The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim secondo me

A poche settimane dall’uscita del film di animazione The war of the Rohirrim, vi dico cosa ne penso, approfittando dell’occasione per raccontarvi qualcosa di Helm Mandimartello (non senza qualche piccolo SPOILER), a partire dalle Appendici de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien.

 

The war of the Rohirrim, Helm Mandimartello, Tolkien, Rohirrim, Rohan, Héra, Wulf, Freca, Fosso di Helm

The war of the Rohirrim: la sinossi

 

Il preludio

Ambientato circa 183 anni prima degli eventi narrati nella trilogia de Il Signore degli Anelli, il film d’animazione ci porta nel cuore di Rohan, il regno dei cavalieri. La storia ruota attorno a Helm Mandimartello (o Helm Manodimaglio secondo la traduzione de Il Signore degli Anelli effettuata da Ottavio Fatica), un re leggendario e coraggioso, e alla battaglia contro le forze oscure che minacciano la sua terra.

 

Il matrimonio e la vendetta

Tutto ha inizio con un matrimonio combinato che si rivela essere un pretesto per una guerra. Freca, il potente signore del Dunland, giunge a Edoras, la capitale di Rohan, con suo figlio Wulf, un tempo amico d’infanzia della principessa Héra. L’intento di Freca è chiaro: forzare il matrimonio tra i giovani per assicurarsi il controllo del regno.

Helm Mandimartello, padre di Héra e re di Rohan, rifiuta categoricamente questa proposta, scatenando l’ira di Freca. Durante un confronto, Helm uccide Freca in un duello, sigillando il suo destino e quello del suo popolo. Wulf, accecato dalla vendetta, giura di distruggere Rohan e la famiglia del re.

 

 

The war of the Rohirrim, Helm Mandimartello, Tolkien, Rohirrim, Rohan, Héra, Wulf, Freca, Fosso di Helm, Saruman

 

L’assedio di Hornburg

Wulf raduna un esercito e attacca Rohan, costringendo Helm e i suoi uomini a rifugiarsi nell’antica roccaforte di Hornburg, nota in seguito come il Fosso di Helm. Qui i Rohirrim si preparano a una lunga e disperata resistenza.

Le forze di Wulf assediano la fortezza, scatenando una battaglia epica. Gli assediati combattono con coraggio, ma le forze nemiche sono soverchianti. Héra, la figlia di Helm, dimostra un coraggio straordinario, guidando la resistenza e proteggendo il suo popolo.

 

Il sacrificio eroico

Nel corso dell’assedio, Helm compie un gesto eroico per salvare il suo popolo. Sapendo che la caduta della fortezza è imminente, decide di sacrificarsi per guadagnare tempo, inoltrandosi nelle linee nemiche e affrontando Wulf nel duello finale.

Dopo una battaglia cruenta e dopo essere stato ferito mortalmente, Helm affida il futuro di Rohan a sua figlia Héra.

 

L’eredità di Helm Mandimartello

La morte di Helm segna la fine dell’assedio. Le forze di Wulf, demoralizzate dalla perdita del loro leader morto per mano della fanciulla guerriera di Rohan, si ritirano. La storia di Helm Mandimartello diventa una leggenda, tramandata di generazione in generazione. Il suo sacrificio e il suo coraggio ispirano i Rohirrim per secoli a venire e il Fosso di Helm diventa simbolo di resistenza e orgoglio.

 

 

Le fonti scritte da Tolkien

Il regista Kenji Kamiyama e la sceneggiatrice Philippa Boyens si sono basati sulle Appendici A dell’opera principale di Tolkien, in particolare hanno studiato e ampliato un parte della sezione Annali dei Re e Governatori –  La casa di Eorl.

Nel testo si legge di Helm Mandimartello che, assieme a Eorl e Théoden, è stato il più famoso re del Mark (Marca nella nuova traduzione). Descritto dall’autore come un uomo severo e possente, entra ben presto in conflitto con Freca, un uomo che pretendeva di discendere da Fréawine figlio di Fréa, a causa del sangue dunlandiano e dei capelli scuri.

Nonostante Helm non nutrisse fiducia nei suoi confronti, lo invitava sempre alle sedute del consiglio e Freca, dal canto suo, si presentava quando voleva. Un giorno questi giunse a Rohan e chiese la mano della figlia di Helm per il suo erede Wulf. Tra i due ci fu un duro scontro che portò alla morte di Freca per un pugno potentissimo sferrato dal sovrano di Edoras.

