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Un Kaiju dimenticato: Gamera

Prima dell’arrivo del film di Godzilla VS Kong, che sarebbe poi il quarto film della saga del Monsterverse, e della fortunata serie Pacific Rim di Guillermo del Toro, i Kaiju non avevano mai goduto di tanta fama. Quando i primi film di Godzilla divennero un cult del genere – il genere di film con gli attori con i costumi da mostri – non c’era internet e per saperne di più tutto ciò che potevamo apprendere veniva filtrato spesso da un adattamento non all’altezza o da una serie di notizie traviate.

Colpiti da questo turbinio di ignoranza ci siamo persi per strada un altro re kaiju, che al pari di Godzilla e Kong, ha dato del suo contro invasori alieni e mostri di ogni genere. Conosciuto col nome di Grande King – i primi tempi in cui l’abbiamo visto in Italia – prende il nome di Gamera: la tartarugona volante amica dei bambini.

Chi è Gamera?

Gamera è protagonista di una lunga serie di film che a partire dal 1965 ha arricchito i Monster Movie. Si tratta di un’enorme tartaruga zannuta in grado di sputare fuoco e volare grazie a dei propulsori posti sugli arti … e come si fa a non amarla? Nel suo primo film – come Godzilla prima di lui – Gamera era un mostro distruttore nemico dell’umanità, si cibava di elettricità ed idrocarburi, poi divenne un eroe che combatteva altri mostri malvagi con una particolare simpatia per i bambini.

Questa caratterizzazione venne mantenuta fino alla bancarotta della casa produttrice, Daiei, negli anni settanta. Nel reboot della serie degli anni novanta, Gamera venne reimmaginato come una sorta di “guardiano dell’universo“, che dà priorità alla salvezza della Terra rispetto a quella del genere umano, per dare al personaggio una caratterizzazione “più matura”.

Anche se è sconosciuto ai più, Gamera è in realtà famigerato nel paese del Sol Levante. Gode di ottima stima tra i fan dei monster movie (bambini soprattutto). Fu ispirazione per dare il nome, nel 1993 e nel 2010, a due sottospecie di tartarughe, sinemidide Sinemys gamera e baenide Gamerabaena sonsalla. Presente in molti manga (tra cui Dr. Slump e Dragon ball di Akira Toriyama che lo omaggiò con un disegno insieme al maestro Muten).

Se non vi è mai capitato di vedere un suo film, al pari dei primi di Godzilla, sappiate che sono invecchiati malissimo e questo li rende esilaranti più di Sharknado.

La nascita e la crescita

Gamera è figlio (o figlia?) dell’immaginazione di Yonejiro Saito, presidente dello studio cinematografico Daiei. Secondo una leggenda metropolitana fu ispirato nella creazione da una nuvola a forma di tartaruga, mantre in un’altra versione della storia fu un’isola invece ad ispirarlo.

In realtà, la nascita di Gamera deriva dal fallimento di imitazione de “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock, ma con ratti al posto degli uccelli. Quando il film fu scartato a causa di accuse di maltrattamento sugli animali, nacquero le polemiche che vedevano assurde preoccupazioni per la salute pubblica e fu infine deciso di imitare la serie di Godzilla, girando un film su di un mostro interpretato da un uomo in costume, molto più facile da realizzare e con meno grattacapi in quanto non esiste animalista che si lamenti per la salute dei Kaiju.

A dire del regista Noriaki Yuasa, fu l’idea dello sceneggiatore Nisan Takahashi di avere come protagonista una tartaruga, perché nella cultura asiatica è simbolo di longevità ed è visto come il guardiano del quadrante settentrionale dell’universo nelle costellazioni cinesi. Il personaggio fu disegnato dal direttore degli effetti speciali Akira Inouye, che diede vita a più di cinquanta bozze prima di trovare il disegno definitivo che fu approvato dal consiglio. Il costume di Gamera fu fabbricato da Masao Yagi, un sarto che aveva in precedenza lavorato per la casa cinematografica Toho nei film di Godzilla. Il costume finale venne realizzato in duralluminio, e pesava circa 30 chili (quasi 60 chili in meno di quello di Godzilla).

