Indice
ToggleOsamu Tezuka: Il dio del manga e il pioniere dell’intrattenimento globale
Sono numerosi gli artisti che hanno segnato la storia del fumetto e dell’animazione giapponese, e desideriamo raccontarvi come la fantascienza si sia evoluta attraverso personaggi eminenti di questo settore. Inizia così il racconto di una delle prime e più importanti figure nella compagine di sognatori e visionari instancabili che hanno gettato le basi di un genere; alcuni dei quali sono morti a causa della loro dedizione al lavoro. Hanno affrontato critiche, spergiuri, amore e venerazione, e grazie a tutto ciò oggi sono immortali nelle menti di milioni di persone.
Se siete pronti, allacciate le cinture e immergetevi nella prima storia che desideriamo narrarvi: la leggenda di una nuova divinità, ovvero colui che è stato il nonno di molti mangaka e di numerosi otaku, Osamu Tezuka. Più di tutti Tezuka è riuscito all’alba del manga moderno a intaccare la dura roccia dell’intrattenimento, scalfendo per primo il panorama internazionale quando internet era ancora un concetto da aule di fisica.
Il suo nome ancora oggi evoca rispetto in ogni angolo del mondo. Conosciuto con lo pseudonimo de “il dio del manga”, Tezuka ha dominato l’industria del fumetto giapponese per oltre quarant’anni, lasciando il segno con opere come Astro Boy, Black Jack, Buddha e molte altre. E ora approfondiamo la figura di questo mangaka.
Ei fu una giovane promessa
Tezuka nacque il 3 novembre del 1928 e mostrò sin da piccolo un interesse precoce per l’arte e i fumetti, soprattutto quelli americani, illegali però sul suolo nipponico durante il secondo conflitto mondiale. Tuttavia, venne incoraggiato dal padre a esplorare il mondo della narrativa visiva nonostante l’illegalità di quei prodotti; Tezuka senior assecondò la sua particolare predilezione per Walt Disney, i cui toni e sfumature tipiche, come le mani e gli occhi grandi, entrarono sin da subito nel caratteristico stile di disegno del figlio.
Inizialmente, Osamu Tezuka intraprese gli studi di medicina con l’intenzione di portarli a termine e fare il dottore. Studiò all’Università di Osaka e si laureò ma, nonostante ciò, lo spirito instancabile associato alla passione per il disegno lo portò verso la carriera di disegnatore come principale professione. Questa decisione causò rammarico a sua madre, poco contenta dei molteplici lavori e progetti in cui il giovane mangaka si inseriva. Il suo piano originale era di mantenere il disegno come hobby e professione secondaria, ma secondo alcuni il suo destino era scritto prima ancora di nascere, e una nuova divinità stava per ascendere al regno dei Kami: Il dio del manga.
Nell’arco della sua vita, il nonno del manga ha lavorato instancabilmente a numerose storie e filoni narrativi, accogliendo nel suo studio giovani aspiranti fumettisti come Shotaro Ishinomori o la celebre Rumiko Takahashi, due artisti il cui contributo al fumetto e al cinema non si limita solamente al Giappone, ma si estende a livello globale. Tra le molte opere del maestro, alcune pietre miliari sono degne di nota e vogliamo citarle per farvi conoscere e apprezzare il suo lavoro.
Cominciamo con Black Jack: questo manga segue le vicende di un misterioso chirurgo conosciuto come Black Jack, che pratica la medicina senza licenza e si occupa di casi particolarmente difficili e misteriosi. Spesso, a causa della sua etica personale, diventa oggetto di odio da parte di coloro che lo circondano. Nel complesso, è un’opera molto drammatica, fondamentale per il genere noir.
Secondo ma non per importanza troviamo il manga intitolato Buddha: una biografia romanzata del Buddha basata sul testo storico di Siddhārtha Gautama. Tezuka reinterpretò la vita della figura spirituale in modo unico, mescolando elementi storici con la sua caratteristica narrazione e stile artistico. Passiamo quindi a uno shojo ante litteram con Princess Knight (Ribon no Kishi, “La principessa Zaffiro” in italiano), una storia di avventura molto romantica che segue le vicende della principessa Sapphire, la quale si traveste da ragazzo per poter ereditare il trono del regno di Silverland e salvarlo dalle grinfie di oscuri individui.