Quattro anni dopo, Rohan venne attaccata da una folta schiera di dunlandiani guidati da Wulf; Gondor non poté soccorrere l’alleata perché invasa dai Corsari. I Rohirrim furono sconfitti e il paese occupato, i sopravvissuti si rifugiarono nelle valli delle montagne ed Helm abbandonò i guadi dell’Isen “cercando riparo nel Trombatorrione e nel burrone che venne poi chiamato Fosso di Helm. E là venne assediato” (Il Signore degli Anelli, trad. Alliata, Bompiani 2001).

 

Wulf
Wulf figlio di Freca

 

Sopraggiunto il Lungo Inverno, Rohan fu coperta dalla neve per cinque mesi. Wulf si era insediato a Meduseld e aveva usurpato il trono, e i rifugiati nel Fosso pativano il freddo e la fame. Cercando di difendere il palazzo reale, Haleth figlio di Helm cadde sotto l’attacco nemico, mentre Hàma figlio cadetto si disperse nella tormenta alla ricerca di viveri.

Il dolore per le perdite dei suoi cari, il patimento della fame e il senso di responsabilità per il suo popolo portarono il re di Rohan alla follia tanto che, sovente, solea uscire da solo, vestito di bianco, per attraversare il campo innevato dei nemici, uccidendone tanti con le proprie mani; non portava, infatti, alcuna arma e si diceva che si nutrisse anche delle loro carni. Prima di uscire, suonava il suo corno: una notte lo si udì e poi mai più. Da qual momento, Helm Mandimartello divenne una terribile leggenda che si nutriva della paura degli avversari.

Le poche righe scritte da Tolkien terminano con la sconfitta di Wulf da parte di Fréaláf Hildeson, figlio della sorella del re, che si era rifugiato a Dunclivo ma, alla fine dell’inverno, insorse su Meduseld per prenderne possesso ed essere incoronato legittimo sovrano.

È in questo frangente che fa la sua comparsa Saruman, accolto come un ospite di riguardo e recante doni per il coraggio dimostrato dai Rohirrim.

 

Saruman

 

La pellicola in cifre

La pellicola ha inaugurato il nuovo anno cinematografico, uscendo il primo Gennaio 2025 e classificandosi (giustamente) al ventiduesimo posto al box office dopo circa quindici giorni dall’uscita in sala.

Dico giustamente perché è un film certamente godibile, ma che presenta dei punti critici non indifferenti e, per fortuna, ne è pienamente consapevole. A fronte di un budget di trenta milioni di dollari, ne ha incassati circa 20.458.572 e si appresta a chiudere intorno a tale cifra, dal momento che è proiettato, ormai, in poche sale.

 

I punti critici del film

 

L’animazione

Qual è stato il problema? Sicuramente essere uscito in contemporanea con l’attesissimo Nosferatu di Robert Eggers e l’acclamato terzo capitolo di Sonic ha avuto la sua incidenza, così come aver trasposto una storia epica come quella di Helm Mandimartello in un anime della durata di oltre due ore ha frenato molti spettatori dalla visione in sala.

Ma il problema maggiore riguarda il comparto tecnico, perché il film trova proprio nell’animazione dei grandi problemi: spesso i personaggi agiscono e parlano fuori sincrono e quando si muovono lo fanno in maniera scomposta o eccessivamente plateale (non mancano occasioni in cui Héra assume la posa tipica delle telenovelas sudamericane di inizio anni ’90). Inoltre, visibile anche a un occhio meno esperto, più la prospettiva si allontana, più le fattezze dei personaggi si fanno vaghe e appena accennate.

Non sono problemi irrilevanti per un film che nell’animazione ha il suo nucleo centrale, né tanto meno è possibile passarci sopra per via della storia, perché anche questa presenta problemi.

 

 

Héra La guerra dei Rohirrim
Héra figlia di Helm

 

La storia

Come è possibile notare dalla sinossi del film e dal riassunto delle Appendici, la storia diverge, giustamente, in alcuni punti, dovendo dare un ruolo centrale a un personaggio appena accennato negli scritti. Non pretendevo una narrazione fedele, ma si sarebbe potuto compattare il tutto in meno di due ore e vertere maggiormente su quella caratteristica epicità dei prodotti sulla Terra di Mezzo.