Il nome, invece, deriva dall’unione della parola kame (tartaruga), e il suffisso -ra, reso popolare da Godzilla (Gojira) e Mothra. La sua capacità di “ruotare” durante il volo, fu ispirata da un particolare tipo di fuochi d’artificio, ma in alcuni film Gamera vola utilizzando solo i propulsori posti sulle gambe a causa della difficoltà tecnica di far ruotare il modello con tutti e quattro i propulsori attivi. Le scene di volo dei primi film furono realizzate con un pupazzo sollevato da una gru, con polvere da sparo accesa nelle aperture delle zampe ed erano molto costose! Ogni esplosione costava 320.000 Yen e bisognava risparmiare. Per il suo ruggito fu invece modificato il barrito d’un elefante.

Il primo film fu un gran successo. Si cercò di scrivere un soggetto che non risultasse noioso né per i bambini e né per gli adulti, riuscendo così nel rendere Daikaiju Gamera, un vero cult. Il secondo film invece fu una tragedia a livello finanziario, risultando noioso a causa dei troppi dialoghi e si rischiò addirittura di chiudere il progetto senza possibilità di replica. Dal film Gamera contro Gaos si capì che bisognava cambiare regime e si pensò più ai bambini, dando maggior enfasi agli scontri. Eppure gli scontri fra Gamera ed i suoi nemici furono resi più sanguinari di quelli presenti nei film di Godzilla, che risultano, a tratti, quasi comici.

La casa di produzione cinematografica Daiei dichiarò bancorotta dopo la distribuzione del film “Gamera tai shinkai kaijû Jigura” a causa della recessione economica, ponendo fine alla serie. Si tentò di ravvivarla negli anni 80 con il film “Uchu kaijû Gamera”, ma non era altro che una serie di sequenze riciclate dai film precedenti, quindi non ebbe per niente successo.

Quando la Daiei riaprì negli anni novanta, notando un ritrovato amore per Godzilla, decise di realizzare un remake del primo film, ma nel 1995, in occassione del trentesimo anniversario del personaggio, rinunciò a favore del reboot “Gamera – Daikaiju kuchu kessen“. Inizialmente alla Daiei, intendevano dar vita ad un film confezionato per i bambini esattamente come i precedenti, ma il regista Shusuke Kaneko insistette per la realizzazione di un film più sofisticato dando vita all’idea di unire mentalmente Gamera ad una bambina, tramite un collegamento psichico… Ancora oggi ci chiediamo come siano arrivati a questa idea, nonostante Kaneko affermò di esser stato ispirato dal film “Kong, uragano sulla città”. E’ curioso però, che nel nuovo universo di Gamera le tartarughe non esistano, motivo per cui il Kaiju viene appellato come “creatura antica”.

In realtà, la particolarità più curiosa, fu la scelta dell’attore che dovesse interpetare Gamera: si scelse un attore molto basso, in modo da poter risparmiare sulla costruzione di edifici più piccoli per i plastici delle città. Come diceva il detto? “Non ci sono piccole parti, ma servono piccoli attori per risparmiare sui plastici”.

Per i quarant’anni del Kaiju la Daiei insieme alla Kadokawa Pictures, girò il film “Chiisaki yusha-tachi – Gamera“, ambientato in un universo separato da quello della trilogia di Kaneko per dar vita ad una trama che avrebbe rievocato le trame più infantili dei primi film. Ma a causa di questo il design divenne meno minaccioso.

L’addio di Gamera

Anche se – l’ormai dimenticato – Gamera avrà sempre un posto nel cuore di noi fan dei Monster Movie, ancora oggi, la tartarugona sputa fuoco volante oltre ad avere nuove linee di giocattoli (presenti solo in Giappone) e numerose Action Figure, è citata in molte opere ed in tantissimi videogiochi e giochi da tavolo a tema “kaiju”, grazie a vere e proprie parodie e/o semplici citazioni che ne mantengono il ricordo vivo.

Un suo ritorno era considerato più che improbabile, ma Netflix ha deciso di dedicargli una serie. Chissà che non lo rivedremo proprio in uno degli episodi del Monsterverse.

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