Infine, il tanto citato in giudizio Kimba – Il leone bianco (Junguru Taitei): qui seguiamo le avventure di Kimba, un giovane leone bianco che cerca di proteggere la sua famiglia e il suo regno nella giungla africana. Vi invitiamo a leggerlo e, se siete curiosi, a recuperare il prezioso anime per poi condividere con noi le vostre impressioni. Ovviamente, queste non sono tutte le opere prodotte da Tezuka e dai suoi collaboratori, ma vi incoraggiamo a esplorare ulteriormente il magico mondo di questo artista che tanto ha contribuito alla fantascienza e molto altro ancora.
Lo Star System e principali innovazioni nella storia
Nei suoi disegni, con occhi grandi e mani sproporzionate, spesso si ritrovano gli stessi protagonisti, con abiti diversi, in storie anche lontane tra loro. Si tratta di un sistema che l’autore ha preso dal cinema e dal teatro, e che ha soprannominato “Star System” poiché tratta i suoi OC come attori inseriti in vari ruoli, come se si trattasse di attori in carne e ossa scritturati per delle parti in episodi di una fiction o di un film. Tra i capitoli dei suoi manga compaiono finte interviste a personaggi, ipotetici stipendi per l’impiego in questo o quel fumetto, risposte a domande e curiosità dei lettori, nonché contenuti extra come bozzetti e disegni. Questo vi ricorda qualcosa? Diciamo solo “SBS” ed Eiichiro Oda.
Queste caratteristiche, unite alla genialità innata di Tezuka, hanno reso i suoi manga irresistibili per il pubblico giapponese del dopoguerra, desideroso di storie più leggere dopo un decennio segnato da fumetti cupi. Questo periodo è racchiuso in un movimento che ha segnato un’era, l’era gekiga, ma ne parleremo in un altro articolo, se vi interessa scrivetecelo nei commenti.
Quando esplose il successo: Astro Boy, the first real star
Il vero successo di Tezuka esplose negli anni ’60 e ’70 grazie all’opera Astro Boy. Il fumetto galvanizzò adulti e bambini con un’icona destinata a dominare il mondo dell’animazione per molti anni a venire. Astro Boy, conosciuto in Giappone come Tetsuwan Atomu, vede come protagonista un robot dalle sembianze umane, molto fanciullesche, e rappresenta uno dei primi esempi di robot antropomorfi nella cultura popolare giapponese.
Secondo la lore, Astro Boy venne creato dal professor Tenma, un affermato scienziato, dopo la morte del figlio Tobio, avvenuta a causa di un incidente automobilistico. Tenma costruisce Astro Boy con l’intenzione di sostituire Tobio; lo dota quindi di una grande intelligenza e di una forza sovrumana per assicurarsi che nulla possa mai portarglielo via. Inoltre, lo equipaggia con una gamma di abilità tecnologiche avanzate. Tuttavia, Astro Boy non riesce a colmare il vuoto emotivo del professor Tenma, che lo rifiuta, spingendolo ad andarsene e iniziare una serie di avventure in cui cerca di trovare il suo posto nel mondo e di difendere l’umanità da minacce esterne.
Il robottino è caratterizzato da occhi grandi e luminosi, un aspetto giovanile e un cuore d’oro. È noto per la sua dedizione alla giustizia e alla protezione degli innocenti, nonostante le difficoltà che incontra nel suo cammino. Astro Boy prova sentimenti forti ed empatizza, rappresentando un prototipo di robot emotivo notevole, un prototipo degno del romanzo Io, Robot di Asimov, da cui Tezuka ha tratto molta ispirazione. Altrettanto vicine a quelle descritte nella letteratura fantascientifica coeva al lavoro di Tezuka sono le ambientazioni, caratterizzate da una miscela di elementi futuristici e al contempo rétro, un ossimoro che necessita di essere visto per comprenderlo a pieno.
Il mondo di Astro Boy è composto sia da una società avanzata tecnologicamente, con robot onnipresenti e città moderne, sia da parti dell’opera caratterizzate da elementi tipici del Giappone nel dopoguerra. Questo scenario offre un contrasto interessante in cui Tezuka inserisce frequentemente elementi di critica sociale, evidenziando tematiche come la discriminazione e il ruolo dell’umanità nella gestione della tecnologia.