Non ho trovato la storia avvincente e credo questo dipenda tanto dalla presenza di alcune situazioni non necessarie ai fini narrativi (l’inseguimento del Mumakil ucciso dall’Osservatore nell’acqua) quanto, soprattutto, dalla caratterizzazione di alcuni personaggi, alcuni dei quali sono mossi da motivazioni poco profonde.

 

I personaggi

Wulf su tutti. Esattamente, cosa lo spinge ad assediare Meduseld e uccidere con tanta ferocia? Dovrebbe essere (e così pare inizialmente) la sete di potere e la necessità di vendicare l’onore della sua casata e la morte del padre, per diventare sul finale rivalsa sulla donna che l’ha rifiutato e ferito nell’orgoglio. Completamente in balia delle sue pulsioni, anche il suo braccio destro gli volterà le spalle dopo l’ennesima scelta sbagliata e dettata da un capriccio giovanile.

Helm Mandimartello, invece, si è presentato come un personaggio ben caratterizzato e molto simile agli scritti, ma credo abbia perso qualcosa nella seconda parte della pellicola, quando diventa uno spettro temuto dai suoi stessi uomini e dai nemici. Probabilmente si è voluto riprendere il concetto di berserker che caratterizza Théoden nel momento della carica, ma Helm ha perso di epicità ed eroicità per trasformarsi in un personaggio da picchiaduro.

Quanto a Héra, la vera protagonista del film, è chiaro che rappresenti la voce di una categoria in cerca di indipendenza e decisa a svincolarsi dai doveri ancestrali che ingabbiano le donne da tempo, nonostante sia risaputo che le donne di Rohan sapessero destreggiarsi con la spada e con i cavalli. Forse in The war of the Rohirrim si esagera un po’ con il sottolineare quanto la giovane sia invisa al matrimonio e, opinione del tutto personale, apprezzo poco i prodotti che parlano di diritti marcando ancora più le differenze.

Mi è sembrata una contraddizione, per un personaggio così, mostrarla vestita di veli che lasciassero intravedere le sue forme (disegnate male nella scollatura) piuttosto che bardata nell’armatura e pronta all’ultima battaglia con il suo pretendente Wulf.

 

Helm Mandimartello
Helm Mandimartello

 

Il fanservice

The war of the Rohirrim non ha saputo trovare una sua personalità e si è dovuto agganciare spesso e volentieri al secondo capitolo della trilogia di Peter Jackson, risultando ripetitivo, scontato e cadendo nel fanservice puro.

Sapevamo bene che la battaglia al Fosso di Helm e l’arrivo dei Rohirrim di Théoden sarebbero stati un grande riferimento, ma citarne battute e riproporne le azioni con un mero copia e incolla è un espediente che mi ha disturbato notevolmente. 

Il telefonatissimo rimando a Gandalf sul finale, poi, è stato la ciliegina sulla torta e un chiaro ammiccamento ai fan della prima ora. Per non parlare della scena in cui gli orchetti sono alla ricerca di anelli preziosi e particolari da portare al loro padrone.

 

Dimentichiamoci dei Rohirrim

Cosa resta del film di animazione? Ben poco a giudicare della risonanza che il lungometraggio ha avuto tra il pubblico e la critica. L’approccio superficiale e raffazzonato con cui è stata trattata la materia non lascia sperare bene per i futuri progetti che riguardano la Terra di Mezzo e gli adattamenti delle opere di Tolkien.

Si è avuta davvero la sensazione che tutto sia stato girato per mantenere i diritti sulle opere e non farli scadere, intuizione confermata dagli stessi realizzatori che, nel mezzo della produzione, avevano dichiarato di trovarsi davanti a “una battaglia fino all’ultimo minuto” per consegnare entro i tempi stabiliti.

Inoltre, sia il regista che il produttore Joseph Chao hanno lavorato a lungo senza una sceneggiatura completa, perdendosi spesso in momenti superflui che hanno appesantito le oltre due ore di durata.

Mi chiedo quale sia il senso di tali operazioni, o meglio, mi domando perché non impegnarsi maggiormente, almeno nella presentazione grafica. E non mi si venga a dire che, nonostante l’animazione sia mediocre, la storia narrata è accattivante e regge: l’animazione, in un film animato, è fondamentale. Se questa non è curata, è come vedere un film dell’orrore che di orrorifico non ha nulla.

 

The war of the Rohirrim

Live Tematiche