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Welcome to the NHK: L’anime sugli Hikikomori e sul disagio della solitudine

Una serie animata  che parla in modo diretto e crudo del disagio sociale vissuto dagli Hikikomori in Giappone.

Welcome to the NHK, diretta da Yūsuke Yamamoto, si compone di 24 episodi ed è prodotta dallo Studio Gonzo (fondato da Shōji Murahama, Mahiro Maeda e Shinji Higuchi). Arriva in Italia nel 2011 grazie a Yamato Video e viene trasmessa sull’emittente Rai4 in tarda serata. L’anime è tratto dal romanzo omonimo di Tatsuhiko Takimoto, pubblicato in Giappone nel 2002 dalla casa editrice Kadokawa Shoten e in Italia da J-Pop Edizioni.

 

La trama di Welcome to the NHK

Tatsuhiro Sato è un giovane giapponese di ventidue anni che, traumatizzato dall’esperienze liceali, ha abbandonato gli studi imprigionandosi in un mondo tutto suo, sfuggendo ad ogni forma d’interazione sociale. La sua vita si svolge tra le quattro mura di casa, nutrita da un’ossessione crescente: la convinzione che la NHK, la televisione pubblica giapponese, stia orchestrando un complotto ai suoi danni, manipolando la sua mente e tenendolo prigioniero di una realtà distorta.

 

 

hikikomori solitudine

 

L’incontro con Misaki Nakahara, una figura enigmatica e determinata, sconvolge la sua monotona esistenza. La ragazza, con la sua energia e insistenza, sembra voler penetrare la corazza di solitudine che il giovane ha costruito intorno a sé; tuttavia, ogni tentativo di Misaki di avvicinarlo si scontra con le sue paranoie e paure, spingendolo sempre più verso l’isolamento. In questo delicato equilibrio tra speranza e disperazione, Sato è costretto a confrontarsi con se stesso e prendere una decisione cruciale: arrendersi alla sua condizione o lottare per riconquistare la propria vita.

 

 

Il fenomeno degli hikikomori

Con il termine hikikomori si indica una condizione caratterizzata dall’isolamento volontario e prolungato all’interno della propria abitazione, principalmente tra le mura della propria camera. Originato in Giappone negli anni ’80, questo fenomeno, che letteralmente significa “tirare indietro” e “ritirarsi”, è diventato un problema globale, con radici complesse legate a fattori sociali, culturali e individuali.

Le vittime di questo fenomeno sono principalmente adolescenti che scelgono la solitudine per sfuggire alla pressione provocata dalla società e dalla stessa famiglia. Fin dalla scuola elementare il giovane giapponese è tenuto a mantenere voti alti per garantirsi un lavoro eccellente nel futuro, che dovrà svolgere attraverso ritmi stressanti che possono portarlo a un crollo emotivo e psicologico.

 

 

 

Gli studiosi individuano tre fasi principali nell’evoluzione dell’hikikomori. Inizialmente, il soggetto sperimenta un crescente disagio nelle relazioni sociali, senza però riconoscerne la gravità; successivamente, si assiste a un progressivo isolamento, accompagnato da comportamenti evitanti e, in alcuni casi, aggressivi. Infine, si consolida una condizione di completo ritiro dalla vita sociale, con un rischio elevato di sviluppare disturbi mentali, tra cui la depressione, e nei casi più gravi, ideazioni suicidarie. Le cause di questo fenomeno sono molteplici, e come detto si riconducono spesso a elementi sociali e culturali.

 

La solitudine vista con gli occhi di un hikikomori

Welcome to the NHK è un anime che scava a fondo in questo fenomeno sociale, offrendo un ritratto crudo e realistico della società giapponese contemporanea. La serie non solo descrive le difficoltà che affrontano i giovani nel trovare il proprio posto nel mondo, ma ne mette in luce anche le debolezze e le fragilità. Lo stile visivo, caratterizzato da un’estetica grottesca e da un’alternanza di colori caldi e freddi, contribuisce a creare un’atmosfera ambivalente, che invita sia alla risata che alla riflessione.

 

 

I toni malinconici ma anche comici sono ben bilanciati, riuscendo a unire intorno alla serie un vasto pubblico. La sigla NHK fa riferimento alla celebre emittente giapponese che trasmette notizie e cartoni animati. Non a caso il protagonista incolpa la televisione di plasmare le menti dei giovani e trascinarli in un mondo perverso, creando un distacco con la realtà. Ed è con questa scelta che viene criticata la cultura otaku, ovvero quei gruppi di giovani giapponesi interessati ai manga: se in Italia usiamo in termine otaku per definire gli appassionati della cultura nerd del Sol Levante, in Giappone tale parola è un termine dispregiativo, spesso associato agli hikikomori.

La società giapponese li etichetta spesso come ‘nerd’ accusandoli di un eccessivo allontanamento dalla vita reale. Sato ne è l’esempio perfetto, incapace di affrontare i propri errori, rifiutando il mondo circostante, trovando rifugio in un universo parallelo fatto di videogiochi, manga e oggetti animati.

 

 

 

Sato è un’ombra proiettata da una società indifferente. La sua solitudine, scelta per paura e non per desiderio, è una prigione dorata. I suoi monologhi interiori, un flusso di coscienza che oscilla tra la lucidità e la paranoia, lo rendono un personaggio profondamente umano e toccante. È facile immedesimarsi nella sua disperazione, nel suo bisogno di connessione, e nel suo tentativo di dare un senso a un’esistenza.

I protagonisti, ciascuno a modo suo, sono vittime di una società che sembra insensibile alle loro fragilità. Sono il riflesso di una realtà giapponese che, pur mostrando un volto ordinato e perfetto, nasconde un sottobosco di solitudine e disagio. Attraverso piccoli gesti e sguardi, la serie ci mostra la loro vulnerabilità, invitandoci a empatizzare con loro. Ma non si limita a questo: ci ricorda anche l’importanza di superare le proprie paure e di cogliere le seconde opportunità, offrendo un messaggio di speranza in un contesto apparentemente cupo.

 

 

 

Uno dei messaggi chiave di Welcome to the NHK è la necessità di affrontare la realtà in modo diretto e onesto. I personaggi, pur intrappolati in situazioni difficili, hanno l’opportunità di riscattarsi e di superare le proprie paure. La serie ci insegna che cercare scorciatoie o evadere dai problemi non fa altro che peggiorare la situazione, rendendoci più fragili e incapaci di affrontare le sfide della vita.

L’anime, pur offrendo un ritratto dettagliato della società giapponese e dei fenomeni come l’otaku e l’hikikomori, rischia di alienare parte del pubblico non familiare con questi contesti. La rilevanza culturale e sociale dell’opera, se da un lato è un punto di forza, dall’altro potrebbe creare una barriera per chi non ne condivide le premesse.

 

 

Welcome to the NHK pur affrontando tematiche delicate come la depressione e il fenomeno degli hikikomori, non cade mai nel melodramma, ma invita a riflettere sulla solitudine, l’alienazione e la difficoltà di costruire relazioni autentiche in un mondo sempre più complesso. È un viaggio emozionante, a tratti doloroso, ma che ci regala una speranza inattesa. Si tratta di un anime che non lascia indifferenti e che merita di essere analizzato a fondo, in quanto offre spunti di riflessione su temi universali.

Se siete alla ricerca di nuovi anime da vedere, vi rimando a questo articolo.

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