Questi aspetti contribuiscono a rendere il tutto non solo visivamente stimolante, ma anche ricco di significato e profondità. Prima di Tezuka i manga erano spesso rivolti a un pubblico adulto e non adatti ai bambini. Nell’immaginario collettivo degli anni ’60 però la cosa era cambiata, generando uno stigma nei confronti del fumetto e dei fumettisti dati i temi pesanti nei loro lavori.
Questo è il motivo per cui Tezuka, entrando a gamba tesa nel periodo gekiga, media tra il gusto e il costume di una società che cercava di liberarsi del senso di colpa ereditato dalla partecipazione ai terribili crimini di guerra compiuti durante il secondo conflitto mondiale da parte dell’esercito giapponese.
Parliamo di numeri: serie a fumetti, anime e studi di produzione
La serie a fumetti originale di Astro Boy è stata realizzata dal 1952 al 1968 e durante questo periodo sono stati prodotti circa 23 volumi. Successivamente sono stati pubblicati altri manga spin-off, prequel e sequel, espandendo l’universo di Tezuka sulla rivista giapponese “Shonen”, che è poi continuato con altre serie e adattamenti in diverse forme mediatiche, inclusi anime, film e giochi.
Il primo adattamento anime di Astro Boy è stato trasmesso in televisione in Giappone nel 1963, prodotto da Mushi Production, lo studio di animazione fondato da Tezuka stesso. L’anime diede inizio a una scalata apparentemente interminabile della fortuna del suo autore. Certo, vi furono competitor e difficoltà, ma il dio del manga aveva dettato scuola e a tutti gli altri artisti non rimaneva che ammirare ed imitare; ai più fortunati capitò che Tezuka li prendesse sotto la propria ala.
Dopo la prima serializzazione animata vennero prodotti numerosi altri adattamenti, tra cui nuove serie televisive sempre più all’avanguardia e adatte al mercato internazionale, per non parlare poi di episodi speciali, film e OAV. Astro Boy continua ad essere amato e riconosciuto in tutto il mondo ancora oggi per la sua importanza nella storia della memoria dell’intero popolo del Sol Levante.
L’ascesa in paradiso dell’instancabile maestro e la venuta di nuove figure distopiche
Il 9 febbraio 1989 Tezuka si spense, poco dopo la scomparsa dell’Imperatore Hiroito. I due lutti misero moralmente in ginocchio la nazione e persone di tutte le età si raccolsero in cordoglio con rammarico per queste due nuove divinità ascese in paradiso. Sovente, l’ammirazione che i mangaka provano nei riguardi dei grandi maestri e la passione che hanno i fan comporta una sorta di venerazione, e come ogni forma di venerazione si generano storie e leggende attorno ad essa.
Che sia vero o no, a noi piace la storia secondo cui Osamu Tezuka sia morto con il pennino in mano, dichiarando all’infermiera che lo accudiva “non ho ancora terminato”. C’è poco da sorridere perché ieri come oggi i fumettisti giapponesi sono vittima di una terribile sindrome detta karōshi, altrimenti nota come sindrome da stress da eccessivo lavoro.
Tezuka ha segnato una frattura temporale nella storia del fumetto ed è stato un pioniere nel trasformare il manga in un’arte popolare e rispettata. Altri hanno tentato di emularlo negli anni, come Katsuhiro Otomo, che si è impegnato per condurre l’industria del fumetto giapponese verso nuove frontiere con opere altrettanto epiche, o Masamune Shirow, il maestro che ha ideato Ghost in the shell, di cui vi invitiamo a leggere il nostro articolo.
Se Tezuka ha rappresentato la speranza e l’ottimismo in un’epoca segnata dalla guerra e dalla ricostruzione, Otomo ha incarnato la ribellione e la sfida contro le convenzioni attraverso le sue narrazioni audaci e distopiche. Entrambi hanno influenzato generazioni di artisti e lettori, lasciando un’eredità duratura che continua a plasmare il mondo del fumetto contemporaneo.
Vi consigliamo di prendervi del tempo per recuperare tutto lo scibile del maestro Tezuka, che sia online, in biblioteca o in fumetteria. Non solo merita, ma se vi considerate appassionati di manga e ancor di più se siete amanti della fantascienza non potete escludere il Dio del Manga.