io avevo solo 22 anni e quei panni li indosserò più di mille volte. La Melevisione è diventata il mio talismano. Mi ha insegnato tantissimo, sia dal lato professionale che dal lato umano. Siamo riusciti a entrare nelle case delle famiglie con rispetto, e a parlare con dolcezza ai bambini di qualsiasi cosa. Se oggi, dopo 20 anni dalla sua nascita, siamo ancora travolti dall’effetto degli “ex bambini” cresciuti con noi, allora posso dire – come il testo di una delle nostre storiche canzoni: Grazie a te Melevisione, io lo dico con orgoglio, quei bambini forse son cresciuti meglio.” (Milo Cotogno – Lorenzo Branchetti)